Con Marga se ne va un esempio raro di impegno politico

Marga ci ha lasciati qualche giorno fa, a 87 anni se n’è andata in punta di piedi, con discrezione e riservatezza, con lo stile che ha sempre caratterizzato la sua vita. Non desidero commemorarla, lei si arrabbierebbe molto, ma vorrei ricordarla con il mio tratto, la mia esperienza e con il grande affetto che ho avuto per lei. Marga è stata una donna importante per la mia vita e per il mio avvicinamento all’impegno politico, una donna significativa per tante altre donne di Poggibonsi e della Valdelsa e per la rinascita della città dopo la guerra. Credo di aver imparato da lei più che da altri il vero significato di “passione politica”, di quel sentimento che ti muove, ti fa sentire parte di un grande progetto e motore di una grande macchina in movimento. La sua passione le faceva salire e scendere scale dei condomini, suonare campanelli e bussare alle porte dei residenti di via Trieste (dove anche io ho abitato a lungo), di piazza Frilli e del centro storico. Lo faceva per portare un giornale (che fosse l’Unità o Noi Donne), per chiedere l’iscrizione al suo partito (il Pci), per chiedere un voto, ma anche per portare risposte (da brava e competente impiegata del patronato) su una pensione, su un problema di lavoro o su una busta paga. Non le sfuggivano i problemi o il disagio, non trascurava le critiche verso la politica o verso l’amministrazione e si impegnava a capire e ad affrontare con gli amministratori, con il segretario del partito o del sindacato, il problema che le veniva presentato. Da lei ho imparato ad ascoltare, con lo stesso interesse, le parole dei grandi leader e dell’operaia della “Cirano”. Faceva politica nel modo più nobile e disinteressato, con amore e generosità, si è battuta con grande energia per i diritti delle donne e dei lavoratori. Da ragazzina l’ho accompagnata spesso in quelle visite nel centro storico di Poggibonsi, aveva sempre una risposta per tutti e quando non ce l’aveva si impegnava per poterla dare la volta successiva. Era straordinaria la sua conoscenza del territorio, delle famiglie e dei problemi che potevano esserci. La presenza dei giovani le faceva brillare gli occhi, ma è sempre stata esigente con se stessa e con gli altri. Non le piacevano gli atteggiamenti opportunisti e furbeschi, lo scarso impegno e la leggerezza. La sezione, il sindacato, l’Udi, il Distretto socio sanitario, il Centro anziani di Poggibonsi, l’Anpi. Sono tante le dimensioni del suo impegno ma se qualcuno cercasse di censirne gli incarichi resterebbe deluso, perché li ha sempre lasciati agli altri, ha sempre scelto di essere “una militante”, una donna presente ma libera di dire sempre cosa pensava. Credo che abbia sempre applicato la massima gramsciana che richiamava quel “Pessimismo dell’intelligenza, e ottimismo della volontà”, non mancando mai, ma senza risparmiare critica e punto di vista. Per tanto tempo è stata per me uno straordinario punto di riferimento. Ricordo di aver riletto con lei i mie primi interventi politici, di essere stata incoraggiata e supportata. Con gli anni, pur essendo io lontana da via Trieste, ha sempre seguito con affetto le cose che facevo. Ci teneva ad avere i miei interventi, a leggere quello che scrivevo, anche quando la salute le ha tolto un po’ di autonomia. Credo di non averla mai vista in disordine. Ben pettinata, gonna e camicetta, preferibilmente annodata al collo, nella sua semplice eleganza, con la sua borsetta, dentro alla quale c’era sempre un appunto, una tessera da consegnare o magari il calendario di “Noi donne”. Una donna autonoma, in un periodo in cui era difficile esserlo, una donna molto franca e poco malleabile, affatto avvezza ai compromessi, e forse per questo non sempre comoda. Una donna con la quale era un piacere discutere di politica, sempre attenta e curiosa. Erano tante le cose che negli ultimi anni la deludevano, le rendevano incomprensibili posizioni, avvenimenti e protagonisti della nostra epoca. Un’epoca in cui a caratterizzare l’impegno politico non sempre c’è la passione, l’altruismo e il merito. Marga mi mancherà moltissimo, ma mancherà a una comunità, a uomini e donne che l’hanno incontrata, conosciuta e che con lei hanno discusso. Mancherà molto alle persone che, come Franca, Gina e altre, le sono state vicine fino all’ultimo momento.

Ciao cara Marga, so che i partecipanti al corteo del Primo Maggio, al passaggio da via Trieste alzeranno la testa verso la tua finestra, quella finestra dalla quale, per tanto tempo con un sorriso hai salutato le bandiere e i manifestanti. Grazie per quanto hai saputo dare a tutti noi.

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