Roma 18 febbraio – Conferenza donne democratiche
Care democratiche, Caro Pierluigi,
è bello essere qui, il clima e l’energia che sprigiona dalla nostra presenza è splendida. Stiamo iniziando la strada delle Democratiche.
Penso, con grande sincerità, che noi abbiamo la possibilità di scegliere cosa sarà la nostra Conferenza. Possiamo decidere che questa è una delle tante articolazioni più o meno utili del Pd, concepita al centesimo con la rappresentazione di aree e riferimento ai vari leader, leader, segretari, che si faranno sentire fino a domani per la composizione degli organismi, un luogo che ogni tanto produce un documento aggiuntivo sulle donne.
Oppure possiamo decidere che, come le donne hanno sempre fatto ogni volta che hanno alzato lo sguardo ed hanno preso in mano la loro libertà, da qui si parte guardando più avanti, guardando negli occhi le donne italiane e la loro vita, leggendo la ricchezza e le aspettative delle ragazze, producendo un’analisi seria e critica della politica italiana, pd compreso, costruendo identità, soggettività politica ed autonomia delle donne democratiche. Io sono chiaramente e con nettezza per questa seconda ipotesi. Sono per scegliere una strada netta: mettere in campo una proposta capace di dar vita ad una comunità politica femminile, ad una rete di relazioni tra donne forte, dentro e fuori dal nostro Partito, che non si squagli al primo raggio di sole, o al primo richiamo del leader di turno. Noi abbiamo voluto un momento ed un luogo politico che scegliamo di frequentare e far crescere, per occuparci di questo Paese chiuso, rabbioso, sfiduciato, mettere in campo la nostra visione innovativa ed inclusiva dei processi economici, politici, puntare al Governo del Paese, delle città. Penso che oggi, nel Paese, le condizioni per far questo ci siano, dobbiamo solo decidere di farlo con coraggio e con grande apertura e capacità di ascolto e di proposta. Quanto è accaduto il 13 febbraio non è un bell’episodio. Le donne non hanno ripreso la parola domenica scorsa. Domenica abbiamo avuto finalmente la prova visibile e dimostrabile che le ragazze ci sono. Ma parola, pensiero, eventi, momenti di discussione anche molto partecipati sul modello culturale che pale prevalere in questo Paese, sul messaggio televisivo, pubblicitario, e purtroppo oggi anche politico che usa e sventola il corpo delle donne sono in campo da molti, molti mesi…certo non hanno avuto l’onore delle cronache. Il tema della dignità femminile, della rappresentazione reale delle donne Italiane non puo più essere solo tema da dibattito culturale, deve diventare proposta politica. A noi, donne che hanno scelto di stare nel Pd, spetti il compito di lavorare su questo. In questo Paese le donne, in modo particolare a sinistra, sono state portatrici di visioni straordinariamente moderne e riformiste: hanno prodotto fatti. Penso ai decenni che hanno visto la nascita di servizi in tutte le regioni, penso alla elaborazioni su tempi e spazi delle citta, alle banche del tempo, alle politiche di conciliazione e condivisione. Quelle visioni hanno qualificato ed arricchito governi locali, politiche nazionali, programmi ed azione politica dentro ai partiti e nella dialettica anche vivace,critica, con il pensiero ed i movimenti femminili e femministi. Qualcosa di tutto ciò è anche stato carpito dal privato più illuminato con la creazione di nidi aziendali, servizi per i dipendenti, ecc e voglio sperare che non ci si fermi qui. Voglio sperare ad esempio che la bella iniziativa che “pari e dispare” ha promosso con il “manifesto per un uso responsabile del corpo femminile” (impegno a non usare immagini e messaggi lesivi della dignità femminile ecc..) veda anche le imprese Italiane e non solo le multinazionali adottarlo. Voglio sperare che possiamo portare a casa la pdl già approvata alla Camera per la presenza delle donne nei Consigli di Amministrazione delle società. Peccato su questo tema anche la Presidente della Confindustria Emma Marcegaglia abbia scelto una posizione contraria, la cosa però non mi meraviglia molto, perché vedete amiche, qualche settimana fa E.Marcegaglia, da Fazio ha giustamente ricordato quanto il Governo sia fermo su economia, riforme ecc, ha manifestato il suo disagio per l’immagine che del nostro Paese è veicolata all’estero, ed ha affermato che c’è un’Italia, certo maggioritaria, che non fa festini, che