È stato approvato in Consiglio dei Ministri il nuovo decreto, molto atteso, che da lunedì consentirà la riapertura di molte attività e soprattutto il ritorno a scuola per molti studenti. Sarà in vigore dal 26 aprile fino al 31 luglio e delinea una graduale riapertura, stabilendo un cronoprogramma che ci porterà, compatibilmente all’evoluzione del contagio, alla progressiva eliminazione delle restrizioni introdotte nei mesi scorsi. Dal 26 aprile, dunque, tornano le zone gialle per le Regioni che avranno dati tali da consentirlo: qui le attività di ristorazione all’aperto potranno aprire a pranzo e a cena, riapriranno anche i musei, mentre cinema, teatri e spettacoli potranno ripartire con limitazioni nella capienza. Dal 26 aprile e fino alla conclusione dell’anno scolastico, poi, in tutto il Paese sono assicurate lezioni in presenza dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado e, per almeno il 50 per cento degli studenti, nella secondaria di secondo grado (licei, istituti tecnici etc.). Per quanto riguarda gli spostamenti saranno di nuovo possibili tra regioni in zona gialla, vengono introdotte le certificazioni verdi Covid-19 (ovvero un “pass” rilasciato ai vaccinati, i guariti o a chi ha effettato un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo) per lo spostamento tra regioni arancioni e rosse. Ovviamente sarà fondamentale avere comportamenti responsabili affinché queste riaperture siano “irreversibili”, anche per questo è davvero inaccettabile speculare anche sugli orari del così detto “coprifuoco” come, purtroppo, Salvini ha fatto, portando i suoi componenti di Governo ad astenersi in CdM.
Nella conferenza stampa del 16 aprile con cui ha presentato il decreto, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha anche tracciato i filoni sui quali si fonda la strategia di rilancio del nostro Paese: oltre alle riaperture, infatti, sono previste misure di sostegno all’economia e alle imprese, con il nuovo scostamento di bilancio da 40 miliardi e il Documento di economia e finanza approvato dal Consiglio dei Ministri.
Il terzo pilastro in questo piano di rilancio è rappresentato dagli investimenti e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): l’Italia ha a disposizione 191,5 miliardi di euro, di cui 69 a fondo perduto, 122 prestiti, più 30 miliardi del fondo di accompagnamento al PNRR. Il Piano arriverà in Parlamento nei prossimi giorni per essere presentato a Bruxelles entro la scadenza stabilita del 30 aprile.
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