“Il processo legislativo è complicato, e ci troviamo in una fase difficile in questo momento. Per la legge sul biologico la norma è stata approvata con grande maggioranza, nonostante le polemiche da una parte del mondo scientifico. Anche la legge sul consumo suolo era stata approvata dalla camera, prima di essere fermata al senato. Invece la legge sulla biodiversità è stata approvata da camera e senato. Questo significa che si può riuscire a creare una larga maggioranza e condivisione sui grandi temi di interesse collettivo.” Così Susanna CENNI, vicepresidente comagri camera.
“Quello dei cambiamenti climatici è un tema che un paese non può affrontare da solo, ma bisogna lavorarci a livello mondiale e comunitario. Vi è però una pesante correlazione tra fenomeni calamitosi e donne, poiché sono proprio quest’ultime a subire più profondamente gli effetti dei cambiamenti climatici, specialmente nel sud del mondo. E profondo è anche il nesso con la povertà, dove anche in questo caso le donne sono la parte più debole. Ma grande potenzialità hanno le donne nel contrasto a effetti climatici e tanti sono i temi su cui intervenire, perché c’è un legame profondo tra queste sfide ambientali e la componente decisionale ricoperta dalle donne” prosegue CENNI.
“Protocollo di stato firmato a Torino è molto importante, in quanto è assolutamente necessario il bisogno di definizioni trasversali per rendere efficaci queste politiche. Si può fare di più però, come riguardo ai temi di accesso al cibo, il quale non è legato ad una maggiore produzione ma bensì al tema delle disuguaglianze. Vi è una parte del mondo in cui questo cibo è troppo, mentre in un’altra parte non ne arriva a sufficienza. Occorre produrre meglio, con un minor impatto ambientale e creando uguaglianza e maggior accesso al cibo, perché già quello a disposizione oggi potrebbe sfamare l’intera popolazione mondiale. Costruire rete di donne, si può fare. Sono convinta che le donne sono la chiave di volta, anche sui temi delle sfide ambientali. Ieri è stata approvata una legge che vieterà aste a doppio ribasso e valorizzerà le filiere etiche, potendo così anche aiutare le reti di imprese al femminile. Donne devono essere più presenti negli organi decisionali del mondo agricolo. Imprese condotte da giovani e donne sono quelle con maggiori performance, investire di più nelle donne allora. Alcune cose sono da correggere però, la politica deve aiutare le donne nell’agricoltura, ma non è giusta la norma che affida la terra a chi fa il terzo figlio, perché la donna non è una riproduttrice. Occorre puntare allora ad altre forme più virtuose e più dignitose del ruolo delle donne.”