“L’impero sta crollando. Ci vorranno settimane, mesi o l’anno nuovo? Non lo sappiamo, perché di “incidenti”, come quello che qualche giorno fa ha visto la maggioranza soccombere al tentativo di varare l’ennesimo ordine professionale, ne capitano sempre più spesso nell’aula parlamentare. Ma è certo che ogni giorno che passa contribuisce ad aggravare la posizione del nostro Paese. Una maggioranza confusa, rissosa, nella quale i riposizionamenti, i passaggi, le assenze, i ritorni e le differenziazioni danno prova della consapevolezza della fine di un’epoca caratterizzata dal sovrano unico. È una maggioranza che ha varato una manovra del valore di 57 miliardi di euro, cambiata 5 volte in poche settimane, criticata non solo dalle opposizioni, ma da tutto il mondo economico e sindacale. Una manovra la cui entità è già quasi del tutto bruciata dalle conseguenze della sfiducia, della mancanza di credibilità del premier e del Governo in Europa e sui mercati internazionali. Una manovra che non ha partorito una sola misura per la crescita, per il lavoro, per le imprese, ma che ha colpito i soliti noti e pesantemente le donne. Eppure questa nostra Italia sull’orlo del baratro può rialzare la testa, ha risorse umane, intelligenze, manualità ed imprese per farcela, ma viviamo in un Paese bloccato e ingessato, dove si parla di altro. Il nostro spaventoso indebitamento, combinato con una crisi finanziaria internazionale e la palese incapacità dell’esecutivo di farci uscire dal tunnel (e non mi riferisco al tunnel della Gelmini…), e di intravedere un nuovo inizio, soffoca, annienta e può uccidere sul nascere anche le esperienze migliori.
Qualche giorno fa tutti i grandi quotidiani italiani chiedevano al premier un passo indietro. Lo ha fatto a gran voce, finalmente, anche Confidustria. Fortissime sono state le parole della Cei. “Discontinuità e fare in fretta: è l’unica possibilità che abbiamo per ripartire e per ridare al Paese una faccia presentabile”. La risposta è nota a tutti. “Dentro” il fortino i numeri vengono ricompattati a ogni fiducia, come è accaduto anche pochi giorni fa sulla sfiducia al Ministro Romano, una fiducia confermata anche da una Lega sempre più sofferente, ma che deve pagare l’obolo delle quote latte. “Fuori” l’Italia muore un po’ ogni giorno, basta guardare la quotidianità. Penso alla mia nuova visita al carcere di Ranza, penso al tavolo svolto al Ministero per la Rdb di Montepulciano, all’incontro che ho avuto con le associazioni economiche senesi, penso alle tante situazioni di crisi della nostra provincia, Wirlphool, Rimor, ed altre decine e decine di aziende, per non parlare della chiusura dei numerosi negozi e delle attività artigianali. E ancora ai Comuni, oramai in affanno con mense scolastiche, trasporti e scuole dell’infanzia. Penso ai dati che ho visto illustrare ieri sulla spesa alimentare delle famiglie, il balzo verso i discount perché anche i supermercati diventano troppo cari per le tasche di pensionati e di famiglie sempre più in difficoltà.
Mai perdere di vista il Paese reale e la quotidianità, nemmeno per un attimo. La politica, tutta, lo ha fatto per troppo tempo, e i danni economici, valoriali e culturali prodotti sono pesantissimi (avete presente l’intervista della signorina Terry?). É questo il vero grimaldello per scardinare questa situazione incredibile, ed è da qui che dobbiamo anche ripartire per dare più forza e riconoscibilità al nostro Pd, un partito che ce la sta mettendo tutta, che ha elaborato proposte alternative credibili, ma che fa ancora fatica, in mezzo alla tempesta di qualunquismo e di rabbia reale, a tenere il tempo e a riconquistare pienamente il testimone della fiducia.
Il 5 novembre sarà un appuntamento importante, non solo per il Pd, ma per l’Italia. In questi giorni saremo ovunque, nelle piazze, a discutere con i nostri elettori, ovunque potremo parlare con i cittadini e le cittadine. Avanti compagni e amici miei, incontriamo il paese reale, prepariamo la nostra grande manifestazione, ma facciamolo con un po’ di passione vera!!
Dobbiamo essere in tanti e tante, dobbiamo essere protagonisti di una grande mobilitazione capace di dire con voce ferma che c’è un’altra possibilità: andare al voto presto, prima possibile. E comunque chiudere questa triste e grave pagina dell’Italia. Loro si chiudono nel fortino? Noi continuiamo a batterci “dentro” e diamo più forza all’Italia “fuori”, quella vera, quella arrabbiata, e non spaventiamoci se quell’Italia è arrabbiata anche un po’ con noi perché un po’ di ragione forse ce l’ha, e ascoltare le ragioni di tutti ci aiuterà ad essere più determinati nell’aprire una storia nuova nel Paese e nel far tornare questa bella Italia a respirare e ricominciare a sperare“.
Susanna Cenni
L’impero di Berlusconi sarà anche alla fine, ma noi stiamo facendo di tutto per mantenerlo in piedi. Il buon Dio ci manda sulla terra, a dispetto dello spreco che ne facciamo, con encomiabile (divina) costanza, occasioni d’oro per liberarcene, però la nostra insipienza e incapacità nell’usarle potrebbe indurlo a non accordarci più la Sua benevolenza. Il Poveretto ha anche dato mandato ai Suoi agenti in terra di favorire il Suo disegno, ma nemmeno loro, nonostante l’impegno profuso, sono riusciti a produrre il risultato desiderato. Noi siamo tetragoni, non vogliamo la pappa fatta.
