Green economy e rinnovabili: la miopia del governo che ci fa compiere passi indietro

“l’invito a ribellarsi che ieri il Presidente Rossi ha fatto in merito al dercreto Romani sulle energie rinnovabili, non puo che essere accolto più che motivatamente. E’ un provvedimento sbagliato, nocivo ed incompresibile. Sbagliato perchè non si possono cambiare le regole in corsa, bloccare di colpo un sistema di incentivi che indubbiamente va cambiato ( mette in discussione la necessità di modificare lo status quo), e promettere che “poi”, come Berlusconi ha dichiarato nella serata, “a breve ci saranno le nuove regole e il nuovo quadro di incentivi”. In questo settore la certezza è fondamentale per investire e concedere credito, ma si puo chiudere un sistema solo se siamo pronti a mettere in campo il nuovo. Nocivo, perchè mette a rischio nel nostro Paese un settore che consta nel solo fotovoltaico di 1000 aziende, 15.000 posti di lavoro diretti, 100.000 indiretti, un volume di affari nel 2010 tra i 6/8 mld di euro, e che nel giro di 8/10 giorni ha già prodotto un congelamento di ordini e commesse senza precedenti. incomprensibile, perchè non si riesce davvero a leggere una ratio nelle politiche industriali di questo Governo, se non leggendovi il peso delle lobbies del nucleare. La Germania da decenni investe sulla green economy. Negli Usa questo settore rappresenta in assoluto una delle principali scelte operate da Obama per riconvertire l’economia ed uscire dalla dipendenza dal petrolio. In Italia, dopo che dal 2006 ad oggi grazie alle scelte contenute nel progetto Industria 2015, sono stati fatti 11 miliardi di investimenti e creati 50.000 posti di lavoro, si blocca uno trai i pochissimi settori che in questi anni, nonostante la crisi, ha visto una grande crescita e che potrebbe consentire al Paese una svolta per la sua competitività, per la crescita occupazionale oltre a rappresentare un contributo fattivo per l’abbattimento delle emissioni di Co2.” “gli effetti possono esser devastanti, come bene ci hanno riferito le imprese ieri pomeriggio durante un affollatissimo ed animato incontro a Roma presso il gruppo Pd della Camera: già pesanti sono le disdette degli ordini, così come stanno giungendo stop dalle banche, dati che prefigurano uno scenario di immediata cassa integrazione per migliaia di addetti e di possibili trasferimenti all’estero di aziende, tra le quali molte toscane.” “il Pd si è immediatamente mobilitato. Già nei giorni scorsi è stata presentata una interrogazione al Ministro sottoscritta da numerosissimi deputati, E’ stata depositata una risoluzione (pd) a firma Lulli e Mariani, nelle commissioni Ambiente e Attività produttive. il Capogruppo Franceschini ha chiesto al Presidente Fini di mettere all’ordine del giorno dei lavori della camera nella prossima settimana una mozione del Pd con la quale si chiede al Governo di fermarsi. “la Terra di Siena ha visto in questi anni un grande impegno istituzionale (Siena Carbon free), dei singoli cittadini che hanno investito in sostenibilità intervenenedo sulle loro abitazioni, delle imprese (Pramac, Siena solar nanotec, tante piccole aziende artigiane che fanno rete, ecc….), investendo in ricerca, in innovazione, in nuova occupazione. Noi sentiamo il dovere di difendere queste scelte, e dobbiamo fare tutto il possibile affinchè il 15 di marzo, data nella quale il Ministro Romani ha convocato un tavolo al ministero in materia, si produca uno stop agli effetti del decreto, si preveda una fase di transizione e si definiscano con certezza temi e cifre di una possibile nuova regolamentazione. Nessuno pensa che in eterno il settore debba vivere di incentivi, ciò provocherebbe soltanto nuove bolle che prima o poi esploderebbero, ma per l’Italia, la green economy, e quindi le energie rinnovabili di nuova generazione, gli investimenti su scienze della vita, qualità ambientale, salute, sicurezza alimentare, possono rappresentare una seria possibilità di rispondere alla crisi con uno scatto in avanti. Quello che vediamo è purtroppo un ulteriore grave sintomo di grande miopia sulla crisi e sul futuro da parte di questo Governo che puo solo farci compiere ancora passi indietro e rendere il futuro ancora più grigio”. Ribelliamoci, fa”l’invito a ribellarsi che ieri il Presidente Rossi ha fatto in merito al dercreto Romani sulle energie rinnovabili, non puo che