Il governo finge di non occuparsene, ma la caccia è tornata al centro del dibattito politico. Ancora una volta è la legge 157 del 1992 a finire nel mirino del centrodestra, con la presentazione tra Senato e Camera, di ben 10 proposte di legge, oggi tradotte in un pericoloso testo unificato per la modifica dell’attuale normativa. A difesa della legge per la protezione della fauna selvatica e per un prelievo equilibrato, sono schierate molte associazioni di ambientalisti, agricoltori e cacciatori, che hanno denunciato in più occasioni il rischio di una deriva estremistica dell’attività venatoria, concepita in senso iperliberista dal governo.
Difendere, valorizzare e migliorare l’attuale legge è il filo conduttore delle politiche del Partito democratico in ambito venatorio. Ed è anche quanto emerso da un’iniziativa organizzata proprio dai democratici nei giorni scorsi, a Roma, dal titolo “Caccia, fauna, territorio: le proposte del Pd – Nell’interesse del Paese, lontano dagli estremismi”. Il Pd dice no a tutti i provvedimenti che riaprono un versante pericoloso e tutto volto al passato: nel 1992 e’ stato fatto un passo importantissimo, di sintesi delle molte istanze possibili. Se ci devono essere modifiche non possono che ripartire dalla 157 e in senso qualificativo Anche perché alcune delle proposte prevedono la diminuzione delle tasse di oltre il 60 per cento. Questo apre prospettive preoccupanti, anche perché da qualche parte i soldi dovranno arrivare e il rischio è proprio quello di “aprire a zone e specie” fino ad oggi tutelate e protette. Insomma, il rischi di depenalizzare il reato di bracconaggio, in alcune proposte del centrodestra è una realtà. Si tratta di provvedimenti che violerebbero in maniera evidente le indicazioni dell’Unione Europea che invitano gli stati membri a reprimere con più vigore i comportamenti che danneggiano il patrimonio ambientale e faunistico e farebbe un grande favore ai bracconieri, la cui attività spesso risente di veri e propri disegni criminali.
Esistono ecomafie anche legate al bracconaggio. Il Partito Democratico è disponibile a ragionare di miglioramenti della legge sulla caccia, ma tenendo bene fermi i suoi principi, sui cui peraltro anche oggi si è registrata la sostanziale condivisione delle associazioni venatorie e ambientaliste e delle organizzazioni agricole, principi che vedono l’attività venatoria come un’attività legittima ma che va esercitata nel rispetto del criterio costituzionale di tutela di un bene comune e indisponibile per i privati qual è la fauna selvatica.
A difesa della legge 157 si è formato nei mesi scorsi, anche un “cartello” che potrà essere un ulteriore stimolo al mondo della politica per evitare ogni divisione strumentale e ogni arroccamento estremistico. Si tratta del cosiddetto tavolo degli Stakeholder, costituito da: Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Federcaccia, Arcicaccia, Italcaccia, Legambiente, Wwf, Lipu, Fare Verde, Amici della Terra. Tutte queste associazioni, oltre a condividere il parere negativo nei confronti dei disegni e dei progetti di legge di modifica della Legge 157 presentati al Senato hanno espresso pubblicamente, l’ultima volta in occasione della riunione di Roma, apprezzamento per le iniziative del Pd e condivisione sulla necessità di ripartire dalla legge 157 per verificare la possibilità di apporvi miglioramenti condivisi, senza provocare fratture e divisioni.
Per approfondire:
Scarica il documento congiunto Tavolo degli Stakeholders sulla Legge 157 del 1992
Scarica la relazione di Susanna Cenni all’iniziativa del Pd sulla caccia del 20 gennaio 2009
Cara Susanna.
In primis, auguri per un buon anno, pieno di successi per le tue battaglie!
La CACCIA! numerosi incontri, sia in Provincia di Siena che alla Regione,
sembra possano lasciare qualche porta aperta per la tutela del reddito
dell’agricoltore, sempre più tartassato dalla inefficacia delle varie
amministrazioni (ARTEA in testa) – la pressione degli ungulati nelle
nostre zone più boschive (Siena – Arezzo – Firenze/Chianti) si à fatta intollerabile.
L’azione di estirpazione e controllo deve assolutamente rispettare quei
parametri, che l’attuale legge e le operazioni di monitoraggio, indicano
come soglia di emergenza. Non deve esistere nessuna scusa da parte dei
distretti di caccia e della mafia dei selecontrollori per non praticare totalmente
i prelievi previsti. La legge è (quasi) buona, basta applicarla!
Ultima preghiera, per oggi, Non Deve Assolutamente andare avanti la mossa di
certe amministrazioni locali per esigere l’ ICI dei fabricati rurali – o, per noi, è la fine
della corsa!
cordiali saluti
giovanni borella