Questa settimana sono passata a trovare Simone Bezzini al suo comitato elettorale. Un luogo che gli assomiglia molto: semplice, nessun manifesto elettorale personale, invece ci sono i simboli del Pd, niente fronzoli né gadget con il suo nome, ma volontari al lavoro, agende fitte, appuntamenti, persone che passano, lui in arrivo, poi in partenza trascinato dai compagni che lo accompagnano e gli mostrano l’orologio, o in ascolto, senza far roboanti promesse, solo l’impegno, ( potete star certi), di lavorare per una soluzione ai temi che gli vengono sottoposti.
Simone è questo.
Un uomo legatissimo a questa nostra provincia di Siena, competente, pacato, uno che studia, che approfondisce, che cerca di capire, uno di quelli che di norma, anche per raccontare le sue idee usa più il “noi” dell’”io”, uno cui si fa fatica a fare qualche scatto fotografico, poco amante dei social. Non ho mai fatto campagne elettorali “contro” qualcuno, spero di non farne mai. Ho rispetto per tutti i candidati della nostra lista, per alcuni ed alcune stima ed amicizia.
Si può sostenere uno o più candidati, chiedere ai propri amici di fare altrettanto, ma attenzione a dimenticare che siamo tutti sotto lo stesso simbolo e comunque a sostegno di Enrico Rossi. Qualcuno alla fine potrebbe chiedervi se siete dello stesso partito…o forse se avete perso la trebisonda.
Forse anche per tutto questo mi ha colpito il gioco degli attacchi alla candidatura di Simone, il tentativo di cucire addosso a lui una serie di abiti, di etichette: il vecchio, il passato, la banca, la caccia, il non aver sostenuto Renzi…come se quel voto avesse determinato una mutazione genetica, come se il congresso non fosse abbondantemente alle nostre spalle, come se Renzi non fosse oggi il segretario di tutti noi, e il nostro Presidente del consiglio.
E allora…forse vale la pena di ricordare che Simone ha si e no 45 anni, ha fatto il Presidente della Provincia nel mandato più difficile e meno invitante, facendo i conti con la fine dell’erogazione delle risorse della Fondazione, e con le norme che hanno trasformato le Province in un ente di secondo grado ancora non ben definito.
Forse non tutti sanno che in quei difficili anni, mentre il Comune di Siena veniva commissariato, grazie all’azione di alcuni consiglieri comunali eletti con il Pd, mentre a fare l’amministratore in Provincia si restava anche senza gettone, ha ricevuto anche importanti ed autorevoli proposte. Proposte che Simone non ha mai accolto per non lasciare Siena senza nessuna guida istituzionale in un momento difficile, e poi per difendere lavoro, dipendenti, ruolo dell’Ente in una fase di grande disorientamento e preoccupazione.
Chiamatelo come volete: senso di responsabilità, senso delle istituzioni. Io so che semplicemente in più occasioni ha scelto di mettere l’interesse della comunità davanti ad opportunità importanti. E a me sembra una buona garanzia per sostenerlo nell’elezione a consigliere regionale, per me la prima garanzia.
Ho letto tante sciocchezze in queste settimane, penso agli attacchi sulle politiche venatorie.
Mi viene un po’ da sorridere. Le politiche venatorie sono cosa complessa, ne so qualcosa, ed è innegabile che ci siano anche stati alcuni momenti difficili, forse alcuni errori. Ma occuparsene significa non solo tenere assieme interessi diversi. C’è da fare i conti con norme e competenze non sempre agevoli, con ricorsi e sentenze dei Tar che bloccano e rimettono in discussione le tue delibere, e qualche volta anche le tue norme, con cultura e sensibilità che stanno cambiando profondamente, con procedimenti di infrazione Ue, e in qualche caso anche con “Vip” che magari vengono in vacanza e che attraverso testate nazionali ti mettono contro il mondo intero.
Sarebbe però non solo ingiusto, ma palesemente falso sostenere che in questa Provincia, una terra in cui è nato buona parte del cosiddetto modello toscano delle politiche venatorie, dove prima che altrove si sono insediate le Atc, dove prima che altrove si è provato a mettere attorno ad un tavolo mondo agricolo, venatorio, ambientale, competenze scientifiche.. e si e iniziato a fare programmazione venatoria, tutto improvvisamente diventa sbagliato e da rifare. Non vorrei che dietro a questo si nascondesse invece un vero ritorno indietro, con il primato di sigle o di singole figure, o piccoli gruppi di interesse particolare, buttando a mare un percorso certo da innovare, ma non da cancellare.
Ed ancora gli si rimprovera di non aver reciso alcuni rapporti.. e anche qui mi viene da sorridere.
Si perché ho l’abitudine di guardare le persone, i nomi, le loro storie, di ricordare codazzi di ogni tipo dietro a figure di primo piano, o presenze decennali nei consigli di amministrazione. Strano il mondo, e strane anche le fasi politiche, come se l’ultimo schieramento congressuale avesse il potere di un cancellino su una lavagna, o dello sbiancante durante l’ultimo lavaggio ad alta temperatura in lavatrice. Il rischio è quello di non cambiare tanto il verso, ma solo ..la figura dietro alla quale continuare a fare il codazzo.
Non sono tra coloro che hanno chiesto a Simone di candidarsi. Non l’ho fatto perché so che dopo l’esperienza della provincia si è rimboccato le mani per iniziare un nuovo percorso lavorativo, di vita, e perché ritengo che ci sia una cifra di indiscutibile valutazione personale nel mettersi dentro ad una competizione elettorale, ma sono testimone del fatto che in tanti glielo hanno chiesto, della stima di cui gode nel nostro territorio, delle sue lunghe riflessioni prima di accettare.
Anche questo per me è indice di pacatezza e serietà.
Adesso è in campo ed io gli do tutto il mio convinto appoggio, non solo perché credo che se lo meriti, ma soprattutto per la sua umanità e per la sua capacita di mettersi al servizio di un progetto, di una comunità. Il consiglio regionale ha competenze legislative, si occuperà soprattutto di programmazione economica, ambientale, agricola, turistica, si troverà a gestire il passaggio di alcune competenze dalle ex province alla regione, ed io sono convinta che lui più di altri abbia le competenze per farlo rappresentandoci pienamente, con garbo e autorevolezza.
Simone non è una candidatura contro.
Simone non usa e non ha mai usato un linguaggio violento, urlato.
E’ un uomo che crede nella forza di un progetto e di una comunità politica, perché gli uomini e le donne passano, le comunità dobbiamo farle sopravvivere e rinnovare nel tempo che scorre e che pulsa. Io scelgo uomini e donne del “Noi”.
#Vai Simone