Cosa intendevano i nostri nonni quando, a proposito di cibo, dicevano “naturale”, “pulito”, “sicuro”? E cosa intendiamo noi oggi, dopo 50 anni di mercato, industria alimentare e comunicazione pubblicitaria? A questi interrogativi cerca di dare una risposta il volume “Mangia come parli – Com’è cambiato il vocabolario del cibo”, di Cinzia Scaffidi presentato, giovedì 10 luglio, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. Insieme all’autrice ne discutono i deputati del Pd Susanna Cenni, Chiara Braga e Gianni Cuperlo e il responsabile Ambiente di Coldiretti, Stefano Masini. Il dibattito, moderato dal giornalista Paolo Volterra, capo redattore politica di Skytg24, passa in rassegna i termini chiave del mondo enogastronomico che Cinzia Scaffidi ha raccolto nel volume edito da Slow Food.
Nel libro ritroviamo il significato di parole come agricoltura, etichetta, mercato, paesaggio e sementi. Ma anche magro, tempo, festa e antico, che solo apparentemente non hanno un legame con il mondo del cibo. E di cibo, agricoltura e biodiversità si è sempre occupata Susanna Cenni, parlamentare del Pd, membro della commissione agricoltura e portavoce nazionale Ecodem, che ha detto: “Da mesi sono in molti a pronunciare la parola cibo. Le ragioni sono molte: dall’avvicinarsi di Expo, che dovrebbe occuparsene, fino al bombardamento mediatico e televisivo che ci propone competizioni culinarie di vari livelli. Ma il cibo, il carburante fondamentale per la vita di tutti noi, se proviamo a interrogarci seriamente sulla sua produzione, sulla sua origine, sui saperi e sulla memoria che hanno consentito di conoscerlo, selezionarlo, valorizzarlo, sulla fatica che serve a produrne di buono, pulito e giusto, può essere una chiave scardinante . Questa è, con garbo e profondità molto femminile, l’operazione che Cinzia fa con il suo libro: usare il cibo come chiave per leggere l’economia, la cultura, le relazioni umane e il futuro. Conosco Cinzia da anni e ho avuto modo di collaborare con lei su molti dei temi che tocca nel libro. La semplicità e l’efficacia con cui usa le parole assomigliano molto alla sapienza di chi con arte sa miscelare preziosi ingredienti. Il risultato è bello e attualissimo”.
Le parole sul cibo di Cinzia Scaffidi che raccontano i cambiamenti. La stessa autrice racconta così la sua “fatica letteraria”: “Ho provato a raccontare come siamo cambiati in questi anni, come società e come individui. Come è cambiato la nostra relazione con il cibo, l’ambiente e l’acquisto. Quando le cose e le persone cambiano anche le parole che le descrivono assumono un diverso senso, o un diverso segno, e finiscono per raccontare di noi, mentre noi le usiamo per raccontare altro”.
Un libro che offre chiavi di lettura nuove e moderne. “Il libro di Cinzia Scaffidi – commenta Stefano Masini, responsabile Ambiente di Coldiretti – raccoglie idee a metà tra lo studio del filosofo e le ricette della cucina tradizionale. Nel volume ricerca e gesti si combinano per dare vita a un vocabolario indispensabile per affrontare le questioni della modernità: dall’economia, alla politica fino alla cultura”.
Un nuovo modello di sviluppo con al centro qualità e sostenibilità. “Nel libro Cinzia Scaffidi – spiega Chiara Braga, deputata e responsabile ambiente del Pd – raccoglie in 100 parole concetti fondanti della nostra società, perché una corretta filosofia del cibo, intesa come atto agricolo, si lega a doppio filo alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela della biodiversità. Ma anche alla difesa di un diritto fondamentale come quello della sovranità alimentare. Oggi la difesa del buon cibo non è un atto semplicemente legato al piacere, ma riguarda sia la tutela delle tradizioni agricole ed enogastronomiche che la crescita economica dei nostri territori. Da un nuovo rapporto con il cibo passa la capacità di costruire un modello di sviluppo che metta finalmente al centro la qualità e la sostenibilità ambientale”.
Cinzia Scaffidi, direttore del Centro Studi Slow Food e responsabile delle Relazioni Internazionali dell’Università di Scienze Gastronomiche, per Slow Food Editore ha pubblicato Guarda che mare (2007, con Silvio Greco) e Sementi e diritti (2008, con Stefano Masini). Nel 2014 è uscito il libro Mangia come parli. Com’è cambiato il vocabolario del cibo, Slow Food editore, con la prefazione di Tullio De Mauro.