Le problematiche del Pd a livello nazionale e locale, e la volontà di aprirsi per rimettersi tutti a lavoro per far tornare Siena grande. Sono questi gli argomenti che ho affrontato in una breve intervista al Corriere di Siena.
Intervista Cenni su Corriere Siena 24_04_13
A pochi giorni dall’insediamento di Giorgio Napolitano, riconfermato Presidente della Repubblica per un nuovo settenato, il clima politico nazionale è ancora in fermento, rispecchiando in parte anche la situazione senese. Il Partito democratico sta affrontando una situazione delicata, come racconta la deputata senese del Pd, Susanna Cenni.
On. Cenni, cos’è successo al Partito democratico in questi giorni?
In campagna elettorale ho più volte evocato gli scenari conseguenti a un’ipotetica ingovernabilità ma mai avrei pensato di giungere alla situazione drammatica di questi giorni. Errori di conduzione, forse eccessiva fretta nel tentativo di dare al Paese un Presidente sin dal primo scrutinio, ma di fronte all’ipotesi di Prodi un comportamento di troppi colleghi gravissimo, deflagrante e distruttivo, che non solo ha colpito violentemente il segretario Bersani, Romano Prodi e le possibilità di tentare un’elezione che tenesse assieme tutto il centrosinista, ma ha minato le regole minime di convivenza di una comunità: lealtà, trasparenza e schiettezza delle diverse posizioni.
Una crisi del Pd che ha ammesso in una lettera, chiedendo la partecipazione di iscritti e sostenitori. Quel’è il loro ruolo?
Venerdì, dopo che ben 101 parlamentari hanno voltato le spalle a una decisione presa all’unanimità in assemblea e soprattutto, gravando sul futuro del Paese, ho scritto, insieme a Luigi Dallai, una lettera per spiegare ciò che era successo e per chiedere l’organizzazione di un ciclo di assemblee. In un momento del genere il confronto, anche critico e duro, con elettori e iscritti è fondamentale. Abbiamo bisogno di ritrovare occasioni di confronto, anche duro se necessario, ma dobbiamo parlarci e ragionare su di noi e soprattutto sui problemi del Paese.
Durante il suo discorso alle Camere, Napolitano ha bacchettato i partiti, chiedendo un’assunzione di responsabilità. Pensa che questo appello sarà colto?
Ho ascoltato il Presidente con infinita emozione e commozione, condividendo il suo autorevole e alto intervento, e nella scomoda posizione di membro delle comunità politica che non è stata capace di esprimere una nuova proposta, ma anche con la convinzione che nel caos in cui il Parlamento stava precipitando, l’elezione di Napolitano rappresenta un presidio certo per la democrazia. Sono stati importantissimi i passaggi che lui ha fatto sulla pericolosa ‘contrapposizione tra piazza e Parlamento’. In queste ore sono in corso consultazioni decisive e la nostra direzione nazionale. È possibile che entro venerdì nasca il nuovo Governo. Dovremo lavorare affinché i punti per noi irrinunciabili, a partire da imprese, lavoro e famiglie, insieme alla legge elettorale, siano la priorità del nuovo Governo.
Sono giorni importanti anche per Siena. Sabato le primarie del Pd hanno eletto Bruno Valentini, ieri le dimissioni del segretario cittadino. Cosa ne pensa?
Che comunque Siena riparte e riparte anche il centrosinistra. I candidati si sono battuti e il primo risultato lo hanno ottenuto assieme: una buona partecipazione. Non era mica scontato? Adesso inizia il secondo tempo e soprattutto si gioca tutti per Siena, la sua rinascita, la sua risalita. Gli elettori hanno deciso che il loro candidato doveva essere Bruno Valentini, e le prime parole di Alessandro Mugnaioli, che candidato all’ultimo minuto ha comunque avuto un egregio risultato, testimoniano alla città la sua lealtà e la sua statura di uomo autorevole. Conosco Bruno da anni, è stato un amministratore dinamico per Monteriggioni, innovatore nelle politiche istituzionali, coraggioso e pungente protagonista senza reticenze del dibattito politico locale. Credo che saprà fare bene alla città, ma anche che dovrà generare e dimostrare inclusione e chiarezza nelle scelte che si troverà a fare. Carli ha guidato il Pd cittadino in un momento complicatissimo. Non mi aspettavo il gesto adesso, ma è anche vero che forse se si chiude una fase politica è giusto fare dei passi indietro per favorire ricambio e pacificazione e iniziare con il concorso di tutti una storia nuova. Adesso però tutti al lavoro per vincere le elezioni e per far tornare Siena grande.