Le ultime cronache giudiziarie a Prato e Firenze, con il lavoro intenso svolto dalle Procure delle due città, ci confermano che la contraffazione è tutt’ora una piaga del nostro tempo, perché produce lavoro nero e sfruttamento. Se c’è contraffazione non c’è luogo di lavoro sicuro. A Prato, per fare un esempio, la connessione tra sfruttamento della manodopera, condizioni di lavoro assurde e contraffazione è quasi totalizzante.
Dalle audizioni è emerso apprezzamento e forte positività del protocollo locale voluto da istituzioni, governo e Regione Toscana, come postivi sono i controlli che ogni giorno vengono svolti nelle imprese. Questo è un modello ritenuto molto positivo e da estendere. Arriveremo presto alla conclusione dell’indagine su Prato e forniremo indicazioni al Parlamento e all’esecutivo. Come Pd siamo convinti che la contraffazione si contrasta con buone norme e relative sanzioni, con una buona riorganizzazione del sistema d’indagine e di contrasto, ma prima di tutto con la costruzione di “filiere etiche” di produzione, intervenendo in maniera decisa su lavoro nero e sfruttamento, e valorizzando e sostenendo gli sforzi che molti imprenditori del Made in Italy stanno già compiendo.