Dopo il torrido e violento agosto…

 

La foto ha fatto il giro dei social, di tutti i giornali, dei tg. Giovani poliziotte che portano in questura Guerlin Butungu, il ventenne congolese, capo del branco feroce che ha violentato a Rimini una giovane turista e picchiato il ragazzo che era con lei a passeggio, di notte sulla spiaggia. Quel branco, con ferocia animalesca, ripeteva poco più tardi la violenza sessuale ai danni di una transessuale.

Loro, le poliziotte, si chiamano Francesca Capaldo, a capo del servizio che si occupa di violenza di genere, e Roberta Rizzo, capo della mobile. Indagini senza sosta, capacità di mettere a proprio agio le vittime riuscendo a raccogliere tutte le informazioni utili, collaborazione con il centro antiviolenza di Rimini. Determinate, capaci. Funzionarie dello Stato, della sicurezza, che sanno fare il proprio lavoro, e che sanno come ci si muove contro la violenza e i violentatori. Li hanno presi tutti.

Non sempre sono i muscoli, la forza ciò che serve per vincere, per combattere la violenza. Le donne lo sanno.

È stato un agosto terribile. Si fa fatica a rimuovere i flashback di queste torride settimane.

Immagini piene di violenza. Negli atti e nel linguaggio.

Un mese nel quale troppo spesso si è messo da parte quel sentimento di umanità che non dovremmo mai smarrire.

L’Italia ha continuato a bruciare, gli incendiari a colpire. Centinaia di ettari di terra ridotti in cenere, risorse, costi enormi sostenuti per lo spegnimento, volontari, vigili del fuoco in campo senza sosta, un caso che non siano state mietute vittime. Incendi che hanno sempre per protagonisti gli uomini, e la vittima è il territorio in cui viviamo.

La violenza terrorista è tornata a colpire in Europa, arrivando nel centro di Barcellona. Ancora una volta un messaggio chiaro: arriviamo ovunque, dove meno ve lo aspettate. Turisti, nel loro tranquillo passeggiare sulla Rambla, colpiti da un furgone.

Poi la Piazza di Roma, lo sgombero di un edificio occupato da anni da centinaia di rifugiati in attesa di sistemazione in Piazza Indipendenza. Donne e bambini sgomberati con la forza, con gli idranti. Immagini che si fa davvero fatica a collocare in Italia. Una brutta vicenda figlia di molti errori, quelli del Comune di Roma, di chi ha gestito l’operazione, del clima che si sta diffondendo in questo Paese.

Certo, quell’immobile andava liberato e non sono giustificabili alcune reazioni violente da parte degli occupanti, ma continuo a pensare che in presenza di donne e bambini avrebbero dovute essere utilizzate altre modalità.

Poi di nuovo i “giochi di guerra” nella Corea del Nord. Ero adolescente quando scrivevamo striscioni contro la bomba H, e scenari che ritenevamo consegnati alla storia, tornano ad essere attualità e tema all’ordine del giorno delle Nazioni Unite.

Infine la nostra violenza nei confronti del suolo, della terra, quel consumo sbagliato nell’edificare che ha visto sbriciolarsi case costruite con materiali scadenti con una tenue scossa che non avrebbe dovuto generare alcun danno ad Ischia e che ha invece provocato morte. Quel consumo sfrenato e irresponsabile, che attraverso i suoi attori e le lobbies del cemento, ha sfiduciato un sindaco, quello di Licata, colpevole di condurre una battaglia contro l’abusivismo.

Poi le parole, il linguaggio, gli atteggiamenti. Parole gravissime sulla violenza contro le donne, sugli immigrati. Machiste, violente, ancora una volta contro la Presidente Boldrini, contro tutte noi, le donne del Pd, pronunciate da esponenti politici di destra e della lega. E non solo sui social.

Atteggiamenti razzisti e violenti contro una ragazzina in autobus, a Firenze, non lontano da noi, per essere di un colore diverso, per avere un paio di pantaloncini corti, (come tutte le ragazzine in estate) e il silenzio, l’inerzia, il girarsi dall’altra parte di tutti coloro che su quell’autobus viaggiavano. Ma quella ragazzina è una cittadina italiana, e forse a differenza di come avrebbe potuto reagire una bimba immigrata spaventata, nonostante lo choc, ha raccontato, riferito, e sua madre, una dirigente del Pd, ha denunciato il fatto.

Cosa sta succedendo?

E cosa vogliamo fare? Limitarci a leggere le cronache? A raccontare?

C’è un brutto vento di destra, di regressione che spira nel mondo e il nostro Paese non fa eccezione.

E un vento così non lo si combatte ricorrendolo e correggendo qualcosa, ma producendo una cultura politica altra, fatta di contrasto alla violenza e al qualunquismo, una cultura che affonda saldamente le sue radici nel senso di umanità, di rispetto, di comunità.

È vero, è giusto che la sinistra si riappropri della parola sicurezza, ma vorrei che quel senso fosse figlio dei volti e dei modi delle Francesca, delle Roberta, che non esibiscono muscoli ed idranti, ma capacità di avere e dare fiducia, certezza della legge e relazioni umane.

Se la sinistra non fa questo, semplicemente non è più sinistra.

Il torrido agosto per fortuna è finito. I dati sull’economia sembravano finalmente registrare un’inversione di tendenza positiva. Speriamo e lavoriamo per un settembre capace di cambiare le immagini di sottofondo.

Susanna

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