Il caso dell’immobile di Ponsacco torna al centro della cronaca con la notizia, di questa settimana, dell’operazione della finanza che ha portato all’arresto di un imprenditore con l’accusa di bancarotta fraudolenta, dopo gli accertamenti legati al fallimento della società proprietaria del complesso residenziale nel pisano. Il Pd aveva chiesto di fare chiarezza già quattro mesi fa, quando insieme ai colleghi Lucia Ciampi e Stefano Ceccanti avevamo presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno Matteo Salvini, per conoscere chi c’era dietro all’immobile che era stato al centro di un fallimento e che, nonostante la titolarità non chiara e i tanti punti interrogativi, continuava a essere usato come contenitore per scaricare su Ponsacco le criticità di altri Comuni, ultimo in ordine di tempo quello di Cascina, peraltro anche in questo caso, come avvenuto con altri Comuni in precedenza, per decisione unilaterale della sua sindaca senza concordare con Ponsacco le modalità per una corretta accoglienza e senza dar vita a una cabina di regia. Una richiesta di chiarezza che era pervenuta anche dalla sindaca Francesca Brogi e che, invece, altri rappresentanti delle istituzioni hanno ignorato. Purtroppo l’immobile ha continuato a essere utilizzato per risolvere emergenze come quelle legate agli sgomberi dei campi rom. Tutto ciò, secondo quanto emerge dalle indagini, a opera del suo proprietario che per mezzo di una società prestanome affittava questi appartamenti a tali persone e a molti altri cittadini di origine straniera. Le grandi criticità, che negli anni precedenti hanno visto un lungo contenzioso con il Comune, avrebbero invece dovuto consigliare prudenza e una gestione diversa degli sgombri dei campi per evitare proprio situazioni come queste.
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