E’ con la nascita del Partito Democratico che è iniziato il mio impegno sul campo, intrapreso con la determinazione e l’entusiasmo di un cittadino desideroso di declinare in azioni concrete gli ideali di uguaglianza, giustizia sociale, libertà, partecipazione attiva e spirito di servizio per la “cosa” pubblica.
Immagino la mia candidatura come l’inizio di un cammino da percorrere insieme con tante persone, seguendo progetti, ideali, idee che guardano al futuro, per costruire un partito unito, libero da correnti o divisioni. Solo il libero confronto e la dialettica, all’interno di una visione comunque di unità del partito, ci permettono di riflettere sui contenuti e di essere forti e radicati nella nostra comunità. Grazie anche alla straordinaria esperienza di Consigliere Comunale, avviata a giugno 2009 dalle frazioni di Bellavista, Lecchi e Staggia e proseguita, anche per la mia formazione professionale, soprattutto su temi dell’ambiente, del territorio e dello sviluppo economico, ho maturato alcune idee, che vorrei condividere con tutti voi, certo che ciascuno possa apportare il proprio contributo per realizzare il partito che vogliamo, il futuro che vogliamo, il cambiamento pretesi dal nostro tempo.
Dobbiamo ricostruire per le nuove generazioni e, più in generale, per il nostro Paese, un messaggio di speranza, a partire anche da ciò che le amministrazioni, che si sono succedute da 20 anni ad oggi, hanno realizzato a Poggibonsi, cambiandone profondamente il volto, facendo crescere la città,valorizzandone la storia e dunque migliorandone significativamente la qualità della vita.
Tutto questo patrimonio deve rappresentare una guida per il nostro congresso, al quale, forse perché mi ritengo un “romantico rivoluzionario”, vorrei apportare una miscela di razionalità e sogno, sogno che per me oggi, in punta di piedi, si è comunque già realizzato qui, insieme a tutti voi. Poggibonsi, è una città in cui la sinistra e il centrosinistra hanno sempre governato, in cui l’attenzione verso la politica, il diffuso civismo, l’impegno sindacale, la struttura produttiva di piccole e medie imprese, il buon funzionamento dei servizi hanno caratterizzato e determinato un tessuto democratico radicato, riconoscibile, forte.
La crisi che stiamo vivendo non tocca solo l’economia, ma le persone, le loro relazioni, la loro fiducia nel futuro, nella città, nelle istituzioni. Anche per questo un periodo tanto lungo di difficoltà organizzative, di vuoto, nel PD consegna, a tutti quanti noi, una responsabilità grande: riprendere le redini di una storia, ricostruire, generare una rinnovata stagione di confronto sereno e trasparente nell’interesse delle città, dei nostri elettori, del futuro che dobbiamo concorrere a generare. Questo ci si aspetta dal PD. A questo dobbiamo pensare.
In questi anni tante delle ragioni che hanno allontanato i cittadini dalla politica, qui come nel più generale contesto nazionale, stanno nella diffusa percezione della sua inutilità, della sua distanza dalla concretezza della quotidianità delle persone.
La politica, il ruolo di un partito devono invece confrontarsi con l’esatto contrario: esprimere una visione del mondo, o, nel nostro caso, di una comunità, e impegnarsi per realizzarla. Io vorrei provarci assieme a voi. E’ proprio questo il senso della mia candidatura: cercare di costruire attraverso il legame con questo territorio lo slancio per inseguire nuove idee, tanto indispensabili quanto richieste dai nostri elettori e, più in generale, dall’evolversi della società. Se cammineremo insieme, senza divisioni, in modo propositivo, convinti delle nostre potenzialità, otterremo davvero un “nuovo metodo”, altrimenti rischiamo di imbatterci in una realtà artefatta, lontana dai nostri principi e valori fondanti.
Ho deciso pertanto di rappresentare le questioni chiave attorno alle quali interrogarci, elencandole, senza pretesa di esaustività e senza un ordine di
priorità.
