Donatella Cinelli Colombini

Nata a Siena nel 1953, si è laureata in Storia dell’arte medioevale con il massimo dei voti. Dopo cinque anni di ricerche sulle arti minori fra gotico e rinascimento, nel 1984 ha iniziato a lavorare nella fattoria di famiglia a Montalcino dove è rimasta per 14 anni. Nel 1993 ha fondato il “Movimento del turismo del vino” ed ha inventato “Cantine aperte”, la giornata che in pochi anni ha divulgato l’enoturismo in Italia. Donatella Cinelli Colombini ha promosso i primi corsi per gli addetti alle Strade del vino e adesso insegna le tecniche per trasformare le cantine in destinazioni turistiche nei Master post laurea delle Università di Bologna e Firenze. Nel 1998 i genitori le hanno dato la Fattoria del Colle a Trequanda, con il suo bellissimo centro agrituristico, e il Casato Prime Donne a Montalcino (Toscana) dove ha realizzato due cantine e una produzione di vini di alta gamma. Queste cantine sono tra le prime in Italia dove i turisti ricevono le stesse attenzioni di un grande vino. Dal 2001 è Assessore al turismo del Comune di Siena, nel 2003 ha vinto l’Oscar di miglior produttore italiano assegnato da AIS Roma-Bibenda e ha pubblicato il Manuale del turismo del vino.

