L’azienda Clendy di Casoria ha ritirato la campagna con la “donna cadavere” e lo strofinaccio. È grave che ciò avvenga solo in conseguenza di un intervento politico, a testimonianza di quanto ci sia ancora da lavorare in questo Paese per l’affermazione di un modello culturale diverso, basato sul rispetto tra i generi, che metta al bando stereotipi e violenza sulle donne. Una battaglia, che si combatte soprattutto sul piano culturale, per questa ragione ho promosso insieme ad altre deputate e senatrici del Pd e di Sel, una lettera indirizzata al presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini per chiederle di intervenire nei confronti dello Iap (Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale) affinché il manifesto offensivo che faceva un riferimento esplicito alla violenza fosse ritirato. Nei giorni scorsi, poi, ho ripresentato anche la proposta di legge a tutela dell’immagine della donna nei media e nella pubblicità di cui sono prima firmataria (Proposta di legge n.4424 – Norme per la parità di accesso ai mezzi di comunicazione nella campagna elettorale e istituzione dell’Agenzia per la parità, per la non discriminazione tra i generi e per la tutela della dignità della donna nell’ambito della pubblicità e della comunicazione). E’ tempo che cadano gli alibi e che le parole, le immagini, e ogni forma di comunicazione tornino a essere responsabili.