“Lo slittamento della discussione sulla spending review in aula a lunedì testimonia ancora quanto complessi e delicati siano i contenuti del testo licenziato dal Consiglio dei Ministri”. E’ questo il commento di Susanna Cenni, parlamentare del Pd alla Camera, sulle misure di riordino degli enti locali contenute nel decreto della spending review, il cui esame si concluderà nella giornata di lunedì prossimo.
“In questi giorni – continua Cenni – molte sono state le sollecitazioni trasmesse ai senatori dalle Commissioni competenti, dai sindaci, dal presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini e da me stessa. Riordinare competenze e istituzioni, disegnare un nuovo ordinamento dello Stato non è cosa che si può fare per decreto legislativo, o addirittura con semplice delibera del Consiglio dei Ministri Si definiscano obiettivi e saldi, ma si lasci a Regioni e Consigli delle Autonomie, ogni decisione in merito alla riorganizzazione delle nuove Province”.
COMUNICATO STAMPA
La razionalizzazione delle Province sia condivisa nei territori.
No allo svuotamento delle funzioni e ai tagli lineari.
“Le norme del Decreto sulla “Spending Review” accolgono solo in parte le proposte che l’UPI e il
sindacati confederali della funzione pubblica hanno proposto nel documento unitario del marzo
scorso, ma sono contraddette dallo svuotamento delle funzioni provinciali e dai tagli lineari che già
dal 2012 porranno le Province nella condizione di chiudere servizi essenziali per i territori” – lo
affermano congiuntamente i rappresentanti di FP Cgil, Uil FPL e UPI incontratisi oggi.
FP Cgil, Uil FPL e UPI, sottolineano che “l’istituzione delle Città metropolitane e la revisione delle
circoscrizioni provinciali per dare alle Province una dimensione territoriale, demografica ed
economica adeguata sono un passaggio essenziale per riordinare complessivamente tutta la pubblica
amministrazione.”
“Ma se si vogliono creare istituzioni di area vasta più autorevoli – sottolineano – occorre
ricomprendere tra le funzioni delle Province quelle che incidono profondamente sulla vita delle
persone e delle famiglie: l’istruzione superiore con l’edilizia scolastica, la formazione, i servizi per
il lavoro.”
“Il processo di riordino delle Province – aggiungono – va avviato con modalità e tempi che
consentano di coinvolgere i territori e le rappresentanze dei lavoratori, perché siamo consapevoli
che esso deve coinvolgere l’amministrazione periferica dello Stato e gli enti strumentali, agenzie,
società partecipate e consorzi che svolgono impropriamente le funzioni degli enti locali”.
I Sindacati confederali della Funzione pubblica e l’UPI ribadiscono la necessità di avviare una
riforma che, “attraverso una razionale divisione delle competenze e delle responsabilità tra
istituzioni territoriali, permetta di non perdere il patrimonio professionale di quanti, sino ad oggi,
sono stati quotidianamente al servizio dei cittadini. Va contrastata pertanto l’ipotesi di una
indiscriminata messa in mobilità di lavoratori pubblici, attraverso una gestione condivisa del
processo di riforma che consenta di riorganizzare il sistema valorizzando il capitale umano” .
“La nostra proposta – concludono – mira a semplificare e snellire la macchina amministrativa,
attraverso la valorizzazione professionale dei lavoratori, per riqualificare la spesa pubblica a
vantaggio dei cittadini, contribuenti e fruitori dei servizi pubblici.”