La pausa estiva è un ricordo sbiadito. Gli uffici e le imprese, non tutte purtroppo, hanno ripreso l’attività, come anche la politica. E alla Camera è in arrivo il decreto Sblocca Italia.
Mentre scrivo non so ancora se l’ennesima convocazione in seduta comune di Camera e Senato porterà all’elezione dei componenti della corte costituzionale e del csm. Nemmeno questa è stata una bella pagina della politica italiana: accordi non rispettati e franchi tiratori.
La settimana ci ha poi consegnato l’intervento di Matteo Renzi sui “Mille giorni”, un discorso come sempre molto determinato, con il quale il Premier ha rilanciato la sua convinzione nel perseguire la strada delle riforme, a partire da quelle istituzionali, nel mantenere gli impegni con il Paese, nel volere esercitare pienamente il ruolo di presidenza del semestre europeo, così come forte è stato il suo tono nei confronti degli alfieri del rigore e delle agenzie di rating. Matteo Renzi va avanti, e a noi spetta il compito di supportare il ruolo del suo e del nostro Governo, approvando e migliorando i provvedimenti che stanno arrivando. Non esistono dubbi su questo.
Non ci sono “gufi frenatori”, perché al buon esito dei provvedimenti e delle politiche del Governo è legato il destino del Paese, delle famiglie, di una generazione intera e delle imprese. Le analisi di Istat, Censis e Ocse, in tempi diversi, ci ricordano ritmicamente che la recessione che stiamo vivendo ci riporta ai dati del 1959.
Matteo Renzi deve farcela e noi siamo con lui. Devo dire che mi sarei però aspettata nel suo discorso qualche passaggio diverso su economia e lavoro. I dati sono pesantissimi e altrettanto le previsioni. Al Senato è iniziata la discussione sulle norme sul mercato del lavoro. E’ vero, come ha detto Matteo Renzi, che la vera discriminante oggi è tra chi ha un lavoro e chi non ce l’ha, tra chi ha garanzie e chi no, ma non credo che affrontando così il tema dell’articolo 18 si compiano passi avanti su occupazione e crescita.
Bello il suo passaggio sulla maternità per tutte, si sappia però che giacciono da anni proposte di legge delle parlamentari su questo tema. E’ invece mancata l’illustrazione di una strategia per il rilancio economico e sulle politiche industriale. Spero e confido che avverrà in occasione del nuovo DEF e spero che potremo avere occasioni di discussione anche nei gruppi parlamentari, possibilmente senza una diretta televisiva, ma con la possibilità di entrare nel merito e anche migliorare proposte e testi. Passo dopo passo, come ci ha detto il Premier.
Poi c’è stata la nuova segreteria: unitaria e plurale. Spero che il segno di un coinvolgimento di tutti nel Governo e soprattutto nella costruzione del partito arrivi nei fatti. Nemmeno questa sarà una passeggiata.
La stagione delle feste de l’Unita ha confermato l’esistenza di un popolo di volontari straordinario e generoso. Meno brillante è l’immagine del nostro partito nei territori, troppo segnata da conflitti e personalismi. Insomma, il nuovo gruppo dirigente avrà molto da fare.
E c’è da fare in Terra di Siena. Anche in questo caso, mentre scrivo non è conclusa la discussione tra i sindaci e nel gruppo dirigente su lista e nuovo Presidente della Provincia. L’immagine fornita, nelle ore scorse, sui social è stata davvero molto brutta. C’è uno strano nuovo costume quello di scambiare i social per le sedi di discussione politica e questo non ci farà certo progredire. Qualche volta per fare passi avanti è utile ripartire dalle regole minime di convivenza, per esempio il rispetto reciproco, l’ascolto, una sana cifra di umiltà, e soprattutto la consapevolezza che “là fuori” ci sono i problemi seri, ci sono le persone che non riescono più a vedere una strada per il proprio futuro. E il compito di tutti noi, che stiamo in politica, nessuno escluso, ovunque siamo, è di darci da fare per far tornare a camminare questo Paese e la Terra di Siena, a partire dal suo capoluogo. Questo è il compito della politica: avere una visione del futuro e progettare quel futuro, che oggi significa prima di tutto ripresa e occupazione, ma anche darsi da fare per realizzarlo.
Ps: siamo a un anno dalla Ratifica della Conferenza di Istanbul, ma anche in questa settimana contiamo gravi casi di femminicidio. La vittima più giovane aveva meno di ventanni ed è stata spinta giù da un tetto.
Susanna