
Si è celebrato il primo maggio e il lavoro resta la grande emergenza del Paese. Intanto al Senato è stata posta la fiducia posta dal governo sul decreto legge Lavoro. A Palazzo Madama i sì sono stati 158 mentre i no 122. Nessuno astenuto. Il testo torna ora alla Camera in terza lettura. Un testo, come ho già avuto modo di dire corretto rispetto alla proposta iniziale, con un lavoro attento del Gruppo Pd alla camera. Come ha sottolineato la nostra capogruppo in commissione lavoro del Senato, Annamaria Parente, questo decreto non è la riforma del lavoro, ed il cosiddetto Jobs Act dovrà ancora essere concretizzato con altri provvedimenti tesi soprattutto a sostenere la creazione di nuovo lavoro. Le modifiche apportate al Senato sono il frutto di una mediazione, tra le forze di maggioranza, che mantengono come obiettivo, comunque, quello di aumentare la domanda, rafforzando al contempo le competenze, l’orientamento e la qualificazione dei lavoratori. Una sfida difficile da vincere. Non ci aiuteranno certo i parlamentari cinque stelle che, anche su un tema così delicato, hanno pensato bene di scaldare “l’ambiente” indossando magliette di protesta in Aula. Forse sarebbe meglio contribuire con idee e proposte, magari sul ddl delega, invece che continuare con le sceneggiate.