Dov’è la voce delle donne?

Ho una strana sensazione e una grande preoccupazione. Riguarda le donne, la loro vita, la loro dignità e il loro futuro. Riguarda me, le amiche, le compagne con le quali ho condiviso e condivido pensieri, sensibilità, esperienze e posizioni politiche; riguarda le ventenni, le trentenni alle prese con la precarietà, riguarda le donne che a cinquant’anni perdono il lavoro, riguardano Rebecca, la mia piccola nipotina di 4 anni e l’Italia che l’aspetta.

Credo di aver letto e sentito di tutto in questi mesi e in questi ultimi giorni. Ho una visione delle donne degli anni 2000 istruite, colte, capaci di svolgere ogni compito, determinate nel voler scegliere una lavoro adeguato e soddisfacente, una vita piena, dei figli, un futuro in cui realizzare la propria libertà femminile. Donne libere. Donne che non si arrendono né alle difficoltà, né alle minacce continue alla laicità delle regole e dello Stato. Ma la cornice della politica nel Paese cozza tremendamente con questa mia visione e mi pone interrogativi enormi.

La scorsa settimana ho seguito la trasmissione di Santoro “Annozero” che, ahimè, come tante altre, aveva scelto di occuparsi del caso della separazione tra Veronica Lario e Berlusconi. Ad un certo punto mi sono sentita gelare la schiena dal ghigno e dal tono con il quale l’avvocato e parlamentare Pdl Niccolò Ghedini zittiva Emma Bonino, che tentava di parlare della dignità delle donne: “va là, va là, siete dei parrucconi, l’Italia è questo che vuole..siete voi che non avete capito, le donne italiane hanno capito benissimo ed è questo che vogliono….”. Si riferiva al premier e alle sue perle: quel premier sempre frainteso (sulla ragazza da sposare ha chiarito di aver fatto solo “un invito a profittare”); che usa “la mia signora” al posto di “mia moglie”; che dal salotto di Vespa, a riprova della levature di una delle ragazze candidate alle europee, rassicura dicendo: “E’ fidanzata con il figlio di un prefetto amico di Gianni Letta”. Come ha detto con sarcasmo la scrittrice Silvia Balestra su L’Unita, “più di così c’è solo il Nobel, o il Telegatto”. Quella sera mi sono sentita gelare la schiena perché come voi leggo i giornali, ascolto i commenti, ed anche i sondaggi. Si dice, (per quanto a mio parere i sondaggi vadano sempre presi “con le molle”), che la popolarità del premier non sia minimamente scalfita e che le donne italiane continuino a votarlo.

Cosa c’entra tutto questo con la mia visione delle donne italiane? E soprattutto, perché le donne italiane votano Berlusconi? Cosa vedono in lui? Cosa noi non riusciamo a dire alle italiane? Perché il centrosinistra che dà battaglia per difendere il diritto al lavoro femminile, che costruisce politiche per la conciliazione, che ha preteso che lo stalking fosse stralciato dal decreto sicurezza per poterlo approvare, non raccoglie il consenso delle donne? Tutto questo è da “parrucconi”? Eppure l’Europa intera si sta impegnando perché venga sconfitto il fenomeno della violenza sulle donne, cresca l’occupazione femminile, la presenza nelle istituzioni e in tutti i luoghi decisionali. Tutto questo è forse noioso?

Non ho niente contro le ragazze che vogliono sfondare nel mondo dello spettacolo e certo non mi appartiene alcun atteggiamento moralista, ma credo che non sia nè l’unica nè la massima aspirazione che una giovane donna può avere nella vita. Così come, a destra e a sinistra, la selezione delle donne non può certo essere opera del capo di turno. C’è un nodo che avrei voglia di sciogliere ed è l’insieme delle relazioni che oggi esistono o non esistono tra la politica e le donne italiane, tra i diritti e la modernità. Vorrei capire qual è l’approccio delle ragazze verso l’offerta del “mercato” della politica, qual è la visione che il centrosinistra ha delle donne, quelle che sono impegnate nel Pd e quelle impegnate nelle istituzioni.

Credo che le donne abbiano molto da perdere da una politica debole, da una politica che ne fa delle caricature e non delle protagoniste, ma sono anche convinta che dobbiamo provare a percorrere strade nuove. Su tutto questo vorrei che tornassimo a discutere, a confrontarci, a riprendere voce, tono, spazi, autorevolezza, magari a partire da Siena, certamente a partire da noi stesse

14 thoughts on “Dov’è la voce delle donne?

  1. Elettra Lorini alle 14.25 del 15 maggio
    ..e se riprendessimo il discorso aperto a Siena su come la nostra “potenza” non si fa “potere”?
    La nostra voce c’è: a volte sussurra, a volte urla, raramente però riesce a farsi sentire. Meglio, ascoltare…e ben sappiamo che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” . Io temo che oggi, in Italia, un diffuso “potere maschile” non abbia orecchi, non sappia e non voglia ascoltare voci di donna se non risuonano come si vorrebbe sentire.

  2. Gatti Francesca alle 15.05 del 15 maggio
    @ Susanna : pochi giorni fa ad un incontro di famiglie, una ragazza di appena 20 reclama il diritto alla maternità, ha detto io voglio stare con i miei figli quando questi nasceranno, voglio che questo sia possibile ed alzerò la voce affinchè sia così, le donne ci sono con tutta la loro dignità, forse parecchi uomini fanno i sordi. Susanna ci vuole maggiore attenzione per queste donne!!!!

