A caldo l’ho definita un disastro. E purtroppo il dato della sconfitta subita dal Pd e dal centrosinistra al ballottaggio delle elezioni amministrative rimane, anche “a freddo”. In Toscana la debacle ha assunto quasi i caratteri del “cappotto”: cinque sconfitte su sei comuni al ballottaggio, che hanno fatto seguito ad altre sconfitte subite il 5 Giugno, e a quelle di un anno fa. Abbiamo perso piazze storiche ma, al di là di questo, è il risultato nel suo complesso ad essere fortemente negativo. Servirà testa, tempo e un’analisi approfondita per ripartire.
Ma è necessario aprire subito una fase nuova per aggiustare la rotta, iniziando a lavorare laddove abbiamo avuto il segnale più forte di disaffezione verso il Pd: nelle periferie, tra i giovani, nei luoghi della vita “vera”. Quei luoghi che il più grande partito della Sinistra non può permettersi di perdere.
Ritengo del tutto insufficienti le dichiarazioni pubbliche post voto, espresse dal gruppo dirigente regionale, con tanto di “rinvio all’appuntamento referendario”, c’è un mutamento profondo e spero non irreversibile del nostro insediamento sociale’, di questo, delle ragioni di questo abbandono del PD dobbiamo parlare, capire. Io sono del Pd sia quando si perde che quando si vince e la mia non è certo nostalgia per il passato né una critica fine a se stessa al gruppo dirigente, credo però che dobbiamo superare l’idea fallimentare dell’autosufficienza, ricostruire il perimetro del centrosinistra politico e sociale, e ora, più che mai liberiamoci dei cerchi e delle riserve, perché serve il contributo di tutti. Ci sarà tempo per approfondire l’esito del voto e ci tornerò anche nella mia newsletter.
Per il momento mi sento di condividere con voi la riflessione di Gianni Cuperlo.