Vino al femminile

Il nuovo protagonista del vino italiano è donna. E’ la donna che lavora, con crescente successo,  nel mondo del vino ed è la donna consumatrice a cui guardano con interesse i produttori di tutto il mondo.
La donna che beve vino è molto esigente specialmente se è giovane. Ha un buon livello di istruzione e beve poco ma bene. Con l’innalzarsi dell’età, invece, cresce la sua attenzione al prezzo. Le donne sono poco interessate al legame fra il vino e il suo territorio di origine ma anzi tendono ad essere consumatrici infedeli perché sempre attratte da nuove esperienze anche straniere. Rispetto ai maschi, che rimangono i principali consumatori, sono più coinvolte emotivamente nelle scelte e più motivate dal desiderio di conoscere mentre meno degli uomini sono condizionate dall’abitudine (Ricerca Chiara per Master in Wine Business Mib Trieste 2005).
L’analisi più compiuta e convincente sulle donne consumatrici di vino viene da Fabio Taiti – Censis Servizi che nel 2008 ha diviso i 13 milioni di donne bevitrici in 5 gruppi con “culture” diverse.
– alla base 3 milioni di “consumiste”, ancora orientate dalla tradizione e dal rapporto quantità-prezzo;
– poi 4 milioni di “eclettiche” indirizzate nella scelta dei vini dai consumi del tempo libero e del fuori casa;
– al centro 1 milione di “appassionate”, sempre più competenti ricercatrici di “esperienze” evolute;
– in alto 4 milioni di “emergenti”, donne in carriera decisamente influenti in fatto di “trend” e di “brand”;
– in testa 1 milione di “eminenti”, con scelte elitarie dei vini ispirate dai comportamenti del “lusso”.
Secondo Fabio Taiti, presidente di Censis Servizi, che ha presentato questi nuovi identikit al Convegno “Vino di genere”, organizzato dall’Enoteca di Siena nel corso della Settimana dei Vini 2008, l’enfasi con la quale si è guardato in questi anni ai rischi dell’alcolismo delle donne giovani e anziane, ha finito per oscurare la vera rivoluzione dei rapporti delle consumatrici col vino al tempo della globalizzazione e della società “liquida”. I mutamenti infatti non sono andati solo nella direzione di meno quantità e più qualità, ma soprattutto verso più articolate competenze, migliori rapporti con l’edonismo, maggiore attenzione alla rappresentazione di sé e soprattutto legami di complice solidarietà all’interno di definite “tribù” comportamentali.
Il 32% delle donne italiane si dichiara pronta a bere una bottiglia di vino con le amiche. Per il gentil sesso il vino è infatti un complemento della socializzazione e uno strumento di relazione interpersonale. Le wine lovers nostrane iniziano a gustare il vino intorno ai 20 anni e poi cercano di acculturarsi, da qui la crescita esponenziale della frequenza femminile nei corsi per sommelier.
Le donne amano le bollicine molto più degli uomini ma il loro vino preferito è fermo e secco, in effetti la credenza che le vuole consumatrici di bianche leggeri e vini dolci è del tutto infondata.
Le nuove consumatrici stanno assumendo un ruolo da protagoniste nelle decisioni di acquisto e nella scelta di cosa bere al ristorante. Secondo un’indagine effettuata nel 2006 dalla Maurizio Rocchelli Srl, sui comportamenti al ristorante, la scelta del vino è per metà effettuata dalle donne.
Anche in enoteca la frequenza femminile è aumentata: il 41% degli enotecari milanesi afferma che il proprio cliente è indifferentemente uomo o donna. Se una donna e un uomo comprano insieme, è lei a scegliere (29%) per poi chiedere quale sia l’abbinamento migliore vino – cibo (57%).
Ci sono mercati esteri dove il peso della decisione femminile è ancora più forte: in Giappone e in India la maggior parte dei consumatori di vino sono donne. La rivista giapponese “Real Wine Guide” – Amazon.co.jp reca in copertina il disegno di una donna con una bottiglia di vino in mano. Ogni mese il disegno cambia ma c’è sempre una giovane donna. Anche negli USA sono le donne ad acquistare il 60% del vino. Questa situazione ha spinto il Presidente dell’Ice Vattani a organizzare iniziative incentrate sulle produttrici italiane in alcuni dei principali mercati esteri. Ne sono già state organizzate due in Giappone e un’altra in Europa. Anche l’Amministrazione Toscana ha lavorato molto in questo senso individuando i “Vini delle Donne” all’interno della migliore produzione regionale e proponendoli in degustazioni separate durante tutti gli eventi promozionali.  Infine l’Enoteca Italiana di Siena sta lavorando con stilisti di moda, comunicatori e degustatrici per capire quali siano le caratteristiche estetiche e organolettiche adatte al nuovo target costituito dalle consumatrici.
In questo panorama brilla l’idea di un premio dedicato alle donne della gastronomia organizzato dal Governo di Navarra  (18-20 ottobre 2006 prima edizione ). Assegna i titoli di cuoca dell’anno, giornalista – comunicatrice, produttrice … dell’anno.
C’è anche chi, come  Leslie Sbrocco, spiega in modo del tutto diverso le scelte di vino fatte dalle donne. Nella sua guida intitolata “Wine for Women: a guide to buying” associa ogni tipologia di vino a un capo di abbigliamento. Secondo l’autrice, infatti, alla donna non interessa il sapore del vino  bensì l’uso che ne deve fare per cui il Pinot Nero è un abito da sera in seta rossa e lo Chardonnay è un vestito alla moda con un tocco sexy.
C’è chi ha realmente creato una linea di vini sexy, si tratta della stilista Piera Farina che ha imbottigliato 6 vini siciliani con il logo “Kama” e etichette contenenti immagini molto esplicite del Kamasutra. Rimanendo a parlare di un uso improprio della femminilità legata al vino va segnalata l’agenzia Sexy Sommelier che usa modelle e organizza degustazioni da 12 a 400 persone. L’agenzia ha un sito internet per prenotare, una sede principale a New York e succursali a Tokio e Parigi.
Al Vinitaly 2007 è stato presentato un vino destinato a consumatrici donne, si chiama “Amaranta” ed è prodotto dalla Casa Vinicola Botter di Motta di Livenza (TV) in collaborazione con l’agenzia viaggi per donne “Permesola”. Altre etichette di vino destinate a un target rosa arrivano da oltre confine “”Flower label”, “White Lie Early Season” e “Mad Housewife”. Sono esempi, anche spiritosi, di bottiglie per un mercato femminile sempre più importante.
Il 2007 ha segnato l’esordio dei concorsi di vino con giurie femminili:  “Wine Women Wont” ha avuto luogo a Santa Rosa California dal 13 al 15 marzo con 1800 concorrenti. La presidente Lea Peirce era affiancata dalle più importanti donne del vino statunitensi fra cui Margrit Mondavi. Nel Principato di Monaco l’enologa Régine Le Coz ha tenuto a battesimo “Femme et Vins du Monde”  dal 20 al 23 aprile dove i vini in concorso venivano giudicati da commissioni composte da 5 esperte in rappresentante di enologhe, produttrici, commercianti, comunicatrici e consumatrici ovviamente tutte donne.
In Italia i concorsi per sommelier hanno riservato delle soddisfazioni alle donne che nel 2007 sono salite sul gradino più alto con Nicoletta Gargiulo. Anche il concorso Charme Sommelier organizzato da Gianluca Biasol ha una sezione femminile che è stata vinta da Serena Capuzzo.
C’è poi un argomento a sé stante connesso alle donne che lavorano nel settore vino. In Italia esiste l’Associazione Nazionale Donne del Vino fondata nel 1988 da Elisabetta Tognana e oggi presente in tutte la nazione con delegazioni regionali. E’ presieduta da Pia Donata Berlucchi e riunisce 800 socie per la maggior parte produttrici ma anche enotecarie, ristoratrici, enologhe, giornaliste e esperte, cioè tutta la filiera del vino. Le Donne italiane del vino sono in rapporto con l’International Associated Women in Wine  e con altre associazioni estere attraverso le quali le donne hanno cercato di valorizzare il loro lavoro e ottenere maggiori opportunità di carriera.
Il 30% delle aziende vitivinicole ha una direzione al femminile, nella stragrande maggioranza dei casi queste cantine producono vini  con denominazione (77%) quindi i vini al femminile sono orientati sull’identità e sull’origine. Le donne costituiscono il 35% del totale degli addetti del settore enologico e tendono ad aumentare di numero.

