Di ritorno dal Festival del giornalismo alimentare

Rientrando da Torino ripenso a questa mattinata.

Intanto ringrazio Massimiliano Borgia per l’occasione. Il festival e’ una occasione intelligente e sobria di incontro tra proposte, problemi, esperienze e giornalismo di settore che non capita spesso. Panel interessanti, volti amici e volti (per me) nuovi. Suggestioni su cui riflettere. Quando Massimiliano qualche mese fa mi ha lanciato lo sfida di una norma per la food bag obbligatoria devo ammettere che ho avuto qualche perplessità. Poi, come in genere faccio, ho cominciato ad approfondire e ci ho lavorato, confrontandomi anche con Martina Nardi e Chiara Braga delle commissioni attività produttive ed ambiente, ho ricontattato i miei “Amici” di Confesercenti e confcommercio ed ho buttato giù una prima proposta che nelle prossime settimane sarà affinata.
La sfida è andare oltre l’idea di obbligatorietà della Food Bag, invertendo un po’ l’ottica (io Stato ti impongo), per costruire invece un provvedimento di stimolo, sostegno, incentivo alla transizione ecologica ed alla economia circolare nella ristorazione e nei pubblici esercizi.
Vogliamo chiamarla “ristorazione sostenibile”? Lo vedremo assieme alle associazioni di settore, il merito è cogliere questa stagione: il green new deal, gli obiettivi di sostenibilità 2030, i contenuti del Manifesto di Assisi per avere un circuito spreco zero, in cui inserire la food bag su richiesta del cliente, plastic free, che segue la stagionalità degli approvvigionamenti, magari sceglie bio, che rispetta pari opportunità e promuove buoni contratti di lavoro, che valorizza la frutta e la verdura “brutta ma buona”, attraverso un disciplinare.
Si prevedono agevolazioni per chi aderisce al circuito, e riduzioni della tariffa rifiuti per chi diminuisce i rifiuti organici.
Ma si prevede anche credito imposta per investimenti innovativi, come i macchinari che triturano gli avanzi buoni per il riuso, o quelli non riutilizzabili per altri usi, compreso il compost.

Oppure per sostenere la creazione di piattaforme o applicazioni utili a organizzare la donazione, così come l’approvvigionamento di produzioni agricole che rischierebbero di non avere mercato.
Questi alcuni dei contenuti. Lo schema è depositato. Raccoglieremo tutti i suggerimenti per fare una cosa utile, non costrittiva, condivisa prima di farne un testo condiviso
Che ne dite?