Il voto in provincia di Siena

In provincia di Siena il terremoto politico non c’è stato. Il centrodestra non ha sfondato e il Partito democratico ha vinto le elezioni pur perdendo voti, senza eccezioni rispetto al trend nazionale negativo. Sono questi, in estrema sintesi, gli elementi chiave per comprendere l’esito del voto del 6 e 7 giugno.
Nella nostra provincia il Pd ottiene un risultato migliore rispetto al resto della Toscana e del Paese, ma non possiamo festeggiare visto che l’erosione del nostro consenso è sensibile. Meno sette alle elezioni europee, meno sette alle provinciali, meno sette nel capoluogo di provincia. Da questi tre numeri dobbiamo partire per avviare una riflessione profonda sui motivi della sconfitta, sulla accresciuta disaffezione, ma soprattutto sulle prospettive di rilancio del Pd anche in una terra che resta la capitale democratica in un contesto generale nel quale soffia forte il vento della destra più becera e populista.

Europee
Qualche numero per inquadrare meglio il contesto nel quale inserire la nostra riflessione: Il Partito democratico conquista alle elezioni europee, nel nostro territorio, il 45,51 per cento, pari a 71mila voti perdendo circa sette punti percentuali rispetto alle politiche del 2008, quando arrivammo al 53,1 con 93mila voti. Abbiamo perso circa 22mila consensi che, in grandissima parte, non sono finiti al centrodestra, bensì ad altre forze dello schieramento di centrosinistra. Questo è un dato importante, perché riflette una tendenza nazionale, che vede un grande rimescolamento negli schieramenti, piuttosto che fra destra e sinistra. Tra le forze politiche, in linea con il successo nazionale, ottiene un risultato importante anche in provincia di Siena, L’Italia dei Valori, che arriva al 5,67 per cento. Sinistra e Libertà, invece, costituita da Socialisti, Verdi e Vendoliani, si ferma al 3,79 per cento. Sul fronte della destra, il Pdl scende al 26,9 per cento, mentre la Lega Nord raggiunge quota 4,07.

Amministrative
Alle elezioni provinciali, il Partito democratico ha dimostrato di essere l’unica forza in grado di rappresentare tutti i territori della provincia. Sono stati infatti tredici i consiglieri eletti, sette uomini e sei donne, che fanno del nostro partito la forza di gran lunga maggioritaria in consiglio provinciale e sul territorio, dove il risultato finale del Pd è stato del 46,40 per cento. Simone Bezzini, raccogliendo oltre il 57 per cento dei voti e staccando di oltre 27 punti percentuali Donatella Santinelli, è riuscito a far fruttare il grande lavoro fatto in questi mesi, quando ha visitato ogni angolo del territorio per approfondire problemi, potenzialità e situazioni di crisi della provincia. Le qualità umane e politiche di Simone si tradurranno sicuramente in un’ottima azione di governo dell’amministrazione provinciale. Simone, nei giorni immediatamente successivi alla sua elezioni, si è subito messo a lavoro per affrontare le emergenze più urgenti, come Rcr e Trigano. Siamo sicuri che non deluderà la grande aspettativa che si avverte nel nostro territorio, intorno al progetto che, insieme a lui, sapremo realizzare.

Comunali e liste civiche
Due comuni persi ed uno riconquistato. E’ questo il bilancio, nudo e crudo, della battaglia elettorale nei trenta comuni al voto il 6 e 7 giugno. Il Partito democratico raccoglie oltre il 50 per cento in undici Comuni: Abbadia San Salvatore (52,39%); Buonconvento (51,91%); Castiglione d’Orcia (56,97%); Chiusdino (56,74%); Monteroni d’Arbia (51,97%); Pienza (52,22%); Radicondoli (52,72%); San Gimignano (57,28%); San Giovanni d’Asso (51,61%); San Quirico d’Orcia (55,13%); Torrita di Siena (50,82%). Nei restanti comuni le vittorie dei candidati del centrosinistra sono state schiaccianti, e il Pd ha dato il suo contributo fondamentale. Restiamo dunque, la roccaforte democratica, anche nei comuni. Questo non significa che non si debba aprire, anche su questo fronte, una riflessione approfondita, partendo proprio dai “casi” di Pienza e Casole d’Elsa, dove purtroppo i candidati sostenuti dal Pd, Claudio Serafini e Claudio Cavicchioli, non ce l’hanno fatta, seppur per una manciata di voti ed in situazioni differenti. La premessa da fare è che, quelle appena svolte, sono state le elezioni delle Liste civiche. Un fenomeno che non può essere banalizzato, anche se eterogeneo, nelle quali transfughi di destra e pezzi di sinistra si sono spesso ritrovati “mascherati”. In cinque comuni, il Pdl ha barattato i suoi simboli, le sue idee e i suoi valori spinto solo da ragioni strumentali, dimostrando di non essere ancora pronto a rappresentare un’alternativa credibile al centrosinistra in questo territorio. Ma noi dobbiamo essere consapevoli che non c’è più niente di scontato e garantito, né dalla lunga tradizione della sinistra, né dai numeri storici. Programmi, buongoverno, selezione delle candidature, capacità di relazionarsi con la cittadinanza sono il vero terreno su cui ogni volta ci si misura. Dove non siamo in grado di far bene tutto questo oggi si paga un pesante prezzo.