Ieri sera ho modificato i miei programmi ludici in favore dell’ascolto di Rosy Bindi e del segretario Bersani. Erano a Chianciano. Speravo di trarne qualche buon auspicio per il futuro. Un colpo d’ala, chissà. E invece anche l’auspicio mi hanno distrutto. Da tempo non sentivo argomentazioni più deboli, senza personalità, lamentose per “il trattamento che ci riservano gli altri” (bello il prologo-piagnisteo della Bindi!).
Almeno Bersani avesse risposto all’ultima domanda che gli è stata rivolta, al riguardo dell’occupazione del pubblico da parte della politica.
Però ha risposto con abbondanza di accorate parole al dilemma fondamentale: “amici-compagni” o “amici e compagni” o “amicicompagni” o “democratici”. Una pena, anche per lui, poveretto, che non riusciva a risolvere il dilemma.
Ne sono uscito distrutto.
Fuori, chissà perchè, c’era il pieno di carabinieri, polizia e vigili urbani. Il solito spreco.
E poi questa mattina un bell’attacco a della Valle. Quando si dice la sensibilità tattica…
Cordiali saluti,
Augusto
…Non sarà come la Libia,dove Geddafi sta per cadere ogni giorno e non cade mai?
La sconfitta del berlusconismo comincia con l’autocritica dell’opposizione…che l’ha “creato” quando ha preferito autosciogliersi dopo 20 mesi di governo (!) (un governo precario-d’accordo- ma utile a creare le basi di un consenso popolare o comunque a sperimentare), anzichè patteggiare con i centristi per un governo d’emergenza (ciò che sta tentando ora Bersani, ma troppo tardi!)…e per non “inzaccherarsi” con un “inciucio”, questa sinistra demenziale ha preferito piombare direttamente nella merda fino al collo: che strateghi!)
Forse dire che il potere di Berlusconi non è nient’altro che la proiezione rovesciata della stupidità della sinistra, è eccessivo; ma certo la caduta dell'”Impero” comincerà dalla nascita di un’opposizione realista e cosciente (e non demagogica)…Auguri,Luigi
Non sarà come la Libia, dove Geddafi sta per cadere ogni giiorno e non cade mai? La sconfitta del “berlusconismo” comincia con l’autocritica dell’opposizione, che l’ha “creato” quando ha preferito autosciogliersi dopo 20 mesi di governo (!) (che per quanto precario, poteva servire a tenere a bada la minaccia della destra, alla faccia degli elettori!), anzichè patteggiare con i centristi per un governo d’emergenza! E per non “inzaccherarsi” con un compromesso, questa sinistra demenziale ha preferito piombare nella merda fino al collo, direttamente: che strateghi!!!
Forse dire che il potere di Berlusconi non è nient’altro che la proiezione rovesciata della stupidità della sinistra, è eccessivo…ma certo la sua caduta comincia dalla nascita di un opposizione seria, realista e non demagogica. Auguri!
Oggi la Turco informa (Omnibus, La7) che il nostro partito avvia una campagna di ascolto degli isritti e simpatizzanti. Speriamo. A Chianciano l’ascolto si è limitato a tre persone selezionate preventivamente… Fra l’altro sto ancora aspettando che il partito bussi alla mia porta (sono molti mesi che è aperta, da quando Bersani aveva informato in TV che partiva la campagna di contatto con tutti gli Italiani “verremo da voi, nelle vostre case!”). Non s’è visto nessuno e, cosa ancora peggiore, non s’è sentito nessuno, nemmeno in TV. Assenza totale, nonostante i piagnistei della Bindi.
Chissà se questa nuova campagna di ascolto include anche che Bersani risponda alle e-mails propositive che riceve. Sarebbe una novità, fino ad ora non l’ha fatto. Magari non sa di avere una caella di posta elettronica.
Saluti,
Augusto
Ho integrato il messaggio precedente, magari interessa.
Oggi la Turco (aria nuova in cusina!) informa (Omnibus, La7) che il nostro partito avvia una campagna di ascolto degli isritti e simpatizzanti. Speriamo. A Chianciano l’ascolto si è limitato a tre persone selezionate preventivamente…
Fra l’altro, sto ancora aspettando che il partito bussi alla mia porta (sono molti mesi che è aperta, da quando Bersani aveva informato in TV che partiva la campagna di contatto con tutti gli Italiani “verremo da voi, nelle vostre case!”). Non s’è visto nessuno e, cosa ancora peggiore, non s’è sentito nessuno, nemmeno in TV. Assenza totale, nonostante i piagnistei della Bindi.
Comunque vedremo in cosa si manifesterà questa campagna di ascolto, magari si farà il Portale dei Circoli in cui discutere apertamente e liberamente, incontrandosi sulla piazza di internet senza passare nell’ingessato sito del PD.
Chissà se questa nuova campagna di ascolto include anche che Bersani risponda alle e-mails propositive che riceve. Sarebbe una novità, fino ad ora non l’ha fatto. Magari non sa di avere una casella di posta elettronica, lui vive nel suo mondo metaforico.
Saluti,
Augusto