Tanti anni fa, (ero una bambina che faceva le elementari), mio padre occupava con i suoi compagni di lavoro la fabbrica. Ricordo quella battaglia per la difesa del posto di lavoro, ricordo mesi difficilissimi, lo sguardo dispiaciuto, preoccupato, ma fiero, e le spiegazioni che ad una bambina si potevano dare per un natale passato in fabbrica, e non a casa con la famiglia. In quello sguardo c’era la dignità del lavoro, della consapevolezza che quel prodotto andava sul mercato, era fatto bene perché le sue e le altre mani, le loro teste, la loro fatica lo rendeva tale. E’ quella dignità che viene colpita a morte quando il lavoro viene meno, e soprattutto quando un’impresa salta non perché il prodotto non e’ competitivo, ma perché l’impresa non ottiene credito, o perché non c’è una guida adeguata. Ed e’ colpita a morte, annientata anche da chi pensa che i problemi di mercato e di competitività possano essere affrontati sulla pelle di chi oggi porta a casa 1000, 1200 euro al mese riducendo ancora quella somma addirittura del 40 %….Ed e’ ancora colpita a morte dalle parole irricevibili di un finanziere che sostiene che tutto ciò e’ razionale… Non c’è niente di razionale. Proprio niente. Quello scempio va impedito. Non ci sarà nessuna ripresa economica senza eguaglianza, non ci sarà nessuna innovazione positiva senza rispetto per la dignità e per i diritti di chi lavora.. Non lo dico solo io, ma autorevolissimi economisti come Stiglitz, che hanno vinto anche qualche premio Nobel per l’economia. Vogliamo davvero mettere in campo il Jobs Act? Allora riempiamolo di contenuti e mettiamo in cima la dignità, si la dignità’, di chi lavora e di chi vuole iniziare a lavorare… Di chi vuole vivere con decoro attraverso le proprie mani, le proprie conoscenze, la propria creatività, il proprio sapere?.. Magari così si torna a credere nel nostro paese. Anche per questo la vicenda Elextrolux, e le altre che sono meno all’onore delle cronache, vanno fermate sul nascere…senza se e senza ma.