#dipende #lasconfittadellapolitica?

 

64“Dipende. Vorrei vivere in un mondo dove fosse ancora possibile rispondere così a chi ti chiede cosa pensi della medicina naturale, della riforma del Senato, dell’accesso ai tracciati telefonici di un morto, delle donne che portano in grembo un bambino che sarà poi figlio di altri. Dipende, vorrei poter rispondere e invece non si può perché non c’è tempo, non c’è voglia di capire, di ascoltare e di distinguere. Puoi solo votare adesso, mettere un mi piace, un pollice verso, scrivere un wow..oppure tacere…”

Comincia cosi un bellissimo pezzo di Concita De Gregorio uscito su Repubblica alcuni giorni fa.

Il pezzo parla delle polemiche innescate dall’arrivo del piccolo Tobia, figlio di Niki Vendola e del suo compagno, ma la sua riflessione a me parla di molto altro.

Dice di cosa siamo diventati, di come parliamo o meglio, non parliamo, comunichiamo, di come ogni fatto, vicenda, avvenimento e problema non si possa più affrontare con il tempo dell’approfondimento e dell’ascolto, con la volontà di capire, ma con la velocità.

Sì la velocità di correre a mettersi nella fila giusta, possibilmente tra i primi, i belli e tra i vincenti. Di esprimere un giudizio, possibilmente netto e definitivo. O con me o contro di me, o bianco o nero, o giusto o sbagliato.

Eppure, ti guardi intorno e ti rendi conto che devi affrontare sfide alle quali la tua cultura personale o la tua cultura politica non ti avevano attrezzato, come il tema delicatissimo della maternità per altri, e invece di provare a capire perché tante coppie (il 93% di chi vi fa ricorso è costituito da coppie eterosessuali) vi fanno ricorso anziché scegliere magari l’adozione, o perché alcune donne si rendono disponibili a tale pratica senza uno scambio di denaro, si scatena la guerra dei pro e dei contro, di quelli che sentono il bisogno di lanciare appelli o fatwa, di quelli che addirittura, non solo non vogliono la stepchild, ma vorrebbero togliere quei bimbi che sono già da tempo in coppie omosessuali, ai propri genitori.

Ti guardi intorno e ti rendi conto che, se alzi lo sguardo oltre i confini del proprio orticello, sei circondato da conflitti che tornano a distruggere e seminare morti, che per questo la gente scappa, che sei sul filo di lana dall’essere coinvolto direttamente nel conflitto in Libia, ma il tema diventa se vuoi o meno i migranti.

Ti guardi intorno e ti rendi conto che sì siamo entrati nella grande famiglia del PSE, bello no? Finalmente! ma il problema è che il PSE forse non c’è mica più…o se c’è ha le idee un po’ confuse, perché in Francia fa norme di restringimento della cittadinanza che portano un paio di straordinari e grandi Ministri ad andarsene dal Governo , perché nel nord Europa norme antimigranti vengono varate con il voto della sinistra, perché si è perso traccia delle differenze tra l’SPD tedesco e la Merkel, perché Tsipras non è che abbia ricevuto tutta questa solidarietà da subito nella sua battaglia contro la rigidità europea a dire il vero, e il partito socialista greco è in realtà una forza residuale che nessuno capisce più e che evidentemente non dice più niente al popolo greco…Che forse ci sarebbe bisogno di farsi un domandone del tipo: oggi che sinistra serve all’Europa che non crede più all’Europa, mentre ci sarebbe un gran bisogno di rifondarla alla grande?

Ti guardi intorno, ascolti, leggi e cerchi di capire questi stramaledetti dati su crescita dell’occupazione e del Pil, ogni giorno annunciati e ogni giorno corretti, ci sarebbe bisogno di analisi serie, e quindi provi a dedicarti alle analisi di Fubini o di Ricolfi che in realtà ti dicono che la decontribuzione sta generando risultati, ma che complessivamente non si muove un granché, perché ci sarebbe bisogno di capire se le misure adottate, se quei 25 mld investiti in decontribuzioni e negli 80 euro, stanno producendo i risultati attesi o se occorre magari, provare a mettere in campo anche qualche premialità sulle imprese più innovative nella stessa contribuzione, o un po’di investimenti pubblici, magari sulle opere, sulle strade, sulla difesa del suolo. Ma non c’è il tempo né il modo di farlo, perché o gridi wow! o sei un gufo, che poi anche questa storia francamente non fa nemmeno più sorridere un granché.

