Il femminicidio può essere sconfitto

Il numero delle donne vittime della furia di partner, ex partner o amanti, non si arresta e, in questi mesi, è salito oltre gli 80 casi. Il femminicidio in Italia rappresenta un problema che diventa sempre più urgente affrontare con provvedimenti concreti, permanenti e mirati, partendo da un cambiamento culturale per proseguire con la valorizzazione e il sostegno ai centri antiviolenza e della rete dei servizi. Il numero delle vittime registrate finora sembrano confermare, purtroppo, il trend dello scorso anno, con 124 donne.

Il decreto legge approvato lo scorso 8 agosto dal Consiglio dei Ministri prevede alcune disposizioni importanti, come l’allontanamento del coniuge violento da casa e la possibilità di avere una corsia giudiziaria preferenziale, ma le osservazioni critiche emerse dalle consultazioni e dai movimenti sono molte e il testo andrà modificato e migliorato. Inoltre, come indicato nella Convenzione di Istanbul, ratificata pochi mesi fa anche dall’Italia, servono norme per l’accoglienza e il sostegno delle vittime, la prevenzione, la rimozione degli stereotipi di genere, l’educazione al rispetto tra i sessi, l’efficacia e l’integrazione delle strutture sanitarie e sociali, la pubblica sicurezza e la conoscenza dei dati basata su analisi costanti e rigorose. Servono risorse da destinare ai centri antiviolenza che svolgono un importantissimo lavoro di sostegno e di conforto per le vittime di violenza fisica e morale e, soprattutto, serve un cambiamento culturale vero nei confronti delle donne e del loro ruolo sociale. Un cambiamento che parte anche dalla loro rappresentazione sui media. È un lungo cammino quello che abbiamo davanti, ma finalmente è un cammino avviato.

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