In questi giorni, dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso alla decisione di interrompere l’alimentazione forzata su Eluana Englaro, penso tantissimo a lui, a Beppino Englaro. Vorrei potergli trasmettere anche la mia forza e di tutti quegli Italiani, che sono tanti, che credono nel diritto ad una vita ed anche ad una morte serena.
Penso a quanto questo padre avrà sperato e lottato per la vita della sua figlia, a quanto dolore in 17 anni avrà sentito e dovuto accettare. 17 anni. Anni in cui i riflettori non si occupavano di Eluana, ma lui e sua moglie si. Chissa per quanto tempo avranno sperato in un risveglio, in un cenno in una speranza.
Tutti noi abbiamo visto il volto bello, giovane e felice di Eluana tanti anni fa. Voglia di vivere. Appunto: di vivere. Ed un desiderio espresso, quello di non vegetare eternamente.
Beppino ha avuto il coraggio di battersi per il rispetto della volontà della sua amata figlia. Chi più di lui sa dei suoi desideri e delle sue condizioni dopo 17 anni di vita vegetale?
Tutti si sono occupati del caso. Vegognosamente si è imposta una intrusione anche del Parlamento. Poi la Regione Lombardia, la Chiesa, e stasera ho visto esponenti del movimento della vita con i cartelli fuori dalla clinica in cui Eluana dovrebbe finalmente poter riposare in pace. Mi sono venute in mente immagini folli fuori dalle cliniche americane dove si pratica l’interruzione di gravidanza..i movimenti antiabortisti esasperati.
Chi sono tutti loro per potersi permettere una tale ingerenza nella vita e nelle scelte delle persone? Perchè in questo Paese permettiamo alle convinzioni religiose di poter influire sulle decisioni dello stato e sui diritti individuali?
Siamo con te Beppino, con Eluana e la sua volontà. Ci batteremo perchè la tua battaglia ci aiuti ad avere una legge giusta in questo Paese. La politica, quella vera che si occupa delle persone, dei loro bisogni, dei loro diritti dovrà dimostrare di essere all’altezza.