Battute da bar sport, gaffe maschiliste, rapper mascherati che veicolano linguaggi di violenza contro le donne. È accettabile che uno dei contenitori più popolari della Tv di Stato rappresenti tutto questo? Sinceramente credo di no. Insieme ad altre colleghe deputate ho sottoscritto una lettera inviata alla Commissione di Vigilanza sulla Rai, rivolta ad Amadeus, prossimo conduttore del Festival di Sanremo. Il Festival della canzone italiana è molto più di una kermesse musicale, è un evento popolare che, da sempre, entra nelle case di tutti gli italiani. Può piacere o meno, ma è così. E proprio per questo è necessario un salto di qualità nel linguaggio, nella scelta degli ospiti, nel modo in cui vengono trattati i temi. Le parole sono importanti, soprattutto se pronunciate da quel palcoscenico. In un tempo in cui tutti siamo chiamati a fare di più per contrastare la violenza contro le donne, si essa fisica, verbale o psicologica, non è più accettabile la superficialità di conduttori e direttori, il riproporre stereotipi sessisti, la presenza di pseudo artisti che usano linguaggi di violenza. Ho sottoscritto con convinzione la lettera ed ho molto apprezzato che le lavoratrici Rai, giornaliste, donne di spettacolo abbiano preso una posizione forte in questo senso.
Anche a Siena le donne sono state protagonisti di un’importante mobilitazione. La Conferenza democratica delle donne, infatti, ha manifestato il suo dissenso al sovranismo e alla politica dell’amministrazione comunale di Siena, che ha permesso e promosso lo spettacolo di Diego Fusaro, “Bibbiano – il gender è già tra noi”. Il 16 gennaio, insieme alla Sardine e a tanti senesi, le donne hanno dato il loro contributo colorato, creativo e pacifico per difendere la cultura della libertà e dei diritti contro quella dell’oscurantismo.