Prosegue in commissione anticontraffazione della Camera l’indagine per approfondire il rapporto tra contraffazione e criminalità organizzata. In questi mesi, come relatrice, abbiamo raccolto dati e ospitato audizioni importanti, come quella della scorsa settimana, quando abbiamo ascoltato Stephane Jacobzone, rappresentante dell’Organizzazione cooperazione e sviluppo economico, e il Colonnello Roberto Pugnetti, vice comandante dei Carabinieri dei Ros.
In particolare i dati del rapporto del 2013 sul commercio internazionale ci dicono che le merci contraffatte rappresentano il 2,5 per cento del commercio mondiale, per un valore pari a 461 miliardi di dollari. Una cifra enorme visto che si può paragonare al Pil di Irlanda e Repubblica Ceca messe insieme. Un immenso affare per la criminalità organizzata che ha messo, ormai da tempo, gli occhi su merci e mercati, nazionali e internazionali, che vanno dall’agroalimentare all’abbigliamento. Guardando al nostro Paese il pericolo rappresentato dalla presenza di merci contraffatte è ancora più forte, visto siamo al secondo posto a livello mondiale in termini di diritti violati, prima della Francia e dopo gli Usa.
La contraffazione, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, rappresenta una sottrazione di risorse economiche e sociali significative per i titolari di diritti, i Governi e l’economia nel suo complesso. Nonostante i buoni risultati conseguiti dalle forze dell’ordine, si sente ancora la mancanza di un coordinamento tra Governi, Dogane e Poste dei singoli Paesi nell’azione di contrasto. Interventi che devono necessariamente aggiungersi a un’intensa attività pedagogica e “culturale” rivolta ai consumatori e, in particolare, ai tanti giovani abituati al commercio online, che sempre di più prima di ogni click, dovrebbero interrogarsi sulla qualità, l’origine e la trasparenza dei loro acquisti.