essere accolto più che motivatamente. E’ un provvedimento sbagliato, nocivo ed incompresibile. Sbagliato perchè non si possono cambiare le regole in corsa, bloccare di colpo un sistema di incentivi che indubbiamente va cambiato ( mette in discussione la necessità di modificare lo status quo), e promettere che “poi”, come Berlusconi ha dichiarato nella serata, “a breve ci saranno le nuove regole e il nuovo quadro di incentivi”. In questo settore la certezza è fondamentale per investire e concedere credito, ma si puo chiudere un sistema solo se siamo pronti a mettere in campo il nuovo. Nocivo, perchè mette a rischio nel nostro Paese un settore che consta nel solo fotovoltaico di 1000 aziende, 15.000 posti di lavoro diretti, 100.000 indiretti, un volume di affari nel 2010 tra i 6/8 mld di euro, e che nel giro di 8/10 giorni ha già prodotto un congelamento di ordini e commesse senza precedenti. incomprensibile, perchè non si riesce davvero a leggere una ratio nelle politiche industriali di questo Governo, se non leggendovi il peso delle lobbies del nucleare. La Germania da decenni investe sulla green economy. Negli Usa questo settore rappresenta in assoluto una delle principali scelte operate da Obama per riconvertire l’economia ed uscire dalla dipendenza dal petrolio. In Italia, dopo che dal 2006 ad oggi grazie alle scelte contenute nel progetto Industria 2015, sono stati fatti 11 miliardi di investimenti e creati 50.000 posti di lavoro, si blocca uno trai i pochissimi settori che in questi anni, nonostante la crisi, ha visto una grande crescita e che potrebbe consentire al Paese una svolta per la sua competitività, per la crescita occupazionale oltre a rappresentare un contributo fattivo per l’abbattimento delle emissioni di Co2.” “gli effetti possono esser devastanti, come bene ci hanno riferito le imprese ieri pomeriggio durante un affollatissimo ed animato incontro a Roma presso il gruppo Pd della Camera: già pesanti sono le disdette degli ordini, così come stanno giungendo stop dalle banche, dati che prefigurano uno scenario di immediata cassa integrazione per migliaia di addetti e di possibili trasferimenti all’estero di aziende, tra le quali molte toscane.” “il Pd si è immediatamente mobilitato. Già nei giorni scorsi è stata presentata una interrogazione al Ministro sottoscritta da numerosissimi deputati, E’ stata depositata una risoluzione (pd) a firma Lulli e Mariani, nelle commissioni Ambiente e Attività produttive. il Capogruppo Franceschini ha chiesto al Presidente Fini di mettere all’ordine del giorno dei lavori della camera nella prossima settimana una mozione del Pd con la quale si chiede al Governo di fermarsi. “la Terra di Siena ha visto in questi anni un grande impegno istituzionale (Siena Carbon free), dei singoli cittadini che hanno investito in sostenibilità intervenenedo sulle loro abitazioni, delle imprese (Pramac, Siena solar nanotec, tante piccole aziende artigiane che fanno rete, ecc….), investendo in ricerca, in innovazione, in nuova occupazione. Noi sentiamo il dovere di difendere queste scelte, e dobbiamo fare tutto il possibile affinchè il 15 di marzo, data nella quale il Ministro Romani ha convocato un tavolo al ministero in materia, si produca uno stop agli effetti del decreto, si preveda una fase di transizione e si definiscano con certezza temi e cifre di una possibile nuova regolamentazione. Nessuno pensa che in eterno il settore debba vivere di incentivi, ciò provocherebbe soltanto nuove bolle che prima o poi esploderebbero, ma per l’Italia, la green economy, e quindi le energie rinnovabili di nuova generazione, gli investimenti su scienze della vita, qualità ambientale, salute, sicurezza alimentare, possono rappresentare una seria possibilità di rispondere alla crisi con uno scatto in avanti. Quello che vediamo è purtroppo un ulteriore grave sintomo di grande miopia sulla crisi e sul futuro da parte di questo Governo che puo solo farci compiere ancora passi indietro e rendere il futuro ancora più grigio”. Ribelliamoci, facciamo sentire la nostra voce. Noi lo faremo in Parlamento, ma saranno fondamentali la voce e la pressione delle imprese e dei cittadini tutti”cciamo sentire la nostra voce. Noi lo faremo in Parlamento, ma saranno fondamentali la voce e la pressione delle imprese e dei cittadini tutti”

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