Questo è il partito a cui penso:
Consenso con una visione di futuro: solo dal basso verso l’alto, ascoltando la popolazione dei nostri iscritti e il sentire dei nostri cittadini ricostruiremo consenso autentico. In questo senso, dobbiamo costruire insieme, immaginandoci dove vorremmo essere da oggi per i prossimi anni, senza promesse illusorie e irraggiungibili ma, al contrario, con
un progetto paese/di comunità;
Trasparenza: condivisione delle decisioni in seno a assemblee pubbliche aperte, con verbali redatti in ogni seduta e condivisi con gli iscritti presenti e non, restituendo a ogni sessione di voto il proprio valore specifico. Questa è la ricetta per allontanare i rischi di correntismo, personalismi e autoreferenzialità di cui anche il nostro partito, soprattutto a livello nazionale, è interessato. E inoltre promuoviamo un coinvolgimento più largo possibile, occasioni di incontro, scambio di idee nei luoghi che abbiamo (circoli) e in
quelli che vorremo darci, in modo tradizionale o innovativo (come, per esempio, la rete, referendum, questionari);
Meritocrazia: premiare la partecipazione, l’impegno, l’innovazione, le competenze in ogni ambito e livello, dando vita a meccanismi di crescita interna al partito basati su aggiornamento, formazione, criteri obiettivi e facilmente dimostrabili (come, per esempio, il contributo apportato a ogni iniziativa del partito in autofinanziamento, come la festa democratica), aspetti irrinunciabili per costituire una rinnovata classe dirigente;
Coerenza: la classe dirigente per prima deve trasmettere lo “spirito di servizio”, senza perseguire vantaggi personali, e rispettando principi di trasparenza e coerenza a (per esempio, rispettando limiti di mandato, il numero di incarichi previsti dalla statuto, limitando i propri eventuali compensi nati da incarichi entro limiti di ragionevolezza). L’obiettivo è
dunque quello di impedire l’accumulo di cariche politiche e conflitti politici/professionali, come previsto tra l’altro dalle normative. Un rappresentante istituzionale deve essere nelle condizioni personali che consentano di assumere decisioni nell’incondizionato interesse della comunità;
Responsabilità e organizzazione con parità di genere: sia ai membri della segreteria (che immagino snella, perché sia veramente proattiva e efficace) che ai segretari di circolo, equamente distribuiti tra uomini e donne, devono essere assegnati precisi compiti e ambiti di responsabilità da rendicontare e verificare periodicamente, con
l’obiettivo di istituire incontri tematici e forum con personale esperto interno/esterno al PD. Mi aspetto che ciascun membro della segreteria apporti il proprio contributo per suggerire e organizzare iniziative nel settore di proprio interesse. Ogni segretario di circolo dovrà garantire regolari aperture settimanali dei circoli, che dovranno tornare a essere luoghi di spunti, riflessioni e iniziative ludiche/culturali ben ponderate e “pubblicizzate”.
Apertura del Partito: da intendersi verso iscritti ed elettori, all’interno dei circoli e, in generale, delle città, non solo come uno slogan ad hoc per le occasioni di voto, ma come un atteggiamento concreto, come la radice dei nostri interessi, la linfa della nostra determinazione, consapevoli che da ogni persona o situazione, talvolta anche appartenente o frutto di una diversa visione politica, si possa trarre uno spunto per mettersi costruttivamente in discussione;
Comunicazione tra ieri e oggi: è indispensabile sfruttare la tecnologia e le relative piattaforme per scambiare informazioni, senza per questo mettere in secondo piano dialogo, volantinaggio, stampa, periodici gazebo per incontri nella città, davanti ad alcuni luoghi di lavoro, di impresa, di studio. La comunicazione nasce per sua natura da un mix di strumenti e possibilità. In questo senso “porta a porta”, relazioni e incontri personali sono parte integrante di noi e della visione che abbiamo dell’uomo inserito in una comunità reale. Sarebbe altrettanto importante, compatibilmente con risorse disponibili e condivise priorità, valutare l’opportunità di munire i circoli di adeguata strumentazione elettronica (almeno un computer e accesso a Internet);
Razionalizzazione e trasparenza dei costi: valutare l’opportunità di centralizzare alcuni circoli, offrendo agli iscritti bilanci di partito trasparentemente condivisi, con obbligo di puntuale e documentata rendicontazione dei costi per conseguenti rimborsi solo per un limite massimo percentuale;
Ascolto di lavoratori e imprese: la condivisione, la conoscenza e la soluzione ai problemi nascono dall’ascolto dei bisogni del mondo del lavoro e delle imprese, tornando nelle fabbriche e cercando di immaginare, alla luce della globalizzazione e dell’attuale ciclo economico, i margini di competitività e innovazione che possano essere tradotti in valore
(nuovi metodi produttivi, nuove quote/aree di mercato, nuovi posti di lavoro) per il “Made in Italy”, stimolando maggiormente la domanda interna su cui non sono più rinviabili le riforme sul piatto del governo nazionale.