Ti guardi intorno e ti rendi conto che tanta gente non è che vota altri partiti, ma che non va più a votare, che ci sarebbe da chieder loro perché?, su cosa li hai delusi? Se hanno perso la speranza di cambiare, perché in tanti sono dei tuoi, quelli che stavano dalla tua parte e invece non c’è il tempo, non c’è l’hastag giusto. Avanti, magari imbarcando i succedanei del momento, pur di giungere al numero giusto, quello che serve.

Sto esagerando? Può darsi. Ma ogni tanto serve anche mettere in fila qualche eccesso per provare a correggere la rotta.

Io sono molto contenta che al Senato abbiano licenziato una norma che finalmente regola le unioni civili, attesa da decenni, non direi mai meglio niente che quello. Ci sono cose importanti, mai raggiunte prima:dal riconoscimento alla reversibilità, fino alla possibilità di assistere nella malattia il proprio o la propria convivente che ci fanno uscire dal medioevo. Ma posso dire, senza che qualcuno mi metta nella lista nera, e con la totale consapevolezza che rischiavamo molto, che avrei voluto un percorso diverso, e che avrei preferito approvare quelle norma assieme alle forze di sinistra, ad esempio perché è a quella cultura che io guardo?

Io credo che abbiamo approvato una buona legge di stabilità, penso che dopo tanti anni rimettiamo risorse sulla povertà, ma posso dire senza passare da sabotatrice, che avrei risparmiato un po’ di risorse lasciando le tasse sulla casa per i redditi più alti per allargare la fascia del contributo di 80 euro o investire di più su strade e suolo?

Domenica abbiamo avuto le primarie in capoluoghi importanti e in città nelle quali, come Roma e Napoli, adesso ci sarà da correre forte per elezioni vere che ci vedono assai indietro nei sondaggi. Abbiamo i nostri candidati, quelli che sono risultati più graditi e il primo nostro avversario sarà la sfiducia di tanti ex elettori.

Confido nella capacità di Roberto Giachetti, e degli altri candidati di lavorare per recuperarli, anche dove l’impresa, dopo anni di pasticci enormi, sembra davvero titanica.

Ma quella sfiducia va recuperata, con pazienza, con costanza, altrimenti diventiamo un’altra cosa. E non sarà lo stesso se invece degli elettori che da sempre sono stati con noi ne arriveranno altri.

Vincere è fondamentale per cambiare le cose. E quindi occorrono i numeri. Ma servono anche le idee chiare, serve una cosa, una pratica, che si chiama cultura politica. La cultura politica si genera proprio parlando, studiando, ascoltandosi, provando a costruire assieme risposte e tesi più alte di quelle che avevi generato il giorno prima, l’anno prima, e non importa se non la pensiamo tutti esattamente nello stesso modo, a patto che non si costruiscano steccati, liste dei buoni e dei cattivi, di quelli da spianare e di quelli da promuovere perché dicono sempre si.

Solo così potrai rispondere alle tante domande che ieri non avevi in campo, solo così potrai rendere la tua comunità politica coesa, vissuta da tutti con la stessa cittadinanza politica.

Il Pd è nato per questo. Per cambiare la cultura politica di questo Paese.

In questi anni si è corso, si stanno combattendo battaglie giuste in Europa per modificare la rigidità sui parametri economici e finanziari, per far comprendere che occorre buttar giù quei muri e quei fili spinati. Si sono fatte norme di grande civiltà, ma occorre che lavoriamo sul serio per rigenerare una vera e nuova cultura politica della sinistra italiana ed europea.

Io penso che possiamo farcela ricominciando con la politica, allargando la discussione e lo sguardo, non chiudendo canali di comunicazione anche con coloro che ci hanno lasciato, che stanno tentando nuove strade incerte, o che semplicemente hanno sospeso il giudizio, interrogandoci fino in fondo, e non arrendendosi ad una realtà fatta di like e di capi con il loro seguiti di fedelissimi obbedienti.

Possiamo ancora essere altro, e possiamo farcela.

Avanti.

Intanto, alle tante amiche, donne, compagne, Buon 8 marzo.

Susanna

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