si alza presto e va a letto presto. Io penso che noi dobbiamo ricordarle che affinchè ciò accada, c’è una parte d’Italia che si alza ancora prima e va a letto piu tardi, ed è un’Italia tutta femminile. Vedete, è importante che sempre più donne occupino incarichi e cariche generali, che esprimiamo e costruiamo competenze in ogni campo. Molto importante che alla guida della Cgil ci sia Susanna Camusso, ma anche lei è stata in piazza come noi tutte a rivendicare autonomia e rispetto. Importante che il 50% delle assemblee del Pd sia costituito da donne, tante segretarie provinciali, di circolo, ma questo non riassume, né sostituisce una visione, una soggettività femminile politica capace di interpretare il cambiamento e di esserne protagonista, senza delegare ad altri questo compito. Lo abbiamo misurato con l’androgino invito al lingotto, con lo sfilare nel dibattito sulla sfiducia al Premier alla Camera, riservando per il Pd la parola a tutti i leader di area, lo misuriamo osservando la competizione dentro alle primarie nelle importanti città Italiane di soli uomini. Sta a noi, solo a noi, decidere di non tacere più il tema con il nostro Partito e con il nostro segretario, e dopo il 13 febbraio l’evidenza e la forza di tutto ciò consiglierebbe davvero una attenta riflessione. Spero vivamente che noi siamo qui con questo obiettivo e con questa voglia di cominciare una storia nuova: quella delle democratiche. Le parole che abbiamo scelto: libertà, solidarietà, uguaglianza, democrazia, laicità, sono parole importanti. Mi piacerebbe aggiungere le parole governo e concretezza. Possiamo cominciare a scrivere una nuova storia, purchè facciamo sul serio. La credibilità della classe politica Italiana è ai minimi storici. Conosciamo i sondaggi sul voto, l’entità di coloro che oggi non voterebbero, ed il grande potenziale che in quel 40% il Pd potrebbe intercettare se….. Ma il 13 tante donne, tante giovani, erano in piazza, hanno scritto striscioni, organizzato, fatto telefonate..perchè c’èra un messaggio grande e mobilitante, perché c’era la libertà di essere se stesse e di misurare quel messaggio con la propria vita, e con il proprio futuro. Possiamo cominciare percorrendo sul serio questo viaggio tra e con le donne Italiane, costruendo una rinnovata sintonia tra le nostre iniziative parlamentari (e ce ne sono tante!) e le donne Italiane. Si comincia con le ragazze Italiane, con quelle splendide giovani donne che stanno investendo sulla loro intelligenza e sui loro talenti, sulla loro voglia di fare impattando con un Paese fermo, vecchio e un po’ bavoso che racconta altro della loro storia. Partiamo da loro, facciamole sentire a casa loro almeno a sinistra. Facciamo trovare loro una comunità accogliente della politica. Noi ci proveremo il 25 a Siena discutendo dell’Italia attraverso un confronto tra diverse generazioni e provenienze culturali. Mi è piaciuta moltissimo la nuova presidente del Brasile, Dilma Roussef nel suo discorso di insediamento: “..io sono qui per dimostrare che una donna puo diventare Presidente…”. Quel paese sarà nei prossimi anni tra i tre Paesi con la piu grande crescita al mondo. Noi siamo in fondo ad ogni possibile classifica ed il Premier è l’anziano signore delle barzellette. Apriamo una pagina nuova. Possiamo dimostrare che le donne possono fare il Presidente, il Ministro, il Segretario, l’imprenditore, …qualsiasi cosa. Se invece pensiamo di crescere rinunciando ad aspirare al governo dei processi, e delegando ai caminetti, ed ai pallottolieri dei leader di area…noi risulteremo solo un altro pezzo di ceto politico di cui l’Italia fa fatica a fidarsi. Facciamo sul serio, e faremo una cosa grande, in sintonia con quanto si è mosso il 13 febbraio, una cosa utile per le donne Italiane e per il nostro Partito..
Alla Conferenza nazionale delle donne del PD nel gruppo di lavoro sulla democrazia paritaria ho sentito (non ricordo da chi) che in Toscana le primarie si farebbero su due liste, di uomini e di donne e risulterebbero candidati e candidate rispettivamente coloro che hanno ottenuto i maggiori risultati alternati per genere. . Mi sembra un ottimo sistema per ridurre il gap di genere nelle elezioni, soprattutto nel caso di liste bloccate. Da una veloce ricerca non trovo riferimenti normativi. Può aiutarmi? grazie. Rosanna Oliva Aspettare stanca, Rete per la parità e Comitato Pari o Dispare