La data di pubblicazione è evocativa, l’8 marzo, ma l’incardinamento e l’avvio dell’iter parlamentare in Commissione agricoltura è di questi giorni: è la legge a mia prima firma – ma sottoscritta da moltissime deputate del PD – a sostegno del lavoro e dell’imprenditoria femminile nell’agricoltura e nella pesca.
La norma si pone il problema di conoscere e monitorare, con la creazione di un apposito ufficio dotato di risorse presso il Mipaf, la situazione delle donne nel lavoro e nell’impresa di questo comparto. Inoltre, propone di istituire un Osservatorio con il contributo delle rappresentanze, dei saperi e delle competenze della ricerca e dei servizi alle imprese ed al credito; di istruire misure e interventi utili a favorire il rispetto delle pari opportunità nel lavoro e nell’accesso agli strumenti di sostegno all’impresa femminile; di favorire la nascita di servizi per la conciliazione, per i trasporti, per la sicurezza nelle aree rurali. Si interviene poi per garantire il rispetto della parità nelle nomine di competenza del Mipaf nei vari enti, nei comitati, nella consulenza; si istituisce la figura del coadiutore anche nella pesca, facendo uscire dalla invisibilità molte donne oggi impegnate nel pescaturismo, nell’ittiturismo, nella vendita del fresco. Si istituisce, infine, un fondo per la promozione di studi sulle donne nell’agricoltura e nella pesca.