Anche in questo caso gli emendamenti presentati dal Pd in finanziaria sono stati respinti. Unico spiraglio è rappresentato dall’approvazione, avvenuta giovedì 17 dicembre, di un nostro ordine del giorno, a prima firma della deputata Lucia Codurelli, che impegna il Governo ad adottare misure concrete a sostegno dell’occupazione femminile e della conciliazione dei tempi di cura e di lavoro. L’obiettivo relativo al tasso di occupazione femminile è quello fissato dalla Strategia di Lisbona: il 60 per cento. Per ora siamo al 46,3 per cento. Ben al di sotto, dunque, sia dell’obiettivo finale, sia della media europea (57,4 per cento, dati 2006), sia dell’obiettivo intermedio (già mancato) del 57 per cento per il 2005.
Un impegno minimo strappato all’esecutivo dopo che il ministro per le Pari opportunità, Maria Rosaria Carfagna, e il ministro del welfare , Maurizio Sacconi, avevano presentato, il 1° dicembre scorso a Palazzo Chigi, un fantomatico Piano di azione per la conciliazione e le pari opportunità nell’accesso al lavoro. Risorse stanziate: zero. Ad ulteriore riprova di come le donne siano continuamente oggetto di propaganda mediatica e mai destinatarie di risorse concrete. Le politiche messe in campo in questa legislatura sono state fortemente penalizzanti per le donne lavoratrici. L’abolizione della norma sulle dimissioni in bianco (varata nel corso del Governo Prodi), la limitazione del ricorso al part time, prevista dal decreto 112/2003, e il mancato rinnovo degli incentivi fiscali a favore delle donne lavoratrici del Mezzogiorno sono solo alcune delle iniziative varate dall’attuale Governo contro le donne.
Nei link che seguono troverete documentazione dell’impegno delle deputate del Pd in commissione lavoro.
Per approfondire:
– Il testo dell’ordine del giorno approvato il 17 dicembre
– Il parere di legge del Pd sulla direttiva europea 2006/54