Il nostro Paese ha bisogno di una seria riforma che metta ordine sul sistema degli enti locali, ma a farne le spese non possono essere le Province. Sono convinta che sia necessario un riordino dei livelli istituzionali e una riallocazione delle competenze e delle funzioni, al fine di scongiurare i pericoli di mal funzionamento della macchina amministrativa e i disagi dei cittadini. Per questa ragione, ho voluto appoggiare, inviando una lettera di sostegno al presidente della Provincia, Simone Bezzini e al presidente del consiglio provinciale, Riccardo Burresi, le ragioni della mobilitazione promossa dall’Upi (Unione Province d’Italia) che anche a Siena ha portato alla convocazione della seduta straordinaria del consiglio provinciale. Un’iniziativa importantissima che condivido, perché per rivedere l’insieme della spesa pubblica e la sua efficacia è necessario sgomberare il campo dal clima di delegittimazione delle istituzioni, che da troppo tempo viene alimentato da alcune forze politiche del nostro Paese e che rischia di ostacolare un lavoro serio, che ha come unica finalità il governo del territorio. Non si sconfigge l’antipolitica rispondendo sullo stesso terreno. Servono, piuttosto, azioni concrete volte a razionalizzare le risorse, per rendere sempre più efficiente il sistema della pubblica amministrazione. In territori come il nostro la Provincia è il principale punto di riferimento per le politiche economiche, per la gestione delle crisi aziendali, per il pieno utilizzo delle risorse comunitarie e per la programmazione dei servizi e delle politiche del lavoro. Come amministratrice regionale, ho avuto modo di sperimentare sul campo l’importante ruolo di coordinamento che la Provincia di Siena, e tutte le altre amministrazioni provinciali, svolgono al servizio dei cittadini. Depotenziare le funzioni delle amministrazioni provinciali è, quindi, un rischio per la democrazia dei nostri territori, che sarebbero privati di un ente impegnato nell’espletamento di funzioni fondamentali: dall’agricoltura alle strade; dai trasporti ai centri l’impiego, fino alle fondamentali politiche a sostegno dello sviluppo economico e quindi al ruolo svolto dalla giunta Bezzini sulle crisi aziendali che, purtroppo, hanno colpito anche il nostro territorio. Sostengo, quindi, con convinzione le proposte presentate dall’Upi, nella speranza che la Regione Toscana sappia utilmente rappresentarle e tradurle nel suo iter legislativo.
One thought on “Con la cancellazione delle Province viene meno un importante presidio democratico del territorio”
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Ci fu un tempo in cui molte delle funzioni che erano delle Questure e delle Prefetture, furono trasferite agli Enti Locali del Territorio. Ciò portò alla necessità di riorganizzarne gli uffici ed a quella di potenziarne gli organici (oppure no!!) con la conseguenza di un lungo periodo di disagi per i Cittadini, sino alla avvenuta metabolizzazione dei nuovi impegni.
L’abolizione delle Province, così come attualmente prevista, creerebbe un nuovo sconquasso nelle
Amministrazione Locali, un allontanamento dei punti di riferimento politici verso la centralità regionale per quelle competenze che sarebbero trasferite alla Regione, con la logica conseguenza di una ripercussione negativa per le esigenze di soluzione delle varie problematiche che i Cittadini pongono attualmente ai vari Organi ed Uffici della Provincia.
Non ho la pretesa di proporre soluzioni, ma ritengo che, se un dimagrimento delle Province e degli Organi delle stesse sia una effettiva necessità per ridurre i costi dell’insieme della macchina “Stato”, ciò dovrebbe avvenire nel contesto di una più ampia riforma che coinvolga tutte le Istituzioni e non con il taglio “una tantum” di un così inportante settore intermedio degli Enti Locali a cui fanno attualmente riferimento tantissime funzioni di tutela e salvaguardia del territorio e della cittadinanza.