Incontro generazionale: oggi si pone l’esigenza della costruzione di una nuova classe dirigente, ma occorre far tesoro delle differenze generazionali, imparando dall’esperienza dei più maturi per costruire i pilastri sociali/culturali/economici per i più giovani, che solo così riscopriranno l’Italia come opportunità irrinunciabile. Infatti, come ci insegna Enrico Berlinguer, “la prima, essenziale, semplice verità che va ricordata a tutti i giovani è che se la politica non la faranno loro, essa rimarrà appannaggio degli altri, mentre
sono loro, i giovani, i quali hanno l’interesse fondamentale a costruire il proprio futuro e innanzitutto a garantire che un futuro vi sia”. La segreteria e
l’assemblea dovranno quindi sostenere le iniziative dei Giovani Democratici, stimolando la loro partecipazione attiva;
I numeri e, poi, le idee?: invertiamo l’ordine, prima costruiamo buone idee, e, poi, contiamoci pure… Non possiamo infatti accettare compromessi propri di posizioni e metodi politici antitetici ai nostri valori, a discapito della costruzione di un comune sentire, pensare e agire. Il frutto di una sintesi tra le varie sensibilità, ricchezza acclamata tra i nostri pilastri fondanti, non può e non deve essere mai sacrificata a logiche di mera spartizione di potere né a ragioni di personale convenienza;
Il partito, come strumento di organizzazione di ascolto, di raccolta e indirizzo del consenso, è per sua natura luogo di elaborazione e di idee per la costruzione del futuro a cui dobbiamo guardare con la consapevolezza della crisi, ma anche con coraggio e determinazione. Queste sono le idee guida in cui credo:
Politiche di area come valore; condividere le scelte strategiche (urbanistiche, economiche, sociali, servizi pubblici) con l’area della Valdelsa senese. Costruire forti legami di gestione comune con Colle, San Gimignano, Casole, Radicondoli è prioritario. Ma importante deve essere il lavoro con la Valdelsa fiorentina (in particolare, Certaldo e Barberino Val D’Elsa), ricercando interessi di area, affrontando assieme le sfide per il rilancio dell’economia, per lo sviluppo urbanistico, per la sostenibilità economica e la qualità dei servizi
pubblici, sociali e sanitari, anche alla luce della prossima abolizione delle Amministrazioni Provinciali;
Lavoro, economia, impresa: sono gli assi portanti, le priorità, nella consapevolezza che l’amministrazione ha margini limitati, ma che la collaborazione porta a buoni frutti, come dimostra il progetto Competitività in Valdelsa grazie al quale sono stati attivati fondi regionali, dal bando ricerca e sviluppo, per nostre imprese, a favore dell’innovazione
Turismo da scoprire e valorizzare/best practice: Il turismo è un asset strategico su cui dobbiamo investire di più, insieme agli altri comuni della Valdelsa. Fondamentale il turismo che può nascere dalla valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, dall’incontro tra arte ed enogastromia, ma anche dall’incontro tra arte, cultura, manifattura, artigianato. Altrettanto importante sarà lavorare sulla nostra offerta ricettiva, troppo ancorata a una vocazione prettamente di business/lavorativa/industriale. In quest’ottica ritengo di fondamentale importanza sviluppare ulteriormente il percorso (intrapreso con Colle Val D’Elsa) dell’Osservatorio Turistico di Destinazione (OTD), che si inserisce all’interno della rete europea denominata NECSTour, con l’obiettivo, fra gli altri, di misurare la sostenibilità del turismo rispetto alle risorse naturali/culturali del territorio;
Fondi Europei: anche attraverso la condivisione delle “migliori pratiche” a livello europeo, dobbiamo pensarci sempre più cittadini del mondo, confrontandoci con territori e organizzazioni nazionali/internazionali, per incentivare la continua partecipazione delle nostre istituzioni a percorsi progettuali che, pur con un necessario cofinanziamento, determinano, come dimostra il PIUSS (Piano Integrato Urbano di Sviluppo Sostenibile, il progetto sviluppato con Colle che ha visto tra gli altri il finanziamento dell’ex Burresi,
della stradina verde sulla vecchia ferrovia Colle-Poggibonsi, del recupero delle mura della Fortezza), importanti vantaggi competitivi per le imprese e conseguenti ricadute occupazionali.
