Fuoco.
L’Italia sta bruciando. Incendi percorrono la Sicilia, la Campania, lambiscono la nostra Toscana portando via alberi, colture, lavoro, fatica, ambiente, sfiorano case, mettono a rischio vite. Un anno terribile per ambiente e agricoltura, già messo a dura prova da temperature molto alte e una grave siccità. Indubbiamente con un clima così dovremo fare i conti. Grande caldo, o violente precipitazioni sono le conseguenze del cambiamento climatico, oramai chiaro a tutti, salvo che al Presidente Trump che abbandona gli accordi di Cop21.
Sul fuoco, però, è bene rammentare che assai raramente un incendio nasce da una spontanea autocombustione, molto più comunemente avviene per mano dell’uomo, in alcuni casi accidentalmente, più spesso consapevolmente. L’ho imparato anni fa, ascoltando gli uomini e le donne impegnate nell’azione antincendio (forestali, vigili del fuoco, volontari) quando tra le mie deleghe di assessore regionale ho avuto forestazione e antincendio. Si può fare molto per prevenirli, dalla manutenzione forestale all’educazione ambientale, si può fare moltissimo per spegnerlo, con mezzi, uomini, organizzazione (in Toscana abbiamo ottimi risultati con la centrale operativa che consente al soggetto più vicino di intervenire per primo). Si può fare molto per punire, lo si fa anche con i nuovi reati ambientali (fino a 20 anni) e lo si può fare non consentendo di fare e realizzare alcunché nei luoghi percorsi dal fuoco.
Giugno è stato un mese di fuoco anche per l’immigrazione e luglio non si preannuncia più facile. In due giorni sono giunte nelle coste italiane 25 navi cariche di migranti in cerca di una possibilità di vita e il nostro sistema, fatto di salvataggio e accoglienza, è entrato in grande difficoltà. Hanno fatto bene il Ministro Marco Minniti e il Presidente Gentiloni a riaprire con toni forti il confronto con l’Europa.
E sono quelli i toni giusti con i quali affrontare il tema. L’immigrazione che stiamo vivendo non può essere interpretata con la lente dell’emergenza momentanea, ma con la consapevolezza che stiamo vivendo una migrazione epocale che durerà e crescerà ancora. Uomini, donne, esseri umani fuggono dalla propria terra per sfuggire a guerre, persecuzione e fame. Puoi subire questo processo o puoi provare a governarlo. L’unica cosa che non puoi fare è ignorarlo o pensare di fermarlo, come già altre epoche storiche ci hanno insegnato. In questi anni nel nostro Paese sono approdati dai 180000 ai 200000 migranti, l’Italia è il primo corridoio, il primo approdo per poi proseguire altrove. A oggi più della metà di coloro che sono arrivati o sono stati rimpatriati o, per lo più, sono andati in altri Paesi. Gli altri, sono stati dopo il processo di identificazione assegnati a varie realtà nel Paese, diluendo numeri e persone con storie dure nelle nostre comunità. Su questo tema mi fa piacere segnalarvi un bell’intervento sul tema di Gianni Cuperlo.
Ciò che invece non possiamo consentire è che l’Italia sia sola a gestire con l’umanità di cui siamo capaci, salvataggi, accoglienza e sinceramente sono poca cosa i riconoscimenti del livello di eroismo che Francia e Germania hanno espresso nei giorni scorsi, se non accompagnati da impegni concreti nell’accoglienza che al momento non si vedono. Il Ministro Minniti lo ha chiarito con grande nettezza: il 97% delle persone che salviamo viene dalla Libia, ma non è libico, è chiaro che in quel Paese c’è uno dei punti strategici su cui intervenire, a partire da una stabilità che oggi lì non esiste. Così come è bene, ancora una volta, ricordare che non c’è alcun nesso tra l’immigrazione e il terrorismo.
Non ci sono formule magiche, servono politiche di governo innanzitutto a livello europeo. Servono parole di verità, serve la capacità di ascoltare e di rispondere ai cittadini, magari non sbagliando clamorosamente messaggi e comunicazione.
Difficile non affrontare anche gli incendi che riguardano la politica.
Si torna a parlare di fascismo e antifascismo, purtroppo si tornano ad ascoltare parole gravi di natura razzista, malauguratamente per voce di un deputato, Cesareo, ai danni del nostro Emanuele Fiano. Lega e M5S parlano ogni giorno di più con un linguaggio e argomenti che tendono ad assomigliarsi.
Da pochi giorni è uscito il libro di Matteo Renzi, ma da molti giorni TV, giornali, social sono affollati da anticipazioni, dichiarazioni, citazioni che alimentano dibattito e conflitto. Pare ce ne siano per tutti: l’Europa, gli scissionisti, gli imbronciati, la Banca d’Italia…
Su moltissimi di questi temi ci sarebbero argomenti e materiale per un lavoro serio: penso al tema delle regole e dei vincoli Europei sui conti pubblici, a quello richiamato poco sopra del governo dell’immigrazione e ancora alle banche, con i disastri generati da vertici colpevoli, solo che dovremmo provare a farlo senza tentazioni sbrigative e un po’ superficiali e populiste, perché questo terreno e già molto affollato, e dovremmo provare a discuterne con consapevolezza, senza mettere in difficoltà ministri che stanno ogni giorno provando a lavorare seriamente, o la pacata determinazione del Presidente Gentiloni.
Perché almeno in Europa, con tutti i limiti che questa esperienza sta dimostrando, per ottenere risultati servono serietà e affidabilità, serve pazienza e serve la capacità di costruire alleanze con altri Paesi, passo dopo passo. Solo intraprendendo questa strada con determinazione e, certo, fermezza si può pensare di negoziare qualcosa di concreto.
Ma siamo già oltre la metà di luglio, e l’estate finirà molto presto…speriamo che terminino anche i fuochi e lascino il posto a pratiche più costruttive.
Susanna