Si chiamava Jo Cox.
Poco prima che questa NL partisse è giunta la notizia dell’aggressione e poi della morte di Jo Cox, deputata Laburista, 41 anni, due bambini piccoli, una vita di impegno per i diritti umani. L’aggressione è avvenuta mentre era nel suo collegio, e impegnata nella campagna per il referendum assieme ai suoi compagni laburisti contro l’uscita del Regno Unito dalla UE. Sotto ho scritto del rischio di un esito negativo di questo appuntamento, ma qui mi preme scrivere altro. Mi preme ricordare quanto siano importanti le parole, gli atteggiamenti, lo stile personale, il rispetto, l’ascolto reciproco anche quando le distanze sono immensamente grandi. Mi preme sottolineare quanto la follia di alcuni toni possa incoraggiare e alimentare la follia dei comportamenti.
Ricordiamolo sempre, tutti. E proviamo a ricostruire quell’humus di rispetto e di umanità, prosciugando i pozzi di odio, di intolleranza.
Per Jo, la compagna laburista che non c’è più e per tutti noi.
In questi giorni le immagini di tv e di giornali quasi si confondono. Sono le settimane degli Europei di calcio. Momenti che dovrebbero essere caratterizzati dalla gioia, dal divertimento, dagli sfottò, dallo sport e, invece, le telecamere passano dai volti e dalle parrucche colorate sulle gradinate alle esplosioni e agli scontri fuori dal terreno di gioco, con gli Hooligans e altri ultras che devastano le città francesi.
Ma in Francia gli scontri, i lacrimogeni e i fuochi fanno, da molte settimane, oramai da sfondo anche alle proteste e agli scioperi molto duri contro la legge sul lavoro. Una legge che rivede le tutele e le garanzie,.
E poi ancora fuoco. Quello terrificante che ha freddato quasi 50 persone e ne ha ferite altrettante a Orlando, negli Stati Uniti, dentro un locale frequentato prevalentemente da giovani gay. Un’arma da assalto, regolarmente acquistata, come in America si continua a fare senza alcun problema nonostante la battaglia che Obama ha aperto contro le lobbies delle armi. Giovani che ballavano, bevevano, si divertivano in una normale serata, dopo il lavoro, dopo lo studio, con gli amici o con i propri amori. Freddati in nome di due terribili combinazioni il delirio fondamentalista e quello omofobo. La più grave strage negli Stati Uniti avvenuta per mano di una persona, tra l’altro a quanto pare già segnalata. Certo potremmo dire che l’elenco si allunga ancora. Dopo Parigi, Bruxelles, la Turchia e la Siria, ma stavolta con l’aggravante della scelta omofoba, perché si è scelto proprio “quel” locale e non un qualsiasi altro luogo.
Sabato 18 giugno la Toscana con Firenze sarà terra di GayPride.
Non so se è accaduto in altri appuntamenti, ma questa volta il numero delle amministrazioni comunali che hanno dato il loro patrocinio è davvero un numero importante. Moltissimi i Comuni della provincia di Siena. Ne sono orgogliosa, a partire dal mio Comune, e sara un messaggio fortissimo vedere sfilare tante fasce tricolori. E’ importante che ciò avvenga. Non si tratterà stavolta di una marcia “ordinaria”, se questo aggettivo si può attribuire a un Pride. Non può esserlo, perché la parata di Firenze arriva dopo un grande risultato: l’approvazione della legge Cirinnà, ma anche dopo la rinuncia alla stepchild, e soprattutto dopo la strage di Orlando.
Sarà importante che a sfilare sabato “siamo” in tanti. Sì, scrivo “siamo” perché io ci sarò e mi spiace molto che manchino due adesioni rilevanti: quella del Pd toscano e quella del Comune di Firenze. Un errore quelle mancate adesioni. Abbiamo fatto una gran cosa con la legge sulle Unioni Civili. L’abbiamo fatta noi del Pd, perché non aderire alla manifestazione in questo momento? Perché non testimoniare il nostro impegno sui diritti civili acquisti e su quelli ancora da conquistare, come la legge sull’Omofobia, le adozioni? Ritengo sinceramente che diritti civili e il contrasto alla violenza sulle donne siano partite sulle quali non possono esserci impegni parziali, perche c’è ancora tanto da fare.
Domenica 19 giugno sarà invece giornata di ballottaggi. E qui le nubi, come avviene in questo strambo mese di giugno, “vanno, vengono, qualche volta si fermano” come cantava De Andrè. Ne scriverò meglio dopo i risultati, ma non sono andate affatto bene queste amministrative, e c’è un dato inequivocabilmente di tendenza nazionale. Certo, siamo tutti felici per i risultati di Siena e di molti comuni di piccole e media dimensioni. Siamo contenti per i nostri bravi sindaci, che bene hanno lavorato e che altrettanto faranno, ma i numeri delle città, e soprattutto delle periferie, dei quartieri popolari ci sbattono in faccia uno smottamento pesante dell’elettorato popolare verso altro da noi o verso il non voto. Un quadro molto brutto anche in Toscana che attende adesso l’esito di Grosseto. La crisi, le difficoltà e la sfiducia verso la politica, ma non solo.
Adesso c’è solo da lavorare con tutte le nostre energie e senza lasciare niente di intentato per recuperare, per stare sul merito dei programmi, delle idee per le città, per smontare la demagogia e il populismo.
A Roma, a Milano, a Torino, a Bologna, a Grosseto, a Trieste, i candidati, il nostro Partito sono al lavoro fino all’ultimo minuto possibile. Spero che Piero, Roberto e tutti gli altri possano farcela. Ma dobbiamo riprendere in mano una riflessione seria su cosa siamo e cosa resta del Pd, del suo radicamento popolare e di sinistra. Una riflessione vera non più rinviabile.
Nei prossimi giorni ci sarà un altro grande nuvolone in arrivo, si chiama Brexit, e forse ancora non tutti sono consapevoli delle possibili conseguenze di quella ipotesi. I sondaggi danno ancora in uscita il Regno Unito nonostante il lavoro che leader politici, personalità della cultura e dello spettacolo stanno facendo. Mentre le borse cominciano ad oscillare a noi non resta che attendere.
Desidero però concludere con alcune note positive (qui solo i titoli, ma sotto troverete altre informazioni) che vanno dall’approvazione alla Camera della legge sulla attuazione dell’art 49 della Costituzione: regole e trasparenza nel funzionamento dei partiti, alla importante legge sul “Dopo di Noi” e infine una piccola soddisfazione personale delle ore scorse con l’inserimento nella nuova Legge di bilancio di impegni sul Bilancio di Genere grazie all’approvazione di un mio emendamento.
#piccolebuonecose
Un caro saluto
Susanna