Casole d’Elsa e Pienza
A Casole d’Elsa, per cento voti, l’ha spuntata Piero Pii. Guardando i numeri potremo attribuire questa sconfitta alla mancanza di coesione del centrosinistra, con Rifondazione che ha raccolto, per l’appunto, poco più di cento voti. In realtà la questione è più complessa. La scelta del segretario del Partito Claudio Cavicchioli, ci ha consentito di recuperare molti consensi, soprattutto nelle frazioni, ma nel capoluogo, dove tutti sapevamo esserci le maggiori difficoltà, è stato possibile solo in parte. Il ritardo con il quale siamo arrivati a questa scelta e il progressivo trascinarsi di una discussione interna poco produttiva e i problemi dell’amministrazione uscente, ereditati da quella precedente, hanno fatto sì che solo nelle ultime settimane di campagna elettorale si sia seriamente lavorato a ricostruire il nostro rapporto con la società casolese.
La sconfitta di Pienza in favore di una lista civica sostenuta dal centrodestra, anche se con un candidato proveniente della sinistra, non può che essere letta in un’ambiguità di fondo che ha caratterizzato una parte del gruppo dirigente del Partito democratico. Questo ha contraddistinto sia la fase della scelta delle candidature, con la volontà di fare le primarie, arrivando alla scelta di Claudio Serafini in seguito alla rinuncia di altri, ma senza la convinzione da parte di tutti. Nel corso della campagna elettorale abbiamo registrato la mancanza di convinzione da parte di alcuni dirigenti del partito, fino al punto di non impegnarsi come necessario nelle elezioni comunali.

In questi due Comuni ci sarà molto da lavorare per dare al Pd un profilo nuovo e forte.

2 thoughts on “Il voto in provincia di Siena

  1. ESATTO SUSSANNA, SONO PIENAMENTE DACCORDO

    NEI CIRCOLI DI BASE CI LAMENTIAMO DEL VERTICE DEL PD “SCOLLATO” DALLA BASE DEL PARTITO E DAI PROBLEMI GIORNALIERI DELLA GENTE (PUNTO DI FORZA DEL PROGETTO DELLA LEGA)

    IN REALTA’ VISTO IL RISULTATO ELETTORALE DOVREBBERO FARSI UN BELL’ESAME DI COSCENZA
    ANCHE QUEI CIRCOLI DOVE SONO STATE PERSE LE AMMINISTRAZIONI

    O HANNO AMMINISTRATO MALE (E OGGI CONTA SICURAMENTE TANTO)
    O NON HANNO SAPUTO “COMUNICARE” IN MODO CORRETTO (ED OGGI PURTROPPO CONTA PIU’ DEL BUON GOVERNO)
    O HANNO SBAGLIATO I CANDIDATI

    MA CHI HA FATTO LE SCELTE SBAGLIATE?!..

    GRAZIE PER LA NEWS LETTER; SEMPRE MOLTO INTERESSANTE

  2. Cara Susanna,
    recuperare un cliente perso è molto più difficile che conquistarne uno nuovo!
    Questo è il dibattito che deve essere evidenziato e discusso.
    Come mai sono stati persi degli elettori?
    La risposta, a mio avviso, è che qualcosa stride nei rapporti interpersonali e nel dialogo con la base elettorale.
    Come ho sempre detto, chi occupa una posizione di responsabilità nel partito deve “Concepire, Coordinare e Condurre” il dialogo con la base elettorale.
    Da due anni sono iscritto al P.D., nella sede di Staggia Senese, non c’è stata mai una riunione tra gli iscritti se non quella con cui ci chiamavano ad acclamare la Nomina/non scelta/ della donna destinata a fare il sindaco a Poggibonsi: “mi sono rifiutato di accorrere all’acclamazione….. questo offendeva la mia intelligenza e, se per un attimo mi sono sentito stordito ed esterrefatto da cotanto opportunismo, sappi che la reazione che sentivo dentro era quelladi organizzare una Lista Civica.
    Non l’ho fatto, ed ogni giorno mi chiedo se ho fatto la cosa giusta. Bezzini o chi per Lui, ad ogni tornata elettorale continua a dire che bisogna mettere da parte le divisioni interne al partito, nei momenti del bisogno. Ma…, fino a quando ci si potrà richiamare a questa imprecazione?
    Il discorso è molto più serio di quello che appare, e senza microfono si urla al vento.
    Per ora gli oligarchi di partito continuano a dettare le loro scelte, piuttosto che raccogliere i sentimenti della base elettorale.
    Io, invece, rimango senza parole,
    Pietro DE LAURENTIIS
    STAGGIA SENESE

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