Sempre in tema di Stabilità è stato approvato un mio ordine del giorno sulle reti di riscaldamento a biomasse forestali. Ho chiesto al Governo di rivedere la riduzione del 15 per cento del credito d’imposta a favore dei soggetti allacciati a reti di teleriscaldamento alimentate con biomasse, al fine di annullare gli aumenti nelle bollette; di prevedere che le disposizioni vigenti per le reti di teleriscaldamento alimentate da biomasse siano estese anche ai comuni ricadenti nei territori marginali e montani non raggiunte dal metano e di inserire, nella riforma dei «Certificati Bianchi» (che è lo strumento che dovrà garantire almeno il 60% dell’obiettivo nazionale di risparmio di energia al 2020), forme di incentivazione per l’utilizzo di impianti di teleriscaldamento alimentati con biomasse. In Italia gli impianti di teleriscaldamento a biomasse sono 86 e tali strutture rappresentano, soprattutto nelle zone marginali e montane non raggiunte dal metano, uno strumento irrinunciabile per offrire alla popolazione un servizio a costi contenuti, per valorizzare l’utilizzo sostenibile di risorse locali, per promuovere l’economia territoriale e per incentivare l’utilizzo di fonti energetiche pulite. I sistemi di teleriscaldamento, inoltre, contribuiscono alla riduzione dell’inquinamento locale, soprattutto se alimentati da biomasse, e rappresentano una soluzione alternativa, rispettosa dell’ambiente, sicura ed economica per il riscaldamento degli edifici. La produzione di energia da biomasse rappresenta un punto significativo di sintesi capace di coniugare gli impegni in materia di salvaguardia ambientale con un equilibrato sviluppo delle aree boschive, e in grado di prevenire il dissesto idrogeologico, garantire occupazione, redditività e corretta manutenzione e gestione dei boschi mediante il sostegno allo sviluppo di filiere foresta-legno-energia.