  3. Lorella Carli alle 15.14 del 15 maggio
    nella vita sono sempre stata ottimista e ciò mi ha aiutato e mi aiuta in anche qs momento ma nell’aspetto donne e ns società c’… Visualizza altroè in me una vena di pessimismo spaventoso. Ormai da troppi anni assistiamo ad un ritorno indietro sommessamente accettato anche dalla parte femminile, per es. è normale che in una famiglia sia la donna a perdere o a rinunciare al lavoro prima dell’uomo; i ruoli in famiglia dove la maggior parte del genere maschile “detta legge”; ma anche un basarsi sempre più sull’aspetto fisico: emergo se sono bella e faccio di tutto(anche del male come la chirurgia estetica) pur di apparire, pur di piacere agli uomini. Perciò come possono fare altrimenti le giovani generazioni cresciute con i programmi senza cervello delle Tv private ma anche della Rai? La politica anche quella di sinistra ha una grande responsabilità: ad uscire dalle porte delle sezioni, spesso schifate, sono state per la maggior parte le donne considerate sempre meno dei coetanei maschietti.

  4. Massimiliano Fabbrini alle 16.22 del 15 maggio
    Premesso che alle primarie avevo votato Rosy Bindi, che alle politiche …ho dato il voto a Susanna Cenni, e che il mio “capo” è una donna, ho paura che la forza elettorale di Berlusconi, anche nel mondo femminile, abbia radici lontane, negli anni più fulgidi del craxismo ( e non a caso anche Craxi era molto amato dall’elettorato femminile). Il Pd ha perso troppe occasioni, non ultima quella di candidare la Senatrice Finocchiaro al Quirinale, piuttosto che Napolitano.

  5. Andrea Fanetti
    Andrea Fanetti alle 17.23 del 15 maggio
    Tu Susanna parli di donne. pensa che sconfitta è per gli uomini, dopo anni di femminismo, esse ancora maschilisti così. La sconfitta è per noi “persone”.

  6. Susanna Cenni alle 17.31 del 15 maggio
    Beh Andrea non hai tutti torti. Il punto alla fine è che perde una società potenzialmente democratica, rispettosa delle differenze, civile….

  7. Massimiliano Fabbrini alle 17.39 del 15 maggio
    Direi che siamo tutti concordi sul fatto che la “civitas” italiana si sta contraendo dentro se stessa; più in generale pensavo che sono passati duecentoventi anni dal famoso LIBERTE EGALITE FRATERNITE, e che ancora la politica viene influenzata da mogli-principesse, che siano Maria Antonietta o Veronica Lario, invece che da donne primo ministro. Qualcosa deve cambiare, ma cosa, dove, quando?

  8. Susanna Cenni alle 17.58 del 15 maggio
    Tanto e in molti luoghi caro Massimiliano, forse anche per questo è piuttosto complicato…ma se ognuno ci mette del suo possiamo cominciare

  9. Anna Paola Concia alle 21.40 del 15 maggio
    Pronta!!!
    Sai quanto mi fa stare male tutto questo spettacolo. Spettacolo dove ci abbiamo rimesso noi donne, dentro e fuori il parlamento. alziamo la testa e usciamo da questo affogante torpore. Noi donne siamo molto meglio e molto peggio. Certamente non siamo solo questo spettacolo al servizio dei pruriti maschili. Il dramma … Visualizza altroè che non ho sentito uomini dire a “Berlusconi ci vergognamo di te”.
    No il dramma è che Berlusconi rappresenta l’uomo medio italiano. Senza offesa per nessuno.
    Come noi donne non siamo quelle descritte per giorni, anche gli uomini non sono solo come Berlusconi.
    E allora tutti usciamo allo scoperto!!!!

  10. Atena Bianchi alle 10.08 del 16 maggio
    io comincerei con lo smettere di parlare dei pettegolezzi di palazzo. Perchè ? Perchè se oggi la politica si nutre di comunicazione dare peso alla dimensione volgare invece di alimentare un dibattito serio rischia mi pare – perchè questo … Visualizza altroè successo sulla vicenda B.-Lario – di alimentare solo un pettegolezzo a danno di noi donne. Vi rocordo che il giorno dopo l’annuncio del presunto divrozio due quotidiani “seri” come “la Repubblica” e “Il Corriere della sera” hanno dedicato ben quattro pagine alla vicenda e che per giorni tutti – a destra e a sinistra – hanno parlato di quel fatto. Vi chiedo ma secondo voi chi ha tratto vantaggio da tutto questo ? Lascio a voi la risposta.
    Chiudo suggerendo alle donne ma soprattutto agli uomini la seguente lettura:
    IL MONDO E’ DELLE DONNE – di A.Touraine

  11. Monica Calà alle 17.04 del 16 maggio
    Concordo in pieno con il pensiero di Atena…basta parlare …
    Sì Susi, diamoci da fare!!

  12. Elettra Lorini
    Scendo ora da barbiana: è stata una bella occasione per parlare non solo di scuola ma di futuro e di politica. Le donne, non solo insegnanti, erano la maggioranza ed hanno offerto un bello spaccato d’impegno e di fiducia nel fatto che “cambiare si pu… Visualizza altroò” partendo da quello che ognuna fa giorno per giorno.
    un’idea che mi è venuta è che “dare voce alle donne” è creare occasioni dove le donne sono i “soggetti” che parlano di “oggetti” che non sono le donne, ma i terreni della loro presenza e del loro impegno, che sono temi politici di cui la politica non parla se non in superficie. Oggi era la scuola che forma “cittadini sovrani” (…e vedessi che esperienze ci hanno portato!) Domani potrebbe essere l’ambiente dove vivere o gli spazi e i tempi per relazioni inclusive o…. la felicità (scusa l’ardire!).
    Insomma: penso che dobbiamo cercare di definire due o tre temi forti, che ci facciano esprimere idee ed energie per costruire non un’idea di futuro ma “il futuro”, a partire da noi.

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