Conferenza delle Commissioni Agricoltura dei parlamenti dell’UE “PAC 2020: dal dibattito all’accordo”
Helsinki, 27 e 28 ottobre
Il 28 ottobre 2019 si è svolta a Helsinki la Conferenza delle Commissioni agricoltura dei Parlamenti dell’Unione europea, organizzata dalla presidenza finlandese del Consiglio dell’UE.
Come vicepresidente della XIII Commissione (Agricoltura) ho fatto parte della delegazione, costituita, altresì, dall’on. Gianpaolo Vallardi, presidente della 9a Commissione (Agricoltura).
I lavori della conferenza si sono articolati in due sessioni dedicate ai seguenti temi: le proposte della Commissione europea sulla politica agricola comune (PAC) oltre il 2020 e i cambiamenti climatici come elemento della politica agricola. La conferenza ha discusso di questi argomenti in linea con il tema generale della presidenza finlandese: “Dal dibattito all’accordo”.”.
La Conferenza si è aperta con i saluti e gli interventi introduttivi del presidente del Parlamento finlandese, Matti Vanhanen, e della presidente della Commissione Agricoltura e delle Foreste, Anne Kalmari.
La presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento finlandese, Anne Kalmari, ha lamentato i tagli ascritti al sistema dei pagamenti diretti nell’ambito del II Pilastro, un sostegno che permette agli Stati di garantire una buona tenuta ecologica. Kalmari ha evocato, altresì, l’importanza dei pagamenti diretti accoppiati alla produzione per promuovere l’agricoltura del nord e la necessità di mantenere alta la qualità della produzione e del benessere degli animali, di incoraggiare la fotosintesi naturale, attraverso lo sviluppo della bioeconomia, e di lavorare per una catena alimentare equa e funzionante. La presidente ha concluso evidenziando l’importanza dei sussidi e degli accordi tra Stati per attuare la convergenza esterna.
Nel corso della prima sessione è intervenuto il direttore generale della DG Agricoltura e Sviluppo rurale della Commissione europea, Jerzy Plewa, il quale ha ricordato che il dibattito sulla PAC in Consiglio dei ministri è ancora in corso e che durante il Consiglio europeo del 17/18 ottobre 2019 sono state esaminate questioni chiave legate al prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP), tra le quali il livello complessivo della spesa, le quote spettanti ai diversi settori, il finanziamento, comprese le entrate e le correzioni, nonché le condizionalità e gli incentivi.
La Presidenza finlandese è stata invitata a presentare uno schema di negoziato prima del Consiglio europeo del dicembre 2019 e a stabilire un calendario per le prossime discussioni. Jerzy Plewa ha ricordato, altresì, che alcuni Stati membri preferiscono attendere gli esiti sul QFP prima di affrontare la riforma della PAC. In conclusione, il direttore generale ha evocato alcuni temi di grande interesse tra cui la lotta ai cambiamenti climatici e il green deal europeo fortemente voluto dalla Presidente della Commissione europea, Von der Layen: si tratta di una nuova architettura verde che prevede di destinare al clima il 40 per cento del budget della PAC e il 30 per cento del secondo pilatro (sviluppo rurale).
E’ poi intervenuto il sottosegretario al Ministero dell’agricoltura finlandese, Jari Partanen, il quale ha precisato che i nuovi Piani strategici nazionali non hanno lo scopo di nazionalizzare, ma di lasciare agli Stati membri la possibilità di stabilire autonomamente le proprie necessità sulla base di una migliore conoscenza del proprio territorio.
Nel corso del suo intervento, il vicepresidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Francisco Guerreiro, ha espresso preoccupazione in merito ai tagli al budget destinato alla PAC e ha individuato alcune questioni su cui, a suo avviso, le istituzioni dell’UE dovrebbero discutere, vale a dire la governance dei piani strategici nazionali, la ridistribuzione dei pagamenti diretti, l’imposizione del tetto obbligatorio (capping), troppo restrittivo per alcuni Stati membri, nonché l’aggiornamento delle condizionalità.
Infine, è intervenuto il segretario generale del COPA, Pekka Pesonen, che ha auspicato il mantenimento degli attuali livelli di finanziamento della politica agricola, per consentire all’UE di affrontare le sfide che le si presentano senza danneggiare gli agricoltori.
