#Def: al via l’esame alla Nota di aggiornamento del Def

 

È stata la settimana della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 (Def) in Parlamento. Il documento, licenziato dal Consiglio dei Ministri a fine settembre, rivede al rialzo le stime del Def, prendendo atto di una crescita più forte delle attese, con debito in calo a partire dal 2017 e la possibilità di giungere vicino al pareggio nel 2020. Rispetto alle previsioni formulate ad aprile per il 2017 si stima una crescita del Pil dell’1,5%, confermata per il 2018 e per il 2019. Rispetto allo schema approvato ad aprile, sale anche il deficit, che il prossimo anno viene portato all’1,6% dall’1,2% previsto. Il debito pubblico, anche al netto del sostegno al sistema bancario, nel 2017 è destinato per la prima volta a scendere. Dal 132% sul pil stimato dall’Istat per il 2016 si passerà al 131,6% nel 2017 e al 129,9% nel 2018. Risultati finalmente incoraggianti con il debito pubblico che scende, l’occupazione che sale e la crescita che riprende dopo lunghi anni di recessione. A dimostrarlo anche i dati Istat che sottolineano come il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è sceso al 35,1%, -0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente, con un calo di 2,2 punti rispetto al 2016. In aumento gli occupati con 36 mila persone rispetto a luglio e di 375mila rispetto ad agosto 2016. A spingere sulla crescita degli occupati sono le donne, con un aumento del tasso di occupazione femminile, che sale a agosto al 48,9%, segnando un nuovo massimo storico. Guardando ai dati presentati nelle tabelle della Nota del Def si stima che gli italiani pagheranno 20 miliardi in meno di tasse rispetto al 2013 grazie alle riduzioni dell’Ires e dell’Irpef per i lavoratori con remunerazioni più basse, alla cancellazione della componente Irap sul lavoro dipendente, dell’Imu sui beni strumentali imbullonati e sui terreni agricoli e dell’imposta sulla casa di proprietà e residenza (Tasi). Numeri incoraggianti che fanno ben sperare per la manovra autunnale che, secondo il Ministero dell’Economia, per il 2018 parte da 19,6 miliardi: le coperture ammontano a 8,6 miliardi di cui 3,5 miliardi sono tagli di spesa e 5,1 miliardi entrate aggiuntive che dovrebbero arrivare da misure allo studio di lotta all’evasione. Il Def è stato votato mercoledì.

Purtroppo sul Def si è consumato anche lo strappo con una parte della maggioranza che non ha votato la risoluzione finale della maggioranza. Adesso si apre il capitolo legge di Bilancio, sulla quale si lavorerà anche per cercare di recuperare questa frattura.

Clicca qui per leggere la Nota di aggiornamento al Def del Mef.

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