“Questa relazione rappresenta un’indagine che possiamo definire un case study significativo per il tema contraffazione: si tratta del distretto tessile di Prato, peculiare per l’eccellenza del prodotto tessuto, snodo geografico e organizzativo per il comparto moda toscano, nazionale ed europeo. Leader in Italia e in Europa, con marchi importanti, con 20000 addetti, 2,9 mld di fatturato nel 2013 e 1,5 mld di export, accompagnati da capacità innovativa, nella costruzione di filiere attente alla qualità del prodotto e al suo impatto ambientale e sociale”. Così Susanna Cenni, capogruppo Pd in commissione d’indagine sulla contraffazione, è intervenuta oggi in Aula illustrando l’indagine di cui è relatrice sulla contraffazione nel settore tessile del distretto produttivo di Prato.
“La centralità di Prato – ha detto Cenni – ha convinto la commissione a una indagine sulla contraffazione e sugli strumenti per contrastarla. E’ emerso il legame profondo tra la produzione e la commercializzazione di prodotti contraffatti, la violazione delle norme sull’etichettatura, il lavoro nero e la criminalità organizzata. Abbiamo svolto missioni a Prato e audizioni, sollecitato istituzioni, forze dell’ordine, l’agenzia delle dogane, organizzazioni di impresa e sindacali, magistrati e la Regione. Innegabile il forte legame tra il fenomeno di illegalità connesso soprattutto alla violazione delle norme sull’etichettatura e la forte presenza della comunità cinese, con un insediamento di produzione e, spesso, di vita in condizioni di sfruttamento e assenza di sicurezza. Connessi all’indagine sono anche aspetti legati alla vera e propria contraffazione di marchi, che riguardano la vasta area del tessile e degli accessori della moda che vedono oltre a Prato, Firenze, il Valdarno, Empoli, Pistoia. Prato quindi centro “specializzato”, per la presenza della manifattura cinese ma anche per la connivenza con alcune imprese e professionisti locali.
“Voglio poi ricordare – ha proseguito Cenni – l’indagine svolta a Roma, con il sequestro di oltre 3 milioni di capi di abbigliamento provenienti da Prato. E la vicenda dei cinesi morti nel rogo del capannone dormitorio, che ha visto una determinante discesa in campo per volontà del Presidente Rossi della Regione Toscana con il Patto per il lavoro sicuro nelle province di Prato, Firenze, Pistoia, con 70 giovani ispettori della sicurezza nei luoghi di lavoro, stipulando un protocollo di intesa on le procure di Prato, Firenze, Pistoia”.
“Da questa indagine – ha concluso Cenni – sono emerse proposte importanti che sottoponiamo a Parlamento e Governo, più controlli incisivi sugli operatori e su chi versa nei Money Transfert, principali canali finanziari per i capitali ingentissimi della contraffazione: la certificazione etica delle filiere produttive; la tracciabilità dei prodotti; l’etichettatura dei prodotti tessili; la strumentazione tecnologica anticontraffazione; il coordinamento internazionale del sistema delle Dogane; controlli pubblici sulle attività di impresa; sostegno alle filiere del Made in Italy”.