Etichettatura, bene il testo approvato. Ora il Governo lo sostenga a Bruxelles

Qualche volta la politica riesce a produrre risultati in sintonia con le richieste dei cittadini: è accaduto martedì con il disegno di legge sull’etichettatura e la qualità dei prodotti alimentari, approvato all’unanimità in commissione agricoltura alla Camera. L’Italia è il primo Paese in Europa ad avere una norma per etichette chiare e trasparenti, a tutela dei prodotti tipici e tradizionali e a vantaggio dei consumatori, che saranno più informati sulla qualità e le caratteristiche di quello che mangiano.
L’obbligo di dichiarare l’esatta provenienza degli ingredienti e di indicare il luogo di trasformazione è un risultato importante, che potrebbe porre l’Italia all’avanguardia in Europa sul tema delicato della sicurezza alimentare. Ora ci auguriamo trovi accoglienza e riscontro positivo in sede comunitaria, perché è lì che si deciderà sulla sua reale applicabilità. Prima di questa legge, nel nostro Paese, l’obbligo di indicare l’origine valeva solo per carne bovina, pollo, uova, olio extravergine di oliva, miele, latte, frutta e verdura, passata di pomodoro. Con le nuove disposizioni è obbligatorio anche per prodotti come carne di maiale, agnello e coniglio, yogurt, formaggi e altri prodotti freschi, trasformati e non. C’è da sperare che i recenti scandali alimentari, da ultimo quello legato alla diossina, possano spingere Bruxelles ad uniformarsi all’orientamento italiano e che, nella negoziazione in sede Ue, il Governo metta in campo la necessaria determinazione.
La legge approvata ieri è stata migliorata grazie al lavoro del Pd che ha introdotto nel testo due principi molto importanti: l’etichetta obbligatoria in tutte le filiere della produzione e della trasformazione, mentre il testo originale prevedeva la discrezionalità del Governo nello stabilire per quali filiere imporre l’obbligo; e la segnalazione obbligatoria nell’etichetta di eventuali organismi geneticamente modificati utilizzati in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale, introdotta con un mio emendamento e non senza vivaci discussioni.
Ora che il testo è legge occorrerà che anche Bruxelles ne accolga le novità. Ci aspettiamo perciò un impegno serio del Ministro e del Governo per motivare, documentare e sostenere i contenuti della legge anche nell’ambito del cosiddetto ‘pacchetto qualità’. È quello che abbiamo chiesto noi del Pd, evidenziando anche la necessità di non penalizzare i piccoli agricoltori, selezionatori e produttori di sementi e custodi della nostra biodiversità.

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