Dal Ministro zero idee per l’agricoltura ma sconti ai furbetti

Nei giorni scorsi nella casella di ogni deputato è giunto un libro omaggio dal titolo “La mafia addosso”, nella stessa giornata ogni parlamentare ha inoltre ricevuto un sms che invitava a una conferenza stampa sui primi mesi di mandato al Governo. L’autore del libro e il mittente dell’sms erano la medesima persona: il Ministro delle politiche agricole Saverio Romano. Proprio lui, che da Lucia Annunziata ha dichiarato di essere “più preoccupato per il destino del suo Palermo, che domenica giocava con la Lazio” che della mozione di sfiducia che lo riguarda e degli interrogativi posti in occasione della sua nomina anche dal Presidente della Repubblica. Non sta a me esprimere giudizi sulla veridicità delle rivelazioni di alcuni pentiti di Mafia e sui legami tra il Ministro Romano e alcuni Boss, perché non spetta alla politica emettere sentenze, ma in una fase così difficile, credo sia doveroso fare alcune valutazioni sull’efficacia dell’azione del Governo.

Il quadro è critico ovunque, ma solo in Italia siamo di fronte a un così forte calo di reddito agricolo, a una grande difficoltà di ricambio generazionale. Inoltre siamo sostanzialmente assenti nella negoziazione europea sul futuro della PAC, o dei nostri Vini .  In alcune realtà del Paese non riusciamo a spendere le risorse dello sviluppo rurale, ma in compenso siamo riusciti a fare l’ennesimo sconto ai furbetti delle quote latte e questo Governo ha dimostrato, sostituendo continuamente i ministri, di considerare il dicastero dell’agricoltura come luogo assolutamente secondario, ma utile passaggio per andare altrove.

Eppure questo Paese è il principale produttore nell’agricoltura biologica, vede imprese capaci di ottenere riconoscimenti per la qualità delle produzioni, vede un sistema che si sta auto organizzando per accorciare la filiera, per accrescere l’export e mantenere un’azione di presidio e manutenzione del territorio. Nonostante tutto, c’è un potenziale enorme che potrebbe ancora crescere. Occorrerebbero una politica all’altezza, e un po’ di serietà per costruire un patto con le Regioni, il mondo agricolo e la ricerca, e riuscire a sedere con autorevolezza ai tavoli che licenzieranno la nuova politica agricola in Europa. Occorrerebbe un po’ di coraggio per innovare e tagliare il numero eccessivo di enti, supportare l’organizzazione della promozione e dell’export, incentivare l’ingresso di donne e di giovani e intervenire sul monopolio del mercato delle sementi, sulla sicurezza alimentare, sul lavoro e sul made in Italy. Tutto questo non sta avvenendo, non c’è alcuna sfida all’orizzonte che riguardi l’agricoltura Italiana. Ci meritiamo altro, ci meritiamo di meglio perché anche se quasi certamente il Ministro Romano se la caverà mercoledì prossimo, in palio c’è il futuro dell’agricoltura, la nostra salute e la qualità e il prezzo di quello che mettiamo sulle nostre tavole.
Unità, 28 settembre 2011

Lascia un commento