Sabato 3 ottobre in Piazza del Popolo a Roma io ci sarò. Ci sarò perché la libertà di stampa non ha colore e difenderla è un dovere di tutti. Ci sarò perché il nostro Paese ha il diritto di sapere, attraverso un’informazione libera, completa, plurale e “senza bavagli”. Ci sarà perché credo e mi riconosco nella nostra Costituzione, a partire dall’articolo 21, che sancisce la libertà di stampa e di espressione. Ci sarò perché credo nel pensiero libero, anche quando questo non coincide con il mio. Ci sarò perché qualunque tentativo di ridurre al silenzio qualcun altro deve essere stroncato sul nascere. Ci sarò perché l’opinione pubblica ha bisogno di una scossa e per ridestarla abbiamo bisogno di essere in tanti.
Ci sarò perché ormai da tropo tempo si stanno perpetrando attacchi diretti alla stampa libera da parte del presidente del consiglio e del suo governo. Una “guerra” contro i media non allineati che ha colpito, nelle ultime settimane, i quotidiani La Repubblica e l’Unità: prima la citazione in giudizio per le dieci domande poste al Premier e definite da Berlusconi “diffamatorie”, poi le due citazione per danni, per un totale di due milioni di euro, per colpire economicamente l’Unità e il suo editore, cui si aggiunge la richiesta di una pena pecuniaria anche per il direttore responsabile Concita De Gregorio, due giornaliste, una opinionista e una scrittrice. Prove di forza. Tentativi di ridurre il mondo dell’informazione al silenzio, strategie di intimidazione. Qualcuno dovrebbe spiegare a Berlusconi che è assolutamente legittimo che in democrazia un capo del governo e il suo operato siano esposti alle critiche, alle osservazioni e al giudizio dei media, così come a quello delle opposizioni.
Nel caso de l’Unità il Premier è andato ancora oltre: ha contestato la “illiceità” di due interi numeri del giornale, in tutte le parti che si riferiscono a lui. Non una querela per un singolo articolo, cosa all’ordine del giorno per un quotidiano, ma un attacco contro quel giornale, la sua linea politica e la sua visione del mondo. Concita De Gregorio ha parlato di “un illecito non previsto dal nostro ordinamento, quello di lesa maestà”. Difficile darle torto. Ho citato l’Unità e La Repubblica, ma l’aggressione al pluralismo, al diritto dei giornalisti a informare e criticare, è messo a dura prova quotidianamente, nei Tg, nelle radio, nelle trasmissioni televisivi. Perché c’è un modo manifesto di colpire l’informazione, ma anche uno più subdolo, che lavora dietro le quinte: che accende i riflettori quando e dove vuole, che lascia in silenzio tante voci che vorrebbero parlare, che oscura tanti fatti di cui è meglio non sapere. Certo, non siamo in Cina o in Iraq, ma io credo che ci siano dei segnali allarmanti e che di questo si debba parlare.
Ecco perché sabato sarò a Roma, in Piazza del Popolo, a partire dalle ore 16, al fianco della Fns. Ci sarò perché ci voglio mettere la mia faccia di Parlamentare e il mio volto di semplice cittadina. Ci sarò perché voglio essere al fianco dei giornalisti che svolgono il loro lavoro, con serietà e indipendenza. Spero che ci siano anche tante donne, perché la rappresentazione che fa di loro un certo tipo di televisione, gli dà un motivo in più per essere presenti.
Non ci sarò a Roma per motivi personali, ma ritengo che a questo punto, anche per altri argomenti, le manifestazioni si debbano intensificare. Che ci sia bisogno di una nuova forma di resistenza?
Come non essere a Roma! Stanno distruggendo la democrazia con il consenso degli stolti italiani. Il qualunquismo, l’egoismo, l’ignoramza ed il dio quattrino, sono i valori di questa classe politica che ci sta governando, ma che lo sta facendo con il “consenso” (poco consapevole, direi) della maggioranza degli elettori italiani, questo non possiamo dimenticarlo. Possiamo dimenticare che abbiamo avuto un governo Prodi, fatto cadere dalla sua stessa maggioranza? Parlare del dopo è come suicidarsi! L’Italia sta diventando un paese a rischio guerra civile, se non ce ne rendiamo conto velocemente sarà una tragedia e la responsabilità sarà anche di questa “stolta sinistra”. C’è bisogno che i dirigenti del partito democratico a tutti i livelli, la smettano di riprodurre se stessi distruggendo ogni volta ciò che gli elettori tentano di ricostruire votandolo. C’è bisogno di ricostruire luoghi, spazi, atmosfere dove si possa ridare consapevolezza dei valori, dei diritti che stiamo perdendo. Dove si possano costruire progetti per il nostro futuro senza essere calpestati da una massa di imbecilli, disonesti, cialtroni incapaci, che hanno come unico scopo quello di salvare se stessi, distruggendo tutto ciò che capita a tiro, ma l’obbiettivo che desiderevano lo hanno raggiunto, quello di far essere uguali a se stessi più italiani possibile. Questo è il vero dramma ed è qui che bisogna lavorare, perchè si ritrovi i valori del rispetto fra diversi, l’esaltazione delle capacità personali all’interno e al servizio dell’intera comunità. Il valore dell’uguaglianza, della pace, della libertà intellettuale e fisica. Ritornare a far “sentire e pensare” che la bellezza della vita non è nell’attaccamento alle “cose”, ma è nel sentirsi Stato libero e democratico e nel potersi confrontare democraticamente con idee diverse che ci permettono di accrescere la nostra cultura e quindi anche la capacità di “scegliere” la nostra vita. E’ quella di poters pensare che il mio vicino di casa, il mio collega di lavoro, gli amici di mio figlio, saranno al mio fianco nel bene e nel male. E’ nel non sentire frasi come “voi comunisti” o “voi extracomunitari” ecc…, ma sapere che “NOI” siamo comuni mortali di passaggio su questa terra con il compito di preservarla per le future generazioni. Noi la stiamo saccheggiando pensandoci furbi immortali. Ma chi può dare voce e spazio al cambiamento? Il signolo cittdino? Che guarda tutto ciò che c’è in TV per difendersi da tutta la spazzatura che arriva sia dal governo che dall’opposizione? Non credete che queste voci diverse che ci sono ancora nel nostro paese debbano essere ascoltate e amplificate attraverso quella che è l’ossotura più importante della nostra democrazia? E cioè “i partiti”? Quell’organismo che nel passato riusciva ad avere un filing quasi perfetto con la società civile, quando attraverso strumenti di libertà culturale, riusciva a costruire leggi e diritti fondamentali per la nostra vita libera. Quando si mettono bavagli o camice di forza alle libertà culturali, si regredisce tornando al nostri stato “animale” e quindi pericoloso, perchè se pur costretta a dover riconoscere che adesso siamo noi gli animali e gli animali “umani”, ciò che ci ha distinto da loro era proprio l’intelligenza al posto dell’istinto, la capacità di “discernimento”. In conclusione, chi come te, è nelle stanze dei “bottoni”, cerchi di adoperarsi per smettere di avere un Partito Democratico stolto e miope sul piatto c’è l’Italia!