Dopo incertezze e ripensamenti, nelle settimane scorse si è aperta la crisi di Governo che ha condotto, dopo le consultazioni del Presidente della Repubblica e del Presidente della Camera, alle dimissioni del Presidente del Consiglio, escludendo quindi la possibilità di un Conte ter. La scorsa settimana Mattarella ha conferito l’incarico di costituire un nuovo governo a Mario Draghi, ex presidente della BCE.
Presentato l’esecutivo che lavorerà insieme a Mario Draghi in questo momento così complesso e importante per il futuro del nostro Paese, il Parlamento ha votato e accordato la fiducia al nuovo governo (con una maggioranza ampia in entrambe le Camere, 242 senatori e 535 deputati).
Si tratta di un esecutivo misto, con figure politiche e tecniche; dispiace la non riconferma di figure di nostra espressione quali Peppe Provenzano, o Paola de Micheli che tanto si erano spesi e avevano lavorato su tematiche molto importanti e per le infrastrutture anche per i nostri territori e che mi auguro possano continuare a farlo in altre sedi. Pesa la mancanza di donne, soprattutto nelle nostre file e in generale nella coalizione: su questo si è aperta nei giorni scorsi una discussione all’interno della Conferenza nazionale delle donne democratiche.
Su 23 ministri 8 sono donne e 15 uomini, 8 sono figure “tecniche”, 7 sono quelli riconfermati del governo Conte Bis; 4 i ministri del M5S, 3 del PD, di Forza Italia e della Lega, 1 di LeU e 1 di Italia Viva.
Si è rafforzato il nostro rapporto con il M5S e con LeU e insieme abbiamo provato ad affrontare questo passaggio, ma come ricordava il segretario Zingaretti nell’ultima direzione nazionale, adesso dobbiamo lavorare per avviare una fase costituente per le riforme che servono al rafforzamento della democrazia di questo Paese per costruire quel campo aperto, politico e sociale alternativo alla destra, capace di tornare a vincere.
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