L’11 giugno del 1984 moriva a Padova uno dei rappresentanti più alti della democrazia italiana, Enrico Berlinguer. Da settimane sono tanti gli storici, gli intellettuali e i politici che stanno commemorando questo anniversario. Mi piacerebbe aggiungere alle loro voci anche il mio personalissimo ricordo.
Sono passati venticinque anni, allora muovevo i primi passi nell’impegno politico. Tornare a quel momento, a quel giugno anch’esso vigilia di un voto per le europee, porta ancora con sé una scia di dolore.
Un dolore ed un grande vuoto.
Ricordo Enrico Berlinguer, i suoi modi gentili, garbati, il suo fisico minuto e la sua enorme statura politica e morale. Ricordo il suo saper vedere oltre, la sua capacità di parlare di scenari ancora non visibili agli occhi dei più e di convincere il suo popolo che quegli scenari erano i luoghi cui guardare, quelli per cui attrezzarsi per diventarne attori. Ricordo la sua grande attenzione verso i movimenti giovanili e le donne. Le donne: è stato il primo grande dirigente a capirne la portata rivoluzionaria epocale e di cambiamento per il suo partito e per la politica. E poi la questione morale e il bisogno di riformare i partiti e il sistema politico, quando Tangentopoli era ancora lontana, e l’austerity come occasione per ripensare il mondo e gli stili di vita, con un’incredibile assonanza con le parole usate oggi da Obama nell’affrontare la crisi.
A volte mi chiedo come la sinistra italiana abbia potuto perdere per strada molte delle sue riflessioni, anziché farne tesoro, aggiornarle, approfondirle, metterle in pratica. Eppure se un uomo come lui è stato capace di convincere e affascinare chi, come me, aveva appena vent’anni, la forza e la portata del suo messaggio e del suo pensiero non potevano che essere straordinari. Invito tutti a riprendere in mano i suoi scritti, a riflettere sui suoi saggi, a rileggere alcune delle sue interviste. Penso a quella rilasciata a Eugenio Scalfari sui partiti “..oramai diventati macchine di potere…”.
Ricordo i giorni terribili del suo malore, in piazza, durante un comizio: quell’uomo che sbiancava e diveniva più piccolo mentre incitava il suo popolo a fare di tutto, fino all’ultimo momento utile, per chiedere un voto per il Pci. Ricordo l’attesa dell’Italia fuori dall’ospedale e la lettura dei bollettini medici, il dolore, le lacrime, le lunghe file a Roma davanti a Botteghe Oscure e in tutte le sedi del Pci: tanta, tantissima gente che voleva salutarlo, che voleva rendergli omaggio. E poi flash, brandelli di immagini e di sensazioni. Le mie scarpe da ginnastica che si incollavano all’asfalto di Roma nel bollente giorno dei suoi funerali, la folla oceanica che lo ha accompagnato nell’ultimo viaggio. La commozione del Presidente Sandro Pertini. Il titolo dell’Unità: “Ciao Enrico”.
Voglio ricordarlo così, nel fermo immagine della mia memoria, ritratto in quella bellissima ed inusuale foto che l’Unità pubblicava: capelli scompigliati dal vento, sorridente, una giacca a vento bianca. Un piccolo grande uomo che tutt’ora lascia un grande vuoto nel cuore di tanti.
Quelle elezioni segnarono il risultato più grande mai raggiunto dal Pci: 33,3%, l’ultimo grande patrimonio che ci ha lasciato.
Un grande vuoto ed una grande lezione politica ed ideale.
Susanna Cenni
ERO UN BAMBINO QUANDO PURTROPPO CI HAI LASCIATI , E RICORDO MIO PADRE PIANGERE ALLA TV
E VENIRE AL TUO FUNERALE IN UN BAGNO DI FOLLA A RICORDARTI.
LA QUESTIONE MORALE PER TE E PER LA TUA FAMIGLIA ESTESA A GIOVANNI E
LUIGI
(ORA CANDIDATO EUROPEO NEL NORD EST ) , RESTA NELLA VOSTRO PENSIERO IMPORTANTISSIMA .
LA QUESTIONE MORALE E’ DA QUI CHE DOBBIAMO RIPARTIRE.
FORZA BERLINGUER HASTA LA VICTORIA SIEMPRE
vorrei commemorare anche berlusconi.
Uomo di enorme spessore politico, che anni fa ho avuto il piacere di conoscere ed ascoltare nei suoi numerosi comizi a Milano, anche se giovane l’ho stimato subito, purtroppo uomini così….
non ce ne sono più.
Enrico ci manchi tanto!!! tanto
ti ricordo ad un comizio a Siena in p.za della Posta, era il maggio del 1983, mia figlia aveva tre anni era sulle mie spalle e vedendo tutta quella gente era un po’ impaurita e si stringeva forte al mio collo, ricordo ancora i suoi capelli biondi che mi accarezzavano il viso……..ma quando vide tutti applaudire iniziò anche lei a battere forte le sue manine e oggi quella bambina è una donna che crede ai valori che ci hai trasmesso e nei quali è stata cresciuta.
Un abbraccio per sempre
Bellissimo commemorare E. B., ma quando nacerà un uomo come lui, capace
di un’etica nel pensare,
nel governare,
di svolgere, con arte,
la propria parte!?