Cultura, impresa, territorio: anche alla luce delle sensibili trasformazioni, riqualificazioni e ricerche che hanno interessato il nostro territorio, fra cui, per esempio, la realizzazione di piste ciclabili, la realizzazione del parco urbano dedicato a Falcone e Borsellino, gli scavi archeologici condotti nell’area del Cassero, il recupero dello stesso Cassero, l’inaugurazione dell’ex Burresi dovremmo interrogarci su possibili interazioni tra impresa e cultura, ipotizzando e creando le condizioni per promuovere “pacchetti”, che mettano in rete visite presso le nostre aziende da abbinare all’offerta culturale del nostro Politeama o a escursioni/gite presso le innumerevoli opportunità/luoghi di interesse anche attorno a Poggibonsi, non ultima la via Francigena;
La cultura come opportunità di impresa: come reinventeremo le nostre aziende? Questo è un territorio a prevalente vocazione manifatturiera, e così vuole rimanere, ma perché non pensare anche di investire sull’impresa creativa, in campo culturale e non solo? Può essere un segmento da sostenere nell’ambito di processi innovativi. Può essere un modo per stimolare anche il tessuto artistico locale. Può essere un modo per continuare a far crescere l’offerta culturale, che si è moltiplicata negli ultimi 10 anni, lanciando Poggibonsi in una dimensione regionale e nazionale che le è propria, valorizzandone la storia e l’identità. In un territorio di imprese, piccole e medie, in un territorio operoso, curioso, oggi
l’aspettativa è quella di avere un’offerta culturale che pone Poggibonsi al livello dei capoluoghi toscani, che ci fa dialogare con le esperienze piùinnovative del nostro paese
Socializzazione: certe aree della città, causa anche la mancanza di occasioni di incontro, rischiano di trasformarsi in quartieri “dormitorio”, determinando uno scollamento più o meno latente della società e l’accentuarsi di atteggiamenti di scarso senso civico; sarà nostro dovere promuovere occasioni di incontro, di confronto e campagne di ascolto in
queste realtà;
Welfare: il numero di utenti serviti, ben superiore rispetto al bacino ipotizzato prima della sua realizzazione, e la qualità dei servizi erogati ci confermano l’importanza del complesso di Campostaggia nella Sanità ospedaliera, non solo per Poggibonsi e la Val d’Elsa senese, ma in ambito provinciale e regionale. Accanto a questo è opportuno riflettere e valorizzare ulteriormente, anche in un’ottica di area, il ruolo della Fondazione Territori e Servizi sociali, in cui i sindaci dell’Alta Val d’Elsa perseguono l’obiettivo di un’integrazione dei servizi socio-sanitari, garantendo comunque ai nostri territori un’offerta diffusa e di qualità, nonostante i tagli e la spending review, di considerevole qualità e quantità. Per i prossimi anni auspico il mantenimento e l’ulteriore sviluppo di servizi rivolti alle famiglie e ai minori (quindi, al nostro domani). Ritengo altrettanto fondamentale adottare tutte le
possibili strategie e sinergie con i vari attori in campo per la lotta alla violenza di genere;
Il partito e l’amministrazione: dobbiamo elaborare gli indirizzi e comunicare correttamente all’esterno le attività e le scelte “possibili” dell’Amministrazione, che deve essere costantemente affiancata e stimolata dal nostro partito, quale punto di riferimento/confronto costruttivo per fronteggiare la variabilità spesso indesiderata e penalizzante che scaturisce da condizioni al contorno difficilmente governabili. Al contempo, le evidenti difficoltà che affliggono il nostro sistema paese non devono farci perdere la convinzione nelle nostre priorità;
