Riequilibrare le rappresentanze di genere a partire dagli enti locali e dai consigli regionali: primo passo verso una reale democrazia paritaria che riconosce il ruolo delle donne nella politica e nella società. È arrivata in questi giorni in Parlamento la legge sulla doppia preferenza per i consigli comunali. Il meccanismo è semplice: si possono dare uno o due voti di preferenza nell’elezione dei consigli comunali. Qualora si esprimano due preferenze, devono essere date a un uomo e a una donna, altrimenti la seconda preferenza è annullata. Inoltre, le liste non possono avere meno del 30% di rappresentanza di un genere: qualora le liste esprimano una prevalenza superiore di un genere sull’altro, per la validità della lista si procede alla cancellazione dei candidati in eccesso dalla fine della lista a risalire e, se ciò non è possibile, la lista non è valida.
Il Parlamento, con l’approvazione di questo testo potrebbe davvero segnare una pagina positiva di questa legislatura, consentendo al nostro Paese di fare un piccolo passo avanti verso un orizzonte di democrazia paritaria e risalendo così qualche scalino dalla posizione assai in basso occupata in ogni classifica del Gender Gap. Il testo, di fatto già legge ad esempio per l’elezione del consiglio regionale della Campania, e osservato positivamente dalla Corte Costituzionale, potrebbe cambiare gli equilibri all’interno di consigli comunali, giunte, consigli regionali e commissioni di concorso. Non si tratta di quote rosa ma di ben altro, come hanno avuto modo di osservare costituzionalisti ed esperti intervenuti in Commissione affari costituzionali. È il primo passo verso norme che Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, per non parlare del nord Europa, hanno adottato già da tempo.
Rischiamo di rimanere indietro in ambito europeo su disposizioni e leggi di alto profilo sociale, come è già successo per la “Convenzione per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne”, ratificata dalla maggioranza degli Stati membri nel maggio del 2011 a Istanbul, ma non ancora dall’Italia. A tale proposito ho già presentato una mozione, con la quale si chiede al Governo di procedere in tempi brevi alla ratifica di un documento così importante per la tutela delle donne, il cui iter è iniziato qualche giorno fa in seguito alla dichiarazione di intenti da parte del Governo in commissione Affari esteri alla Camera.
Tornando alla doppia preferenza, in teoria tutte le forze politiche sostengono il testo, ma già in passato (1995 testo Prestigiacomo) iniziative ampiamente condivise e sollecitate dagli organismi Comunitari sono stati affossati nel segreto del voto. La Commissione Affari Istituzionali ha fatto un lavoro approfondito e serio in proposito. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano auspica una donna al Quirinale nel 2013, e soprattutto le donne italiane si sono mobilitate in tutto il Paese per chiedere un cambio di passo. Sarebbe assai grave che la politica e il Parlamento dimostrassero di essere più arretrati della Corte Costituzionale e del resto del mondo.
Nei giorni scorsi, durante il mio intervento in Aula sul testo di legge, ho fatto appello a tutte le forze politiche, affinché questo testo venga discusso alla luce del sole guardando soprattutto alle ragazze italiane, più istruite e, allo stesso tempo, più penalizzate dalla crisi, che oggi sono in grado di svolgere qualsiasi ruolo con competenza. Credo che l’approvazione di queste disposizioni, possa essere una buona occasione per ridare senso vero alla politica, alla buona politica, nel momento di massima distanza tra i cittadini e i partiti. Quella che ai talk show preferisce l’ascolto, quella che alla personalizzazione sfrenata preferisce la costruzione collettiva, quella più vicina alla vita quotidiana, più caratterizzata dalla sobrietà e più praticata dalle donne.
L’iter della legge è seguito dai movimenti delle donne e dalle donne del Pd, che stanno promuovendo iniziative a sostegno. La Conferenza provinciale delle donne sta predisponendo un ordine del giorno che sarà presentato in consiglio provinciale e nei consigli comunali. Il progetto che è stato assunto dalla Conferenza è la democrazia paritaria, per un cambiamento culturale capace di ricostruire un legame tra cittadini ed eletti. È per questo motivo che la Conferenza delle donne ha espresso apprezzamento e sostegno al testo sulla doppia preferenza presentato alla Camera.