Garantire statizzazione degli istituti musicali come il “Franci” di Siena

Il mondo dell’istruzione e della formazione nei diversi ambiti deve essere tutelato e stimolato. In questo ambito hanno da sempre nel nostro Paese un particolare prestigio gli istituti musicali pareggiati, destinati allo studio professionale della musica e autorizzati al rilascio di titoli di studio legalmente riconosciuti. Ventuno sono gli istituti di questo tipo presenti in Italia, tra i quali spunta l’istituto “Franci” di Siena.

La questione della statizzazione degli istituti musicali, prevista dalla legge numero 508 del 1999, che doveva equipararli ai conservatori statali anche per la provenienza finanziaria, non è stata mai del tutto risolta. I costi del personale, docente e tecnico-amministrativo, degli istituti musicali, infatti, ricade interamente sui bilanci dei Comuni e delle Province di appartenenza e questi ultimi, a seguito della crisi economica, del taglio dei finanziamenti agli enti locali e dei vincoli imposti dalle amministrazioni, fanno fatica a sostenere tali oneri. Anche l’istituto senese sta incontrando serie difficoltà gestionali legate alla mancanza di finanziamenti che potrebbero garantire la tutela dei lavoratori e degli studenti.

Diventa quindi sempre più urgente trovare una soluzione a una questione aperta da ormai 13 anni e che mette sempre più a rischio il posto di lavoro del personale e le opportunità didattiche per gli studenti. Qualche mese fa avevo presentato un’interrogazione a tal proposito e, durante la campagna elettorale, ho partecipato a un incontro a Livorno sulla questione degli istituti musicali. Ho ripresentato, infine, anche in questi giorni l’interrogazione in cui chiedo di conoscere i tempi e i modi con cui il Governo intende mettere definitivamente in atto il processo di statizzazione previsto dalla legge del 1999, garantendo la continuità didattica per gli istituti musicali pareggiati e tutelando i diritti dei lavoratori e degli studenti, nonché il prestigio e il ruolo formativo e culturale di queste scuole, adottando strumenti normativi che non prevedano oneri aggiuntivi per lo Stato.

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