I conti con la recessione ed il bisogno di una reazione forte

Non sono incoraggianti i commenti di questi giorni, pre-pausa estiva. Non lo sono gli editoriali dei grandi quotidiani italiani. Non lo è la lunga intervista del ministro Padoan al “Sole 24 Ore”,  che smentisce la necessità di una manovra, ma conferma lo stallo dell’economia italiana ed europea. Sono arrivati i dati ufficiali dell’Istat sul Pil del secondo semestre: -0,2%, la conferma che la crisi non è alle nostre spalle e che le previsioni purtroppo non sono state rispettate.

Da 6 anni siamo dentro una situazione pesantissima che oramai molte famiglie e un numero crescente di imprese non sono più in grado di sostenere. Il Governo continua a correre, il Parlamento anche. Dobbiamo proseguire con le riforme, ma innegabilmente l’emergenza vera e prioritaria è  l’economia, la necessità di fare seri e cospicui investimenti, pubblici e privati, e la creazione di posti di lavoro.

In questo contesto trovo davvero fuori luogo il proseguire di un dibattito sugli “80 euro”. Quel provvedimento è stato giusto, ed era ovviamente irrealistico aspettarsi risultati straordinari. Cosa avrebbero potuto fare? Invertire la tendenza recessiva? Io continuo a pensare che quella misura abbia dato un segnale a molte persone, e che il suo mantenimento significhi per molte famiglie un contributo tutt’altro che indifferente. Certo da sola quella misura non è sufficiente. E dovremo comunque tentare di reperire le risorse per estenderla. Cosa difficilissima se non troveremo il modo di affrontare il peso che il nostro indebitamento sta ancora esercitando o di rimettere in discussione alcuni vincoli finanziari.  Personalmente ho aderito alla campagna di sostegno ai quesiti referendari per cancellare il vincolo del pareggio di bilancio in Costituzione, qui  potete trovare il link al sito sui quesiti referendari sull’ austerità.

I 4 quesiti in dettaglio

Questa settimana si concluderà al Senato la riforma che prevede il superamento del bicameralismo perfetto. Forse con un giorno in meno rispetto al previsto. Defezioni, Aventino, canguri di peluche, e spettacoli non edificanti. Abbiamo visto di tutto. Forse anche il percorso e lo stile del Governo avrebbero potuto essere ben diversi. Io ad esempio non ho apprezzato i toni sprezzanti verso i dubbi di alcuni costituzionalisti e verso il dissenso esterno, ma non ho nemmeno condiviso o compreso la rigidità della resistenza di alcuni nostri senatori nei confronti di una strada sancita e individuata da anni oramai: il superamento di due Camere che fanno il medesimo mestiere e che allungano tempi.  Anzi, a mio parere il mantenimento di alcune funzioni è del tutto inutile, per esempio sui temi etici.

E’ davvero impensabile darsi luoghi di confronto e di ascolto per poi giungere comunque a decisioni della maggioranza? Io penso che dobbiamo arrivarci, e credo che debba essere un esercizio più praticato e diffuso. L’ho già detto e scritto in più occasioni: tutti dobbiamo aiutare Renzi in questo percorso per risollevare, modernizzare e far tornare a crescere il Paese. Ma la qualità delle scelte, la direzione, la collegialità non saranno indifferenti né per il Pd, né per il Paese, e forse, considerato il ruolo di guida del semestre europeo, nemmeno per l’Europa, che è appunto  il luogo un cui si faranno molte delle scelte che riguardano il nostro futuro.

E a proposito di collegialità, di democrazia, di confronto e di pluralismo mi sento di sottolineare, anche con voi, un vuoto che abbiamo da una settimana, la mancanza in edicola de  “l’Unità”, che dal 1 agosto ha cessato le pubblicazioni. Una voce storica per la sinistra italiana che tutti dobbiamo concorrere a far riaprire. #iostoconlunita non può essere solo un riferimento da messaggistica inconcludente. Deve diventare un impegno vero e concreto. Bene hanno fatto ad assumere impegni il segretario e il tesoriere, mi auguro che seguano coerentemente fatti.

Ci aspettano ancora mesi difficili. Dovremo saper coniugare, da un lato, concretezza e compattezza nei provvedimenti, con il dialogo e la relazione forte con il Paese, con i nostri territori, con il disagio enorme per le condizioni materiali. Ci servono un Governo autorevole, che io credo abbiamo, e un partito presente e radicato, che non sono certa abbiamo a sufficienza e ovunque nel Paese. Dobbiamo sentirci tutti impegnati per la funzionalità di entrambi i binari sui quali c’è da far viaggiare il treno Pd. Quel treno deve tornare a occuparsi di economia, di diritti, di tasse e di ambiente. Ma anche di democrazia, di investimenti,  di territorio e di pace. Sì Pace. Torniamo a far sventolare le bandiere tricolori e da pronunciare parole di pace a partire dal conflitto israelo-palestinese che sta macinando vittime innocenti senza che si alzino a sufficienza voci autorevoli da parte della comunità internazionale.

In queste settimane SinistraDem ha lanciato un appello, scritto al segretario, un gruppo di colleghi parlamentari è andato in Israele, e alcune cose sono già partite come potrete vedere nella news #Fermare la Guerra a Gaza: appello alla pace. Oggi e sempre due popoli e due stati e molte autorevoli figure del nostro Paese si sono messe a disposizione per dare una mano.

Facciamolo subito a partire dalle nostre feste de l’Unità. Possiamo discutere del conflitto ma anche organizzare aiuti per Gaza, aiuti materiali per la ricostruzione di scuole. Io credo sia nostro mestiere far questo: il mestiere di una sinistra utile.

Tra poco tutti quanti ci fermeremo un po’ per riposare per stare con i propri cari. Fermarsi un po’ è sempre utile, serve anche per mettere meglio a fuoco idee, progetti ed energie per ripartire molto presto. A tutti voi un caro saluto , un augurio di qualche giorno di serenità e riposo. Ci sentiamo di nuovo a settembre perché c’è tanto da fare.

Susanna

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