Quasi due mesi di guerra.
La Russia ha rinunciato ai suoi progetti più ambiziosi su Kiev e ripiegato sulla fascia orientale e sudorientale, ma ha accresciuto la ferocia del suo passaggio. Bucha ed altre città si rivelano martoriate da civili giustiziati e fosse comuni. Non sono stati risparmiati bambini, donne, nessuno. Sono probabilmente decine di migliaia i morti a Mariupol. Lo stupro delle donne ucraine, la guerra combattuta anche sui loro corpi, si aggiunge agli altri crimini di guerra.
La Presidente del Parlamento Europeo Metsola, la Presidente della Commissione Europea Von Der Leyen e poi Boris Johnson e i leader di altri Paesi europei raggiungono Kiev per manifestare anche con la loro presenza la vicinanza al popolo ucraino, mentre i tentativi di indurre Putin al cessate il fuoco e alla trattativa continuano, purtroppo, a non sortire alcun risultato. Quella che i russi avevano immaginato come una guerra tutto sommato facile e relativamente breve si sta, invece, trasformando in qualcosa di molto diverso, in un conflitto i cui effetti umanitari, economici, geopolitici non sono ancora definiti. La voce del Pontefice, forte e autorevole, così come il suo richiamo a una cessazione delle ostilità per la Pasqua, per favorire il dialogo, appaiono purtroppo anch’essi inascoltati, inefficaci, al punto da sollevare obiezioni anche nella sua scelta simbolicamente forte di far portare la croce, nella via crucis. a due famiglie, una ucraina e una russa.
Si fatica a vedere una forte azione diplomatica. Eppure, come ricorda molto bene Enrico Letta nel suo pezzo sul Foglio di qualche giorno fa, la minaccia russa pone l’Europa intera di fronte ad un salto di qualità e a un nuovo ordine europeo.
Un pezzo di questo futuro, dopo la rielezione di Orban, si gioca anche in Francia, con il ballottaggio ancora una volta tra Macron e Le Pen. Un ballottaggio dall’esito non scontato.
Qualche giorno fa, durante la conferenza stampa sul DEF, il presidente Draghi usando termini forse non felicissimi (la pace o l’aria condizionata) ha fatto un quadro piuttosto chiaro delle conseguenze che stiamo già pagando e dei sacrifici con cui dovremo fare i conti. Intanto il Decreto Energia fa il giro di boa alla Camera. Il Partito Democratico, in questi giorni, ha scelto di svolgere numerosi incontri con le parti sociali a livello nazionale e nei territori: sarà fondamentale, infatti, un costante confronto con le imprese e con il lavoro, con le famiglie, le associazioni.
Il prezzo che le imprese stanno pagando è altissimo e le conseguenze in termini di costi sociali sulle persone lo sono altrettanto. Ne abbiamo parlato a lungo anche durante l’Agorà sulla povertà alimentare. L’aumento esponenziale dei prezzi dei prodotti alimentari di prima necessità rischia di veder scivolare molte famiglie a basso reddito nella impossibilità di fare una spesa essenziale: anche per questo chiederemo al Governo di mettere a punto strumenti di sostegno adeguati e all’Europa di attivare ulteriori misure per garantire la sicurezza alimentare in questo cupo momento.
Sì, decisamente cupo, buio. Nella stagione in cui arriva la seconda tranche da 21 miliardi del PNRR, quelle risorse destinate alla ripartenza dopo il Covid, ci troviamo nuovamente a fare i conti con previsioni di crescita da rivedere per gli effetti di una guerra che nessuno si aspettava. Di certo non aiutano le fibrillazioni che, ancora una volta, la Lega e altre forze politiche agitano nella maggioranza, stavolta sul catasto e sulla giustizia. Il PD continua a lavorare per sostenere questo Governo, ma al centro delle nostre priorità dovranno davvero esserci, mai come oggi, il sostegno al tessuto produttivo e alla questione sociale (salari, capacità di acquisto, famiglie), senza arretrare sugli obiettivi climatici che qualcuno vorrebbe rinviare a data da destinarsi e che sono, invece, incredibilmente legati alle nostre difficoltà, per altro in larga parte generate proprio dalla nostra dipendenza dalle fonti fossili e dal gas russo. Si tratterà di organizzarci, di spendere nel modo migliore le risorse a disposizione e non disperderle in rivoli in questo momento non strategici. E ce la faremo.
Il momento è questo; ci serviranno fermezza, coraggio e speranza.
Intanto auguro a tutti voi di trascorrere qualche giorno di serenità e una buona Pasqua.