Economia: dal Decreto del Fare un primo inizio

Letta lo ha detto fin dal suo inizio la strada che è stata imboccata sembra quella giusta. Dopo alcuni provvedimenti che hanno dato un po’ di ossigeno alle imprese, come il decreto legge sui pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, quello sul rifinanziamento della cassa integrazione, la sospensione del pagamento dell’Imu sulla prima casa per la prima rata in attesa della riforma, il decreto legge sulle detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di efficienza energetica degli edifici, quello per i problemi dell’Ilva, quello per l’occupazione e per non far scattare l’aumento dell’Iva, arriva un decreto legge, chiamato Decreto del Fare, che contiene disposizioni importanti per il rilancio della nostra economia (dichiarazione di voto di Maino Marchi). L’adozione di questo provvedimento poggia sui presupposti di necessità e urgenza. La crisi e i vincoli di bilancio stabiliti dalle autorità europee limitano fortemente il raggio di azione e la possibilità di manovra di questo Governo. In quest’ottica il Decreto del Fare potrà consentire di fare alcuni metri per allontanarsi da questa fase di recessione, affrontando tre nodi che, in modo diverso, sono imprescindibili per consentire all’economia italiana di ricominciare a crescere. Il decreto contiene, infatti, misure specifiche di impulso all’economia, norme per la semplificazione del funzionamento della pubblica amministrazione e tocca l’ambito della giustizia civile. Le misure previste per il sostegno alle imprese sono importanti e hanno tutte le potenzialità per ridare ossigeno alla nostra economia.

Si parla, infatti, di migliorare l’accesso al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese; rifinanziare i contratti di sviluppo; potenziare il Fondo centrale di garanzia, riattivando così i finanziamenti a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari, attrezzature e impianti; liberalizzare il settore energetico per gas e carburanti. Altre misure contenute nel Decreto del Fare riguardano l’università, come lo sblocco del turnover o le modalità di finanziamento, e le infrastrutture, dove sono previsti interventi di defiscalizzazione, lo sblocco dei cantieri e misure per rilanciare i porti, la sicurezza stradale e l’edilizia scolastica. Il nostro lavoro in Aula, ovviamente, non finisce qui. Sappiamo che per uscire dalla crisi ci vorrà tempo, conosciamo bene la situazione locale e nazionale, numeri che, seppur freddi, rendono bene l’idea di quella che è la realtà. C’è ancora tanto da fare, servono con una certa rapidità provvedimenti urgenti come quelli che riguardano l’Imu e il blocco dell’aumento dell’Iva, che sono indispensabili per dare ulteriore ossigeno al nostro sistema economico. Questo decreto,
tuttavia, dimostra come, se si affrontano di petto le situazioni, cercando soluzioni reali ai problemi reali, si può realizzare qualcosa di buono per il nostro Paese e per la nostra linfa vitale, che è l’economia reale, quella formata dalle piccole e medie imprese, che stanno affrontando una situazione complicata per affrontare la quale hanno bisogno di un sostegno vero.

Dichiarazione di voto di Maino Marchi

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