“C’è bisogno di una discussione seria nei luoghi appropriati per parlare di ogm, e non di rappresentazioni fittizie tra presunti progressisti e altrettanto presunti conservatori e nemici del progresso”. Questo il commento della deputata del Pd, Susanna Cenni, in merito al dibattito sugli Ogm riapertosi in queste ore.
“Non è più tempo di semplificazioni e di slogan – prosegue Cenni – nè di approfondimenti di parte. Il tema delle biotecnologie non si risolve con una conta tra i si ed i no. Troppe le analisi affrettate sentite durante il vertice Fao di Roma svoltosi nei giorni scorsi, troppa la fretta di aprire agli ogm senza un programma serio di ricerca pubblica a garanzia di tutti. Dobbiamo dare seguito al lavoro avviato dalle regioni che hanno lavorato seriamente per le regole e per la coesistenza attivando il tavolo fra Stato e regioni”.
“Occorre – prosegue la deputata toscana – fare una ricerca seria e pubblica sul tema, garantendo tutele a quei produttori e a quei consumatori che non vogliono coltivare usando semi geneticamente modificati, ricordando che c’è un’indagine Eurobarometro che parla del 70 per cento di consumatori europei contrari. Il governo ripristini i capitoli annullati dal decreto ICI, che da un lato sostenevano la filiera ogm free e quindi la libera scelta degli agricoltori e delle regioni che non desiderano mettere a rischio la propria biodiversità, e dall’altro stanziavano risorse per la ricerca sulle biotecnologie. Prima di intraprendere – conclude Cenni – qualsiasi discussione si attivino competenze super partes e dibattiti nelle sede istituzionali appropriate nel Parlamento e con le regioni”.
Mi sembra una nota puramente conservatrice. Da almeno 7 anni la sottoscritta sente parlare di ogm. In più da anni esistono corsi di laurea in Biotecnologie, che hanno applicazioni anche sull’agroalimentare (di tutta evidenza): possibile quindi che si possa studiare qualcosa che poi non si deve applicare (o si può applicare al di fuori dei patri confini?)?
Saluti
Lisa
Cara Lisa,
la questione è molto più complessa. Il tema degli OGM così come quello del nucleare a mio parere non si può esaurire solo con un si o con un no. Ad esempio sulle biotecnologie applicate all’agricoltura …non tutto modifica il DNA, il prof. Buiatti che ha molto studiato e scritto potrebbe spiegare ben meglio di me tali differenze. Ma il punto, ovviamente è solo la mia modesta opinione, sono i grandi rischi di contaminazione d inquinamento “genetico”, il rischio di disperdere quei semi e quelle produzioni autoctone che dopo anni di ricerca, recupero hanno consentito agli agricoltori di recuperare un valore di mercato, ecc…e poi il mercato dei brevetti sui semi, tema enorme cui per ora non si è data risposta. Io credo che all’Italia, alle nostre regioni che hanno investito su biodiversità, produzioni tipiche ecc., non convenga fare questa scelta. In India, Africa, Sud America, il tema è il libero accesso ai semi: gli agricoltori più poveri sono costretti a comprare semi dalle grandi multinazionali che oramai ne hanno la proprietà esclusiva. Come vede la discussione è complessa, ma anche interessante e appassionante. L’importante è non ergere mura tra presunti conservatori e
presunti innovatori, e provare ad approfondire con intelligenza.
Susanna