Tutti i temi di cui ho parlato hanno dei valori e dei fondamenti generali essenziali, che interessano tutto il nostro paese: Equità, giustizia, legalità: la lotta all’evasione fiscale (per una
ridistribuzione/riequilibrio della pressione fiscale e, conseguentemente, della ricchezza) e un sistema giudiziario adeguatamente dimensionato, moderno e efficiente rappresentano i presupposti irrinunciabili per ricercare sempre e a ogni costo la lealtà e la legalità, non stancandoci di diffondere il senso dello stato nelle scuole, nello sport, nel lavoro;
Attenzione al volontariato: da sempre uno dei pilastri del nostro senso civico, deve essere stimolato e salvaguardato in ogni forma e ambito di applicazione, non ultimo all’interno del nostro partito. Infatti il “non professionismo”, se da un lato potrebbe essere motivato da una disponibilità di tempo libero presumibilmente inferiore, dall’altro rappresenta garanzia di libertà e di indipendenza, porta di un’auspicata quanto necessaria spontaneità e naturalezza. E’ anche in questa ottica che ciascuno dovrebbe impegnare una parte del proprio tempo per gli altri, con sincero senso di solidarietà verso i più deboli e i meno fortunati;
Formazione, Scuola, Ricerca: lo sviluppo e la democrazia di un paese/territorio passano da qui, indipendentemente dal momento storico/economico. Basti pensare che anche nei momenti di crisi più acuta, mentre Francia e Germania hanno incrementato i propri investimenti l’Italia ha ridotto le già esigue risorse dedicate alla ricerca. Nonostante questo, le
nostre Università, da cui nostri laureati escono per scoprire troppo spesso migliori opportunità all’estero, non adottano ancora meccanismi di sufficiente trasparenza per limitare fenomeni come baronie e clientelismo, autentiche fonti di inefficienza e spreco che sottraggono risorse indispensabili per il futuro delle nuove generazioni;
Integrazione: scoprire la multietnicità come straordinaria occasione di conoscenza, favorendo momenti di incontro e azioni condivise, possibilmente fra più territori, per trasformare le differenze in valori incentivanti. A volte nelle cose più semplici possiamo scoprire come culture di paesi geograficamente distanti racchiudano sensibilità e passioni
straordinariamente vicine;
Prossimi impegni concreti: dovendo immaginare le scadenze più vicine, da avviare presumibilmente alla conclusione delle fasi
congressuali, suggerirei:
l’avvio di una campagna di ascolto della città su servizi sociali, scuola, sanità e
mobilità, costruendo eventualmente insieme questionari che agevolino le
risposte di cittadini/iscritti;
promuovere incontri sulla città del futuro con giovani professionisti;
esplorare e ipotizzare nuove forme di civismo, sia per cercare di garantire i
beni primari che le difficoltà economiche del nostro tempo stanno mettendo
a repentaglio (tramite gruppi di acquisto solidale) sia per agevolare percorsi
di condivisione da parte di famiglie con problematiche comuni (attraverso
gruppi di auto aiuto).
Concludo con una bellissima frase di Aldo Moro, con l’augurio che
accompagni le nostre coscienze; “quando si dice la verità non bisogna dolersi
di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi”.
Non è importante il risultato mio,
ma, sempre e comunque tutti
insieme, il nostro.
One thought on “Con le radici e con le ali – MAURIZIO PELOSI, Candidato del Pd a Segretario dell’Unione Comunale”
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