Nel corso del successivo dibattito, un numero significativo di delegazioni nazionali ha espresso netta contrarietà ai tagli al budget destinato alla PAC, chiedendo che il futuro bilancio resti ai livelli attuali. Un altro aspetto largamente messo in evidenza nelle discussione è stata la necessità di tenere nella massima considerazione le richieste dei consumatori e la salvaguardia del benessere degli animali. Tra i temi affrontati anche la perdita della biodiversità, i rischi che possono derivare dal processo di rinazionalizzazione della politica agricola comune, la convergenza tra gli Stati e gli standard socio-ambientali.
Nel corso del mio intervento, ho posto in evidenza alcuni aspetti contraddittori con gli indirizzi di fondo della PAC ed in particolare:
- la convergenza esterna, che potrebbe generare “dumping sociale” tra gli Stati membri;
- i nuovi piani strategici nazionali, perché alcuni indirizzi di fondo della PAC dovrebbero rimanere indirizzi europei e perché, in un paese come l’Italia, in cui le regioni hanno competenza esclusiva in materia di sviluppo rurale, vi è il rischio di un appesantimento burocratico;
- i pagamenti accoppiati che prevedano criteri più attinenti alla svolta in termini di sostenibilità (evitare i pagamenti accoppiati per la zootecnia intensiva o per gli aiuti al cotone ove c’è scarsità di risorse idriche).
Ho poi invitato a svolgere una riflessione sulla capacità del sistema europeo di resistere a politiche aggressive come quelle che consentono agli Stati Uniti di imporre dazi su produzioni dell’UE molto importanti, a seguito delle decisioni recentemente assunte dall’Organizzazione mondiale del Commercio. Al riguardo, ho invitato a riflettere sull’introduzione di aiuti che sostengano maggiormente le produzioni di qualità e le indicazioni geografiche.
Gianpaolo Vallardi, presidente della 9° Commissione agricoltura del Senato, ha condiviso le preoccupazioni espresse dalle altre delegazioni riguardo ai tagli alle risorse destinate al settore, anche in considerazione delle difficoltà in cui si trova l’agricoltura italiana a causa di eventi climatici estremi che mettono a rischio la qualità dei prodotti, il made in Italy e la dieta mediterranea.
La seconda sessione si è aperta con gli interventi dell’analista politico dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), Mr Jussi Lankoski, e del vicedirettore generale della FAO, Mr René Castro-Salazar.
Tra i temi affrontati durante il dibattito la necessità di ridurre l’impatto negativo dell’agricoltura sul clima, l’individuazione, a livello di singoli Stati membri, di misure che limitino le emissioni di metano, come il risparmio energetico, una forte espansione delle fonti rinnovabili, la valorizzazione delle potenzialità di assorbimento del carbonio legate al recupero della fertilità dei terreni e alla forestazione e l’introduzione di tecnologie innovative.
Nel corso del mio intervento ho richiamato l’auspicio della Presidente della Commissione europea circa un’Europa ad emissioni zero, ricordando che questo obiettivo non potrà essere raggiunto senza gli agricoltori protagonisti.
Mi sono soffermata sulla necessità di tenere insieme, nel modo giusto, da una parte, le politiche di contrasto alle emissioni dei gas serra e, dall’altra, il sostegno al reddito degli agricoltori, auspicando che filiere e territori produttivi ad emissioni zero possano significare un riconoscimento in termini di competitività e di prezzi. Ho poi evocato la necessità di prestare la massima attenzione alle questioni ambientali e climatiche, anche adottando pratiche innovative, modelli di intervento e scambio delle conoscenze acquisite (una sorta di open data delle modalità di intervento) sia nell’agricoltura convenzionale sia nel biologico, anche per affrontare in modo integrato e coordinato il fenomeno dell’aumento delle specie aliene, delle fitopatie e dei parassiti che stanno determinando conseguenze pesanti sul territorio italiano. Infine, ho ribadito l’impossibilità di affrontare la lotta ai cambiamenti climatici con un taglio così consistente delle risorse destinate allo sviluppo rurale, poiché è proprio con le misure del secondo pilastro che si affrontano le politiche utili al contrasto contro i mutamenti e al mantenimento delle attività nelle aree rurali ed interne.
Il senatore Vallardi ha evocato l’importanza dell’agricoltura per la lotta ai cambiamenti climatici che producono effetti negativi sia sull’ambiente sia sul lavoro e la redditività degli agricoltori. Il senatore Vallardi ha poi suggerito un uso maggiore delle nuove tecnologie e delle energie rinnovabili come il biometano, la cui produzione in Italia è osteggiata, sebbene rappresenti una soluzione.
Al termine degli interventi delle delegazioni, si sono svolte le conclusioni finali e i saluti della presidente della Commissione agricoltura e delle foreste, Ms Anne Kalmari.