I PROFILI DELLE DONNE DEL VINO (2008 Ricerca Univ. Bocconi per le Donne del Vino)

· 17% DONNE VALENTINO sobrie ed eleganti, puntano su vitigni autoctoni, una gamma ristretta di prodotti ben scelti da vendere in canali specializzati. Non amano le fiere, non vogliono ampliare la gamma ma apprezzano l’accoglienza in cantina.
· 5% DOLCE E GABBANA fanno attenzione a tutto: prezzi, cantina, aumento della concorrenza, ampliamento dell’assortimento, marca, comunicazione, clienti, eventi.. Non temono l’eccesso, il barocco e il superfluo.
· 16% BULGARI danno poca importanza al prezzo (che deve essere alto) e non temono la concorrenza. Puntano su vitigni autoctoni, vini con denominazione e canali di vendita specializzati. Curano i clienti e la marca.
· 32% ARMANI cosmopolite e metropolitane amano la novità, la comunicazione integrata e multimediale. Vini autoctoni DOC.
· 10% DIESEL amano l’eleganza ma anche la funzionalità e l’informalità. Preferiscono lavorare in azienda curando la recettività. Fanno attenzione a marca e comunicazione sia nel punto vendita che coi media.
· 21% ZARA modeste ma concrete puntano su vini affidabili senza fronzoli.
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La donna è, dunque, il nuovo protagonista del mondo del vino, ma anche nel turismo è ormai una grande opinion leader. Crescono le donne fra i turisti del vino e c’è persino un’agenzia “Women & Wine” che organizza viaggi, incontri e degustazioni riservate alle donne appassionate di grandi bottiglie. Nel 2007 l’ONU ha deciso di dedicare la giornata del turismo organizzata dal WTO alle donne; si terrà il 27 settembre nello Sri Lanka.
Un discorso a parte riguarda la grappa dove le donne sono passate, nei quindici anni fra il 1990 e il 2006, dal 30 al 39% dei consumatori italiani. In questi anni è cambiato il modo di bere grappa con un aumento dei consumatori saltuari e un calo dei forti consumatori. E’ cambiato anche il gusto di questo distillato che è diventato più morbido e si è legato a un’immagine moderna, uno stile di vita trendy e rilassato. Nella “femminilizzazione” della grappa ha giocato un ruolo determinate la presenza di donne produttrici come la famiglia Nonino.

Donatella Cinelli Colombini, assessore al turismo del Comune di Siena

Il racconto

Leggi la fiaba “Colombina, la moglie di Coccio”, di Donatella Cinelli Colombini sul desiderio (ridicolo) degli uomini di avere una donna “su misura”.

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