Il mondo agricolo scende in piazza contro il Governo

Piazza Montecitorio: bandiere e cappellini verdi. Casse di frutta, olive, parmigiano reggiano, mele. Ad un microfono ogni tanto qualcuno racconta la storia di una impresa agricola. Non è una manifestazione della Lega Nord. No. E’ l’agricoltura italiana. A Bologna la Confagricoltura, poi a Roma, davanti alla Camera dei Deputati la Cia. Chiedono di poter fare il loro lavoro, di essere considerati un settore importante, dell’economia e non solo, di questo Paese.  Chiedono di non passare il loro tempo a riempire moduli e certificazioni. Di avere strumenti per adeguare la loro attività al clima che cambia, alle stagioni impazzite. Chiedono di non tornare indietro rispetto ai passi avanti compiuti negli  ultimi anni. In piazza oggi non ci sono gli studenti ma, come qualche giornale ha scritto “gli agrari” e “la cia”. Ho dato la mia adesione alla manifestazione di Confagricoltura , e sono stata accanto alla Cia.
Ho voluto essere presente accanto agli agricoltori perché sto vivendo in “presa diretta” dalla Commissione agricoltura, tutto ciò che il Governo non fa per questa componente fondamentale dell’economia nazionale: nessun investimento sulla crescita né sulla competitività. In compenso molti tagli, pesanti. Con la manovra di Bilancio il settore agricolo, subisce una riduzione di risorse pari al 25 per cento, che nel triennio supereranno il 40%. Le conseguenze in termini di competitività, innovazione e modernizzazione saranno molto gravi. I tagli sono quantificabili in 459 milioni di euro per il 2009 che, se analizzati nei vari ambiti di spesa, assumono contorni ancora più pesanti, visto che si concentrano in particolare sugli investimenti. La spesa corrente, infatti, viene ridotta del 10,3 per cento, mentre quella su investimenti fissi, acquisti di terreni e contributi a imprese e famiglie subisce una contrazione del 39,67 per cento, passando dai 940,1 milioni di euro del corrente anno a 568,2 milioni di euro per il prossimo anno. L’agricoltura è un settore importantissimo per lo sviluppo del Paese, che ha bisogno di investimenti, di innovazione e di un’attenzione costante. La Legge Finanziaria va invece nella direzione opposta, attuando forti tagli, che andranno a incentrarsi principalmente sugli investimenti e sui contributi alle imprese e alle famiglie coinvolte nel comparto. La scomparsa del fondo di solidarietà il taglio al piano irriguo e le risorse agli allevatori rappresentano, solo per fare due esempi concreti, rappresentano un duro colpo per questo settore.
Come Partito democratico non siamo stati con le mani in mano ad osservare il premier Berlusconi e il ministro dell’Economia Tremonti, prima ignorare e poi colpire pesantemente il settore primario della nostra economia. Al contrario, nei giorni scorsi abbiamo presentato emendamenti, ordini del giorno che, puntualmente, sono stati ignorati dalla maggioranza di governo. Tra le richieste del Pd al governo ci sono la conferma delle agevolazioni in materia previdenziale per il settore agricolo nelle aree svantaggiate del paese; il rifinanziamento del fondo di solidarietà nazionale per dare piena attuazione ai meccanismi di gestione del rischio in agricoltura e potenziare il ruolo delle polizze assicurative; il recupero delle risorse tagliate sul piano irriguo e l’incremento delle risorse a sostegno del ricambio generazionale e dello sviluppo delle imprese giovanili e femminili. Una coincidenza di obiettivi, richieste e intenti che motivano la mia vicinanza alle mobilitazione di questi giorni.
E’ vero. Abbiamo un ministro delle politiche agricole che parla spesso la lingua degli agricoltori, che si “sporca le scarpe” con la terra, ma Tremonti ha in più di un’occasione semplicemente deriso questo settore. Io credo che il tempo sia scaduto. L’agricoltura Italiana, quella del buon vino e della buona alimentazione, quella del biologico e della chianina, non ce la  fa più a rincorrere i prezzi in picchiata e i costi in salita. E’ un settore che si sta ammodernando, che da anni offre turismo di qualità, e servizi sociali, che produce energia ed ambiente. Non chiede assistenza o sussidi, e a differenza di  ogni altro settore produce per la salute di tutti noi. La loro battaglia, la loro mobilitazione è la nostra, la mia mobilitazione.

 

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